[LUG-Ischia] Wikipedia, al via la convention mondiale Ma i gesuiti attaccano l'enciclopedia
Linux User Group Ischia
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Mar 2 Ago 2005 17:57:27 CEST
Domenica 31 luglio nell'articolo del giorno sulla pagina inglese di
Wikipedia (http://www.wikipedia.org) si parlava con grande sussiego del
presidente bielorusso, Alexandr Lukashenko, dell'Unione sovietica e di come
le cose andavano bene a quei tempi. Non faceva un bell'effetto. Ma chiunque
non fosse stato d'accordo avrebbe potuto entrare nel sistema editoriale
dell'enciclopedia on line e ritoccare o riscrivere una parte di quella voce.
Almeno questo risponderebbe uno dei "militanti" dell'enciclopedia scritta
dalla rete, forse non convincendo nessuno.
Di certo non il gesuita Antonio Spadaro, che sulla Civiltà Cattolica di
questo mese ha recensito l'iniziativa mettendo in evidenza proprio il suo
maggior punto debole, l'inaffidabilità, che per un'enciclopedia
"tradizionale" è un elemento costitutivo.
E l'affidabilità dovrebbe essere uno dei crucci dello stesso "movimento",
che va a riunirsi dal 4 all'8 agosto nella prima grande convention mondiale
(http://wikimania.wikimedia.org/wiki/Main_Page) a Francoforte sul Meno. Ma
al momento, la sera del 1 agosto 2005, la pagina di Wikimania, non il nome
della convenzione, è un pasticcio per metà in inglese e metà in tedesco, e
di comunicazioni non tutte all'altezza del compito che i partecipanti si
sono autoassegnati.
Per la verità il gesuita Spadaro (questo il suo articolo:
http://www.laciviltacattolica.it/quaderni/2005/3722/articolo%20spadaro.html)
non si risparmia nemmeno l'accusa di relativismo culturale. E' un'accusa
fondata: Wikipedia è relativista, i valori dei partecipanti sono tutti sullo
stesso piano, tranne quelli che sono alla base del progetto, regole che
fanno aggio su tutti gli altri. Wikipedia peraltro è solo il nome più famoso
dei diversi progetti nati attorno al software di collaborazione "wiki"
(eccone una definizione: http://it.wikipedia.org/wiki/Wiki), che è insieme
un sistema editoriale che permette di lavorare in modo geograficamente
distribuito (fra persone che non sono nello stesso luogo) e aperto alla
partecipazione in rete da parte di chiunque si registri per farlo (ma è
possibile un certo grado di intervento anche da non registrati).
Attorno a questa architettura software che viene dalle origini della rete,
si sono sviluppate diverse declinazioni del progetto, delle quali wikinews,
un progetto di notiziario prodotto non dal basso, ma dal dovunque e da
chiunque scriva, è uno dei punti salienti.
All'accusa di scarsa affidabilità i propugnatori di Wikipedia opporrebbero
il valore dell'apertura del loro progetto, della scrittura multipla e quindi
multisapiente. Una scrittura che non ha filtri se non quello "automatico",
dell'autocorrezione data dalla partecipazione di tutti i soggetti
interessati.
E proprio questo aspetto di "acefalia" del sistema, con migliaia di
individui che contribuiscono al sapere e alla coscienza collettiva sembra
affascinare particolarmente il gesuita Spadaro che ne combatte però
l'assenza di "intenzione" culturale, il suo essere una grande idea new age
coniugata in tecnologia.
Può crescere un progetto così? Può prosperare e diventare una "cosa seria"
che le scuole possano usare nella loro attività e le persone nel loro lavoro
quotidiano? La riposta è sì, a patto di liberarsi di qualche impalcatura
ideologica. Il limite più grande di Wikipedia (che esiste anche in italiano:
http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale).
L'errore ha due teste: l'idea che gli interessi concreti delle "teste
scriventi" possano essere governati e corretti dalle sole regole vigenti al
suo interno. Secondo: i più scatenati vedono nella tecnologia wiki la chiave
magica che smantellerà l'assetto dei media (wikinews) e del sapere
(wikipedia). Vivendosi come un mezzo alternativo dei cittadini, il progetto
si pensa come media alternativo - del libro, del giornale, di qualsiasi
forma nata nell'epoca della scarsità di accesso tecnologico al sapere.
Eppure Wikipedia è un grande progetto, perché l'idea del lavoro distribuito
è un driver di grande forza economica, scientifica e tecnologica.
Wikipedia, nonostante tutto, funziona - per esperienza personale: nella
versione inglese le voci riguardanti la tecnologia sono rese in modo quasi
perfetto. E poiché il tempo di vita delle informazioni che vi sono
depositate è un tempo lungo, ne risulta più facile anche la verifica e la
correzione. Se i suoi promotori e partecipanti sapranno evitare la
tentazione di dar vita al sottoprodotto internet del no global, in forma di
rivolta antimediatica, questo potrebbe essere il primo grande corto circuito
di tecnologia e spirito pubblico.
Certo Wikipedia chiede molto al suo lettore: una riorganizzazione dei suoi
valori. In essa la parola scritta assume una forma mobile e incerta,
contestabile e contestata, che può essere diversa domani da quanto era due
minuti fa. Non la si compra a rate per lasciarla ai figli. Ma l'impermanenza
è la sostanza del vivere digitale.
(2 agosto 2005)
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