[LUG] Linux Day: Lettera aperta alla comunita' + prima proposta

Marco Ginofilippino ginofilippino@gmail.com
Ven 18 Gen 2008 20:25:36 CET


>
> Ei fu. Siccome immobile,
> dato il mortal sospiro,
> stette la spoglia immemore
> orba di tanto spiro,
> così percossa, attonita
> la terra al nunzio sta,
> muta pensando all'ultima
> ora dell'uom fatale;
> né sa quando una simile
> orma di piè mortale
> la sua cruenta polvere
> a calpestar verrà.
> Lui folgorante in solio
> vide il mio genio e tacque;
> quando, con vece assidua,
> cadde, risorse e giacque,
> di mille voci al sònito
> mista la sua non ha:
> vergin di servo encomio
> e di codardo oltraggio,
> sorge or commosso al sùbito
> sparir di tanto raggio;
> e scioglie all'urna un cantico
> che forse non morrà.
> Dall'Alpi alle Piramidi,
> dal Manzanarre al Reno,
> di quel securo il fulmine
> tenea dietro al baleno;
> scoppiò da Scilla al Tanai,
> dall'uno all'altro mar.
> Fu vera gloria? Ai posteri
> l'ardua sentenza: nui
> chiniam la fronte al Massimo
> Fattor, che volle in lui
> del creator suo spirito
> più vasta orma stampar.
> La procellosa e trepida
> gioia d'un gran disegno,
> l'ansia d'un cor che indocile
> serve, pensando al regno;
> e il giunge, e tiene un premio
> ch'era follia sperar;
> tutto ei provò: la gloria
> maggior dopo il periglio,
> la fuga e la vittoria,
> la reggia e il tristo esiglio;
> due volte nella polvere,
> due volte sull'altar.
> Ei si nomò: due secoli,
> l'un contro l'altro armato,
> sommessi a lui si volsero,
> come aspettando il fato;
> ei fè silenzio, ed arbitro
> s'assise in mezzo a lor.
> E sparve, e i dì nell'ozio
> chiuse in sì breve sponda,
> segno d'immensa invidia
> e di pietà profonda,
> d'inestinguibil odio
> e d'indomato amor.
> Come sul capo al naufrago
> l'onda s'avvolve e pesa,
> l'onda su cui del misero,
> alta pur dianzi e tesa,
> scorrea la vista a scernere
> prode remote invan;
> tal su quell'alma il cumulo
> delle memorie scese.
> Oh quante volte ai posteri
> narrar se stesso imprese,
> e sull'eterne pagine
> cadde la stanca man!
> Oh quante volte, al tacito
> morir d'un giorno inerte,
> chinati i rai fulminei,
> le braccia al sen conserte,
> stette, e dei dì che furono
> l'assalse il sovvenir!
> E ripensò le mobili
> tende, e i percossi valli,
> e il lampo dè manipoli,
> e l'onda dei cavalli,
> e il concitato imperio
> e il celere ubbidir.
> Ahi! Forse a tanto strazio
> cadde lo spirto anelo,
> e disperò; ma valida
> venne una man dal cielo,
> e in più spirabil aere
> pietosa il trasportò;
> e l'avviò, pei floridi
> sentier della speranza,
> ai campi eterni, al premio
> che i desideri avanza,
> dov'è silenzio e tenebre
> la gloria che passò.
> Bella Immortal! Benefica
> Fede ai trionfi avvezza!
> Scrivi ancor questo, allegrati;
> ché più superba altezza
> al disonor del Gòlgota
> giammai non si chinò.
> Tu dalle stanche ceneri
> sperdi ogni ria parola:
> il Dio che atterra e suscita,
> che affanna e che consola,
> sulla deserta coltrice
> accanto a lui posò.
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: http://lists.linux.it/pipermail/lug/attachments/20080118/5d28903d/attachment-0001.htm 


Maggiori informazioni sulla lista LUG