[lugar] ci vediamo?
Ilario Nocentini
ilario@ieee.org
Lun 8 Set 2008 13:46:53 CEST
Secondo me bisogna partire dai progetti che si possono realizzare, e
verificare se interessano e ce ne sono le forze.
E poi già migrare il comune ad OS è difficile, se mi sparisce anche il
supporto del LUG è quasi impossibile....
Insomma, vediamoci e parliamone, e decisiamo tutti insieme cosa fare.
Perché non ci incontriamo questo giovedì (11 settembre) al festival del
copyleft? Alle 19 c'è una tavola rotonda su software libero e pubblica
amministrazione, finito quello potremmo penderci una pizza insieme.....
fatemi sapere,
Ilario
Il giorno 8 settembre 2008 10.55, Graziano Giuliani <linuxrules@tin.it> ha
scritto:
> Penso sia necessario vedersi per decidere cosa fare nel/del gruppo
> Linux...
>
> Proprio quando le prospettive di diffusione del Software Libero si
> stanno aprendo a livello di amministrazione pubblica e sarebbe
> necessario fornire un supporto o almeno un appoggio, il LUG di Arezzo si
> trova nella fase forse più debole della sua storia.
>
> Il fenomeno non è solo del LUG di Arezzo, ma si è in atto in molti altri
> LUG non radicati in un tessuto produttivo o educativo.
>
> Tra di noi molti per questioni legate a famiglia, impegni e lavoro hanno
> negli ultimi due anni diradato e anche (il mio caso dall'inizio del
> 2008) sospeso la partecipazione alle riunioni serali.
> Molti sono quelli che per scelta di vita hanno lasciato Arezzo (ultimo
> il Bando), e a mio giudizio la mancanza di Arezzo Wave si è fatta
> sentire negli ultimi due anni come un macigno.
>
> Al tempo stesso la maggiore diffusione della banda larga mette a
> disposizione di tutti gli utenti del Software Libero dei centri di
> competenza raggiungibili sul Web a qualunque ora del giorno e della
> notte.
> Il nostro gruppo era nato qualche anno fa con la maggiore vocazione di
> fornire assistenza ed aiuto a quanti volessero passare a Linux, ed i
> nostri incontri serali erano spesso installazioni collettive di Linux
> sui PC di quanti venivano a chiedere il nostro aiuto. Queste persone poi
> per amicizia e nella prospettiva di aiutare gli altri rimanevano per
> qualche tempo con noi, ed il lavoro culminava sempre con "la festa" di
> Luglio ad AW.
>
> Queste attività sono venute a mancare (sfido chiunque ormai a non
> riuscire ad installare Linux su un PC), e a mio giudizio bisogna trovare
> un progetto differente da seguire.
>
> Sul territorio di Arezzo molte aziende usano Linux, ma abbiamo sempre
> fallito nel costruire nel o attorno al LUG un terreno neutrale per lo
> scambio di competenze e tecnologie come quello che caratterizza i LUG di
> aree "calde" da un punto di vista informatico (vedi esempi dei LUG
> americani). Se anche qualcuno si faceva vedere, mai due aziende si sono
> incontrate da noi nello stesso momento o luogo.
>
> Abbiamo fallito anche nell'agganciare la nostra attività a quella delle
> scuole e dell'università. Se sulla seconda scontiamo il fatto che i
> docenti provengono da Firenze e Siena e si appoggiano ai LUG di
> riferimento, sulle scuole il problema è più complesso: se da parte dei
> docenti e dei presidi abbiamo sempre avuto appoggi ed inviti, quando
> abbiamo provato ad "entrare" nelle scuole superiori abbiamo sempre
> trovato l'indifferenza e a volte l'aperta ostilità del personale tecnico
> non docente responsabile del settore informatico, interessato più a non
> aumentare il proprio carico (spesso ridicolo) di lavoro che ad acquisire
> le competenze necessarie alla migrazione al Software Libero. E anche qui
> le poche esperienze che hanno avuto qualche successo hanno scelto di
> rimanere nella propria scuola senza usare il LUG come veicolo per la
> diffusione, preoccupati di non "pestare i piedi" ai responsabili delle
> altre istituzioni scolastiche.
>
> Nel pubblico poi, in generale qui in Italia ognuno è sovrano di fare le
> proprie scelte, anche sperperando denaro, che tanto nessuno verifica poi
> se la spesa effettuata potesse essere evitata. E, almeno nelle
> istituzioni con cui siamo venuti a contatto, le competenze informatiche
> di base sono assai basse, e i settori dedicati, più che centri di
> competenze, sembrano bande brancaleone di praticoni che in qualche modo
> cercano di tirare avanti una barca che fa acqua da tutte le parti, e la
> cui massima aspirazione è trovare soluzioni "chiavi in mano" che
> permettano di gestire la situazione. Manca quasi completamente la
> capacità e la volontà di affrontare e risolvere i problemi internamente,
> e non parliamo poi dello sviluppo di software, che viene visto dove
> avviene al massimo come attività professionale extra da retribuire a
> parte e assolutamente non dovuta.
>
> Dato questo panorama, ritengo necessario vedersi per decidere cosa
> fare...
>
> In alternativa, suppongo che una eutanasia sia la terapia più
> indicata....
>
> Un demoralizzato Graziano.
>
> ---
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