[LUG-Ischia] Re: [LUG-Ischia] Associazione Software Libero: La libertà non è poter stare a guardare.
Federico Fiorillo
ffiorillo@infomedica.it
Lun 20 Gen 2003 14:31:12 CET
posso precisare alcune cose?
> Il problema maggiore infatti non è tanto l'accesso o meno al codice
> quanto la dipendenza da un singolo fornitore per un prodotto sul quale
> non si ha praticamente nessuna capacità di controllo.
vero. ma io e gli altri dipendenti della mia azienda cosa faremmo se i
nostri sorgenti diventassero pubblici? ve lo dico francamente: verremmo
surclassati da quelli che 'entrano' nelle istituzioni, pubbliche e private,
non per meriti ma per clientelismo (e vi assicuro che sono tanti i falchi:
ibm, eds, ecc... )
> Ci parrebbe
> pertanto molto più rilevante da parte di uno stato richiedere che tutti
> i fornitori di software proprietario, di cui Microsoft è il più
> importante, debbano usare protocolli di comunicazione e formati dei dati
> pienamente documentati, di pubblico dominio e non coperti da brevetti,
> garantendo così l'interoperabilità, l'indipendenza dal singolo
> fornitore, ed un regime di concorrenza reale.
mi permetto di farvi osservare che questo gia' esiste. per esempio.
esiste verso le basi dati con lo standard odbc (voluto da microsoft e ibm ma
poi sviluppato, ormai da piu' di un decennio, da terze parti a cui le
principali aziende hanno aderito ), ma se guardiamo sqlserver, informix,
db2, mysql e oracle, l'unico database che supporta a pieno questo
standard -ed ha driver scritti per farlo - e' sqlserver. gli altri fanno un
po come gli pare.
la stessa cosa vale per lo standard sql: provate ad utilizzare la clausola
di join con mysql e con oracle.
altri standard aperti esistono. xml e' ormai una realta' ma, come prima,
l'unico database che lo supporta a pieno, e' sqlserver ( per oracle valgono
molte eccezioni e soprattutto bisogna acquistare pacchetti proprietari oltre
a costi esorbitanti per le licenze, i prodotti ed il personale adatto per la
sua gestione ).
un altro esempio sugli standard, puo' essere quello di javascript, ma,
mentre microsoft ha implementato tutto lo standard - che badate bene e' da
anni ecmascript - aggiungendo come al solito il suo, quelli di netscape o
altri browser non l'hanno fatto.
ebbene si. netscape inventa lo standard; microsoft ed altri lo supportano;
lo affidano tutti ad una terza parte (ecma) e poi? poi netscape lo supporta
a meta' non riuscendo a contrastare chi voleva fare business con queste
tecnologie ed il risultato e' stato: monopolio.
lo stesso vale per tutto cio' che accade sulla rete: posta elettronica,
html, xhtml, dhtml, xml: tutti aderiscono, ma quasi sempre uno solo fa tutto
il necessario, mentre gli altri si lamentano del monopolio.
vi ricordo inoltre che standard di comunicazione aperta esistono anche da
prima dell'xml: mi riferisco per esempio a corba. che fine ha fatto? la fine
che gli sviluppatori di c++ e java gli hanno fatto fare.
ancora una: avere un sistema operativo open -come per esempio linux- quali
vantaggi porta all'utente medio, cioe' a quello che normalmente gioca o
accende il computer perche' deve lavorare e se potesse farne a meno lo
butterebbe dalla finestra? nel caso di linux la cosa secondo me diventa piu'
disastrosa ancora visto il difficile utilizzo per chi proviene da sistemi
mac o microsoft -e non voglio nenanche considerare il
deployment/distribuzione medio delle varie versioni-.
penultima osservazione: gli enti pubblici stanno cercando di risparmiare
andando verso sistemi aperti:
1. chi li manutiene? pochi. e quanto costano mediamente? molto.
2. chi realizza software per queste piattaforme? pochi. e quanto costano?
molto.
3. quali aziende prenderanno appalti? le solite. e con quali costi? maggiori
visto la necessaria 'specializzazione'.
4. chi garantisce in caso di controversie legali? nel caso di microsoft e'
facile. per altri sistemi?
ultima osservazione: vi ricordo che microsoft e' nata dopo tutti: mac, unix
ma e' riuscita a portare un pc in ogni casa. credo che se oggi esite per
esempio linux (quando l'ho visto io la prima volta girava su un 386 senza
coprocessore matematico e su un disco da 20 mb. confrontatelo con i sistemi
attuali) e' anche per la diffusione dei personal computer.
spero di non avervi annoiato con queste piccole osservazioni, ma nel mio
lavoro quelo che conta sono le informazioni -possibilemente quelle giuste-.
date cosi', quelle del comunicato dell'a.s.l. non mi sembrano cosi'
convincenti.
Federico Fiorillo
> COMUNICATO STAMPA.
>
> Associazione Software Libero: La libertà non è poter stare a guardare.
>
> Con una comunicazione ripresa da molti organi di stampa, Microsoft ha
> dichiarato di voler "aprire" il proprio codice ai governi e alle
> principali agenzie nazionali. Niente di nuovo, già da tempo Microsoft
> aveva rilasciato sorgenti dei suoi programmi ad alcuni partner ed
> istituzioni accademiche. La differenza questa volta sembra essere
> l'attenzione verso le istituzioni pubbliche.
>
> Stimolata, come molti osservatori ritengono, dalla cresciuta diffusione
> di GNU/Linux e dall'emergere in molti paesi di proposte di legge che
> richiedono la verificabilità del comportamento del codice usato dalla
> pubblica amministrazione, Microsoft è stata costretta a riconoscere la
> validità delle idee di quanti, da decenni, ritenevano l'accesso al
> codice la condizione minima indispensabile per poter verificare in
> maniera imparziale il corretto funzionamento dei programmi.
>
> Ma l'accesso al codice, e per di più ristretto ad un numero estremamente
> ridotto di persone, non garantisce nessuna delle libertà del Software
> Libero, ed è di scarsa utilità anche sul semplice piano della ricerca
> sui problemi di sicurezza, che sarebbe limitata non solo nel numero di
> soggetti che la potrebbero compiere, ma pure nelle modalità.
>
> In ogni caso per gli utenti finali, siano essi singoli che imprese,non
> cambia assolutamente nulla; ed anche per lo stato restano negate libertà
> fondamentali come quelle di poter distribuire liberamente il codice e
> poterlo modificare a piacimento. Solo se queste libertà sono garantite
> il software può essere considerato libero, ed un soggetto, sia esso
> privato o pubblico, può considerarlo "suo".
>
> Infatti il solo accesso al codice, anche quando non limitato, come in
> questo caso, a pochi eletti, senza la possibilità di una libera
> distribuzione e modifica non garantisce nessuno dei diritti fondamentali
> che servono ad evitare la dipendenza da un fornitore ed ad incentivare
> la concorrenza sul mercato e il controllo capillare da parte dei
> cittadini.
>
> Il problema maggiore infatti non è tanto l'accesso o meno al codice
> quanto la dipendenza da un singolo fornitore per un prodotto sul quale
> non si ha praticamente nessuna capacità di controllo. Ci parrebbe
> pertanto molto più rilevante da parte di uno stato richiedere che tutti
> i fornitori di software proprietario, di cui Microsoft è il più
> importante, debbano usare protocolli di comunicazione e formati dei dati
> pienamente documentati, di pubblico dominio e non coperti da brevetti,
> garantendo così l'interoperabilità, l'indipendenza dal singolo
> fornitore, ed un regime di concorrenza reale.
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