[LUG] Proposta linee guida per nuovo evento (nazionale?) alternativo al LD

Ivan Iraci ivanhoe@vfemail.net
Mer 6 Ago 2008 12:36:46 CEST


Il giorno mer, 06/08/2008 alle 02.08 +0200, Vincenzo Bruno ha scritto:

> Dopo questo migliaio di email, mi pare di dedurre una sola cosa:
> volete un LinuxDay "Free as in free beer".

No: quello che si desidera è una manifestazione al cui centro ci sia *la
filosofia alla base delle cultura partecipativa, in particolare nella
sua espressione informatica, cioè GNU/Linux*.
Quando si parla di cultura partecipativa, la soletta pubblicitaria alla
singola azienda, benché abilmente presentata come case study, non ci
azzecca nulla, perché nell'attività aziendale la partecipazione
comunitaria è esclusa o è monodirezionale (ci può essere al più
interattività, che è una cosa *molto* diversa dalla partecipazione).

Non c'è alcun preconcetto nei confronti della realtà imprenditoriale
(tanto più che nessuno di quelli che ha battuto sul tasto del "no alle
sponsorizzazioni commerciali al LD campa di elemosine, ma in qualche
modo è in relazione con qualche realtà imprenditoriale).
Anzi, si è più volte proposto di creare un'occasione apposita per
spostare il focus dall'etica ai modelli di business che operano in
accordo con questa etica: un "Business and Freedom Day", diciamo.

> Ma certamente voi potreste ribaltare l'accusa, dicendo che chi ammette 
> sponsor commerciali vuole un LinuxDay "Free as in free beer", in quanto 
> non vuole metterci nulla di proprio, facilitandosi la vita trovando 
> finanziamenti dalle aziende.

No, si dice che chi ammette sponsor commerciali per *questo evento*
mette al centro dell'organizzazione *altro* da quello che dovrebbe
essere il messaggio primario dell'evento stesso: ci mette modelli di
business, ci mette colori ultravivaci ed effetti speciali, ci mette
tecnologie, ma non ci mette (o ci mette di striscio, ma non sicuramente
al centro) la *libertà* riconquistata dalla comunità grazie alle
dinamiche variegate della *cultura partecipativa*.

> Evidentemente le due opinioni sono antitetiche e inconciliabili e 
> percio' si profila l'ipotesi sciagurata di un nuovo evento.

E' quello che è successo in passato, spesso più informalmente, ma nella
sostanza.

> La soluzione sarebbe molto semplice, tornare a discutere del merito 
> della questione, ovvero:
> - perche' un'azienda che fa business secondo le tecniche e i principi 
> del software Libero deve essere esclusa da una simile manifestazione?

Perché non si dovrebbe parlare - IMHO - di modelli di business o di
tecnologie in *questa* circostanza, ma di etica e filosofia, al più
evidenziando i benefici tecnologici e pratici in genere della
riconquista di una voce in capitolo da parte della comunità quando
prende coscienza della propria forza e abbraccia metodi e dinamiche
partecipative.

Di business e di teconologie se ne può parlare altrove e, soprattutto,
se ne parla già ora molto di più rispetto alle questioni etiche e
filosofiche (che, per inciso, alle corporate interessano molto ma molto
poco).

> - quali sono i confini oltre i quali un soggetto non e' piu' ammissibile 
> al LinuxDay. Ad esempio: un comune che usa al suo interno ANCHE software 
> proprietario potrebbe patrocinare un LinuxDay?

Il Comune è *res pubblica*. VA COINVOLTO quanto più possibile.
L'azienda, per definizione, è qualcosa di privato, quindi non si può
paragonare.

> - perche' i case studies legati al software libero devono restare fuori, 
> con tutto il loro valore didattico, e quindi ne restano fuori anche i 
> relativi modelli di business?

Per i motivi suddetti.
Creiamo una manifestazione apposita, a questo non credo sia contrario
nessuno.

> - perche' voler imporre una gestione a "catedrale" con delle linee guida 
> rigide, invece di un piu' efficace bazaar dove la flessibilita' e' un 
> grande punto di forza?

Al contrario. Si vuole una organizzazione che sia assolutamente peer to
peer e grassroots. Nessuno vuole sovrastrutture, credo.
La sorveglianza sul rispetto delle linee guida da una associazione che
dovrebbe avere un ruolo di coordinamento e controllo si è già rivelata
fallimentare proprio perché in qualche modo rispecchia un modo
gerarchico di organizzare le cose, senza averne le risorse (non sto
dando nessuna colpa a ILS per questo, ben inteso).

> - va bene, voi non ammettete gli sponsor commerciali (nonostanti i 
> limiti gia' imposti dalle linee guida su questo), cosa vieta di fare il 
> LD a modo vostro, lasciando agli altri la liberta' di farlo a modo loro, 
> ma sorvegliando che non ci siano errori gravi (come emerso in qualche 
> caso e giustamente fatto notare)?

Beh, se giungerà alla soluzione "ognuno faccia strada per sé",
ovviamente non ci sarà nessun "controllo" (controllo che non vuole
attuare nessuno, credo, se mai si vuole dare una garanzia di correttezza
a chi va a partecipare a questi eventi: non puoi andare a sentir parlare
di libertà e sentire invece solette pubblicitarie!).
Se si dovesse giungere a una qualche organizzazione per gruppi, anche
piccoli, si potrebbe collaborare attivamente nell'organizzazione e
trovare un modo per chiarire e rendere noto chi sta o non sta
rispettando i principi base a tutela dell'uditorio. Il modo e gli
strumenti sono da discutere.

> Se ve ne uscite dal "LinuxDay" non avrete piu' voce in capitolo per far 
> valere le vostre idee in questa comunita' e controllarne il corretto 
> funzionamento. E questo sarebbe una perdita per tutti.

Voce in capitolo non ne hanno avuta quanti hanno presentato la famosa
lettera aperta di Gennaio e pochissima (o niente) ne hanno avuta negli
ultimi due mesi, quindi non vedo dove starebbe la differenza.

> PS Come alternativa ad un nuovo evento vi ricordo che esiste il
> "Software Freedom Day" che potrebbe mettere tutti d'accordo

Forse sì, nelle intenzioni.
Sull'implementazione ho qualche dubbio. Infatti non sono d'accordo
neanche per le sponsorizzazioni di quell'evento (Google?!? Che c'entra
google col freesoftware?!? Non perché di tanto in tanto rilascia qualche
libreria...) e, soprattutto, il loro programma mi lascia alquanto
interdetto, staccandosi nettamente dalle loro "linee guida":

09:30 - 09:45 Introduzione
09:45 - 10:15 Alexjan Carraturo: Il software libero, introduzione ai
nuovi scenari
10:15 - 10:45 Domenico Margiotta: Comparative software tra proprietario
e libero
10:45 - 11:00 Pausa
11:00 - 12:00 Francesco Crippa: GNU/Linux ed il progetto Fedora
12:00 - 13:00 Paolo Bernardi: Python: una panoramica
13:00 - 15:00 Pausa Pranzo
15:00 - 18:00 Application Space.

Nella migliore delle ipotesi, si accennerà qualcosa sugli aspetti etici
durante l'introduzione (durata complessiva: 15') e nell'intervento
successivo (durata complessiva: 30'). Il resto è tecnologia (che non è
niente di malvagio, ma non è qualcosa di assimilabile alla divulgazione
della cultura della partecipazione).

Ciao.
-- 
Ivan Iraci
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