[LUG-Ischia] Italia, ai netcafé ora serve l'autorizzazione
Linux User Group Ischia
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Mar 2 Ago 2005 16:40:46 CEST
SALVINO NAPOLIONE del LUG-ISCHIA
su PUNTO-INFORMATICO.it
mette in luce un gravissimo problema
http://punto-informatico.it/p.asp?i=54372&p=2&r=PI
Italia, ai netcafé ora serve l'autorizzazione
I gestori degli internet point nostrani sono perplessi dinanzi alle misure
anti-terrorismo varate dal Governo, che li investono direttamente. Ecco cosa
sta accadendo in questi giorni
Roma - Le misure antiterrorismo varate dal Governo colgono di sorpresa i
gestori degli internet point, oberati di nuovi obblighi che mal digeriscono.
Il cosiddetto "decreto Pisanu" o "pacchetto sulla sicurezza" appoggiato
dalla maggioranza fa discutere sotto numerosi aspetti.
Tra le altre cose prevede la costituzione di una polizia giudiziaria
specializzata con compiti particolari, il prelievo coatto della saliva ai
sospetti terroristi, carcere fino a 4 anni per chi detiene un documento
falso per l'espatrio, permesso di soggiorno elettronico e nuovi poteri
investigativi del Pm. Inoltre, sempre nell'ambito degli strumenti di
indagine e di controllo, un secondo gruppo di norme del decreto è rivolto
alla salvaguardia, per un periodo determinato, dei dati essenziali relativi
alle comunicazioni telefoniche e telematiche, all'integrazione dell'art. 132
del Codice in materia di protezione dei dati personali e, più in generale,
alle misure amministrative utili per controllare attività "sensibili" ai
fini di terrorismo, come gli esercizi di internet point e simili, le
attività di volo, le attività inerenti agli esplosivi.
In particolare interessano i gestori di sale dotate di postazioni connesse
alla rete o comunque di "servizi di comunicazione elettronica accessibile al
pubblico" le norme contenute negli articoli 6 e 7 del decreto in via di
conversione:
1 - Fino al 31 dicembre 2007 devono essere mantenuti i dati "del traffico
telefonico o telematico", "esclusi i contenuti delle comunicazioni e
limitatamente alle informazioni che consentono la tracciabilità degli
accessi e dei servizi". L'onere della conservazione è a carico dei
"fornitori di una rete pubblica di comunicazione", dunque soprattutto
proprietari e gestori di Internet point.
2 - Si stabilisce inoltre l'onere di conservazione dei dati "per altre
finalità" per sei mesi. Decorso tale termine tuttavia i soggetti obbligati
devono mantenere i dati per ulteriori sei mesi.
3 - "A decorrere dal quindicesimo giorno successivo alla data di entrata in
vigore del presente decreto e fino al 31 dicembre 2007, chiunque intende
aprire un pubblico esercizio o un circolo privato di qualsiasi specie nel
quale sono posti a disposizione del pubblico, dei clienti o dei soli soci
apparecchi terminali utilizzabili per le comunicazioni, anche telematiche
deve chiederne la licenza al questore".
4 - "Per coloro che già esercitano le attività la licenza deve essere
richiesta entro trenta giorni dalla data di entrata m vigore del presente
decreto".
5 - Il gestore è tenuto inoltre ad identificare, previa registrazione dei
dati di un documento di identità, il cliente.
Si tratta di una serie di obblighi che trasformano semplici imprenditori in
qualcosa che si avvicina molto al pubblico ufficiale. Ma come hanno reagito
i diretti interessati? Sono a conoscenza dei nuovi obblighi? Cosa ne
pensano? Punto Informatico ne ha contattati un piccolo gruppo: ecco cosa
hanno dichiarato.
"Il mio modesto parere e che queste sono norme cretine", sostiene Salvatore
Napolione che gestisce un punto di accesso ad Ischia: "Il mio esercizio,
come tanti altri che si trovano in luoghi di villeggiatura, è rivolto per lo
più a clienti, turisti e ospiti nei quali si ha la necessità di controllare
soprattutto la propria posta elettronica. La nuova legge prevede che il
gestore debba tenere il controllo di quello che fanno i clienti e spero ci
si riferisca solo alla conservazione dei log".
"Per quanto riguarda poi l'acquisizione dei dati da un documento di
riconoscimento", continua l'esercente, "questo potrà mai fermare un
terrorista? E come facciamo noi a controllare la veridicità del documento
magari scritto in arabo? E se ci danno la tessera del club di Topolino? È
molto imbarazzante per noi fare i vigili... Cosa succede se i nostri clienti
non intendono consegnarci il documento? Addio clienti".
"Non credo che i terroristi non sappiano come evadere situazioni di
controllo come questa", dichiara Horacio Chiesa amministratore di una
società che fra l'altro possiede Internet Point: "È un altro passo per il
controllo mondiale della popolazione informatizzata. Per noi più lavoro e
meno velocità per gli utenti".
La maggior parte della categoria però è all'oscuro dei nuovi obblighi sia
perché magari non informata nei dettagli sia perché è ancor difficile
reperire informazioni precise circa la procedura da seguire.
"Sono francamente in ansia", dice Paolo Miniusi da Viareggio: "Mi sono
recato in questura per chiedere precise informazioni su cosa esattamente
fossi tenuto a fare. Mi hanno detto di attendere. La mia situazione è
difficile: ho 18 postazioni e sono solo. I clienti sono molti e dubito che
riuscirò a svolgere le nuove incombenze senza difficoltà. Il mio, poi, è un
club che prevede il tesseramento obbligatorio: potrei essere esonerato dal
richiedere i documenti?".
Il decreto parla chiaro: è il gestore a dover registrare i dati del
documento mentre spesso, oggi, sono gli stessi clienti a riempire i moduli
per la richiesta delle tessere dei club. Lo stesso vale per quei sistemi che
prevedono l'iscrizione degli utenti con nome e password.
In molti fanno notare come sia necessario un software che sia in grado di
archiviare in maniera razionale i dati del traffico incrociati con le
diverse identità, cosa che per ora i programmi di amministrazione utilizzati
negli Internet point non fanno ancora.
"Non sapevo di queste nuove norme ma penso che per noi questa sia una
follia", è il parere di Marco Pardera da Milano, "capisco che i grandi
gestori di telefonia debbano conservare il traffico telefonico telematico,
ma far fare questo lavoro a noi è assurdo. Queste nuove leggi mixate per
bene con la legge sulla privacy sono un cocktail micidiale per la nostra
attività e pertanto penso proprio che a settembre chiuderò. Queste leggi
così applicate sono una farsa e forse violano anche la privacy oltre ad
essere inutili".
"Ho aperto da poco un internet point", confessa Stefano Migliozzi, "e molto
francamente non sapevo molto di questo decreto. Non mi hanno informato di
nulla né dal commercialista, né alla Confcommercio. Non mi è molto chiaro
come potrei fare ad archiviare tutti i siti visitati dagli utenti (se è
questo che mi è richiesto di fare), né come poter archiviare i dati degli
utenti".
"Trovo che l'iniziativa antiterrorismo sia importante", è il parere di
Alessio Iannario da Pescara, "di conseguenza aderisco linearmente alle nuove
norme sui dati del traffico telematico. Per i gestori naturalmente questo
adeguamento delle infrastrutture comporta una spesa significativa tra
hardware e software, noi abbiamo già sostenuto questo investimento da un po'
di tempo ed ora siamo in grado di fornire un ottimo supporto per le autorità
competenti".
Più di una persona ha sollevato anche il problema che riguarda gli utenti
(sempre di più) che approfittano dell'Internet point per collegarsi con il
proprio portatile. In questo caso sarà possibile controllare ugualmente
l'utente oppure il potenziale terrorista riuscirà a farla franca?
Alessandro Biancardi
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