[Scuola] Chiudiamo questa lista?

Damiano Verzulli damiano@verzulli.it
Thu Dec 15 01:08:05 CET 2016


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Il 14/12/2016 23:02, Eleonora Panto ha scritto:
> [...] le GAFE (google apps for education) hanno consentito a tante 
> insegnanti di essere autonome di non doversi preoccupare degli
> strumenti ma della didattica... [...]

Questo e' un punto "focale".

Da un lato c'e' qualcuno che cerca nella tecnologia un "supporto" che
possa contribuire a migliorare l'azione didattica. Il caso e' quello
dell'insegnante che tipicamente _NON_ e' autonomo nelle scelte
tecnologiche e, in generale, si appoggia a suggerimenti/consigli di terzi
(tipicamente totalmente avulsi dal contesto "scolastico") e, in ultimo,
all'uso di servizi "proprietari" (GApps, Office365, etc.);

Dall'altro, di fronte a questi insegnanti, siedono una pletora di
studenti che sebbene siano (molto piu') avvezzi dell'insegnante nel
"finto-padroneggiare" la tecnologia di massa (smartphone, smartwatch e
tablet in primis; notebook e PC in subordine), non si auto-pongono
minimamente alcun problema "etico" nell'uso di tali tecnologie. La
accettano passivamente, senza porsi alcun dubbio circa le implicazioni
(anche "di base") delle loro azioni.

Quando questi studenti si trovano di fronte l'insegnante di cui sopra....
a mio parere, la miscela che si forma e' _LETALE_ (se riferita alla
diffusione della conoscenza rispetto alle dinamiche del F/OSS). Non tanto
perche' l'insegnante usa Office365 (anziche' libreoffice) o Google Groups
(anziche' altri servizi "non-proprietari") o usa uno smartphone Android o
iOS. Ma soprattutto perche' nel farlo, l'insegnante tipicamente _NON_ si
preoccupa minimamente di "inculcare" nella testa dello studente il
benche' minimo "dubbio" o la benche' minima "spiegazione" circa quello
che sta accadendo (il perche' si utilizza un certo strumento e quali
alternative sono state valutate ed eventualmente scartate).

Si finisce, quindi, in un contesto nel quale tutti (insegnante e
studente) sono convinti che quello che sta accadendo e' l'unica cosa che
possa accadere.
E questo, secondo me, equivale esattamente ad _ammazzare_ quello spirito
critico che, viceversa, dovrebbe essere alimentato, specie negli studenti.


Sono convinto che lo scenario sopra descritto e' tanto piu' vero quanto
piu' l'insegnante _NON_ si occupa di tecnologia. In questo senso,
paradossalmente, l'aver ampliato l'accesso alla tecnologia ad un insieme
molto ampio di docenti, ha prodotto una sorta di "ghettizzazione" di
quell'insegnante "tecnologico" che, se gia' prima era una sorta di "mosca
bianca" (nel ristretto insieme dei docenti "tecnologici"), ora e'
diventato un "piccolo acaro" che come si muove provoca un certo
"fastidio" (non solo ai colleghi "tecnologi", ma a _tutti_ i colleghi).
Il risultato e' che... si getta la spugna (per non farlo ci vorrebbero
qualita' trasversali, non solo tecniche, decisamente fuori dal comune).


> L'open source ha vinto: nel 2002 [...] l'open source ha vinto ed è
> sostenuto dalle grandi aziende informatiche 
> https://eclipse.org/membership/exploreMembership.php e github viene
> usato un po' per tutto...  https://github.com/HackEducation quindi la
> battaglia culturale è stata vinta

No. Non sono d'accordo.

Che l'open-source abbia "vinto" (in generale; non in termini
"scolastici") e' fuor di discussione. Mi e' chiarissimo quale ruolo
giochino attualmente le tecnologie che ruotano attorno a Linux ed a tante
altre tecnologie open-source: senza di loro Internet non sarebbe quella
di oggi. Senza di loro quei servizi piu' volte richiamati in questo
thread semplicemente _NON_ esisterebbero. Su questo non si discute.

Ma qui, in questa lista, in questo thread, _NON_ parliamo di open-source
"tout-court". Parliamo di "Open Source _NELLA_SCUOLA_". E li, purtroppo,
il fatto di aver _PERSO_ e' inopinabile :-(.
Non abbiamo perso: ci hanno proprio _ANNIENTATO_! Non esistiamo piu'. Punto.
E a chi volesse vedere il bicchiero un tantino pieno... suggerisco di
rileggere la mail che Fulvio Pizzigoni ha inviato su questa stessa lista
lo scorso 09/06/2016:
	http://lists.linux.it/pipermail/scuola/2016-June/002544.html


Tornando a noi, non concordo neanche (e soprattutto) con il commento finale:

> quindi la battaglia culturale è stata vinta

Per me la "battaglia culturale" si e' combattuta (in modo anche "ardito"
ed "impavido") nel periodo 2000-2010, con qualche significativo successo
proprio in quel periodo e poi con un lento, costante, inesorabile
affievolimento che ha portato, gia' da qualche anno, ad una sconfitta
senza SE e senza MA.

Dico questo non solo perche' sono convinto che la percentuale di studenti
che conoscesse il termine "Linux" 5 anni fa sia significativamente
maggiore di chi lo conosce oggi. Lo dico anche perche', purtroppo, sono
convinto che 5 anni fa il 100% degli studenti era in grado di scrivere su
una tastiera QWERTY mentre oggi... piu' di qualcuno ha qualche problema a
scrivere su qualcosa che non sia il touch di uno smartphone. Figuriamoci
il disquisire sui temi "alti" del Software Libero :-(

Mi sbaglio?



> tutto dipende da qual e' il progetto per cui siamo qui :)

Il mio "progetto" potra' ritenersi "concluso positivamente" se gia' solo
un singolo docente "a digiuno di questi temi" dovesse decidere di
spendere del tempo per analizzare a fondo gli argomenti di cui stiamo
discutendo (ad esempio partendo da qualcosa di liberamente accessibile
[1][2]) e, subito dopo, decidere di spendere del tempo (in classe) per
(cercare di) illuminare le menti dei propri studenti proprio su questi temi.
Tuttavia, seppur concluso positivamente, il "prezzo" che avro' pagato,
sara' comunque stato alto. Troppo alto [3].

Un saluto,
DV


[1] http://www.theopencd.it/live/extras/books/CodiceLibero/index.html
[2] http://www.oreilly.com/openbook/opensources/book/index.html
[3] http://linuxdidattica.org/docs/conferenze/padova/padova/frl_12.html

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Damiano Verzulli
e-mail: damiano@verzulli.it
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possible?ok:while(!possible){open_mindedness++}
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"Technical people tend to fall into two categories: Specialists
and Generalists. The Specialist learns more and more about a
narrower and narrower field, until he eventually, in the limit,
knows everything about nothing. The Generalist learns less and
less about a wider and wider field, until eventually he knows
nothing about everything." - William Stucke - AfrISPA
  http://elists.isoc.org/mailman/private/pubsoft/2007-December/001935.html
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