[toscana] [OT] Il vernacolo fiorentino come il riso Basmati!

Giovanni Mascellani g.mascellani@gmail.com
Lun 6 Dic 2010 13:05:41 CET


Ciao.

Il 05/12/2010 15:02, Hal ha scritto:
> Ma alla Crusca sono tutti «briài»? 
> (Tanto per fare un uso «non privato» un termine ripreso, adesso
> illegalmente, da quel vocabolario)

No, è legale ora quanto lo era prima.

> Quindi i fiorentini, per secoli, parlano il fiorentino. L'Accademia
> della Crusca, coi soldi dei fiorentini stessi[1] scrive il vocabolario
> dei termini usati dai fiorentini, e immediatamente quei termini
> appartengono legalmente all'Accademia della Crusca? Cosa appartiene
> all'accademia? La definizione dei termini? Quindi posso usarli, ma non
> devo comprenderne il significato perché sennò violo la legge?

Scusami, se questo fosse vero allora varrebbe anche per qualsiasi altro
dizionario di qualsiasi altra lingua: è ovvio che non è così. Un autore
può riservarsi solamente i diritti che gli sono concessi dalla legge:
questo non vuol dire che non puoi usare le stesse parole che trovi in un
altro testo, semplicemente che non puoi copiare parti significative
dello stesso testo. In ogni caso, il diritto d'autore non si applica
alle cose che tu impari leggendo quel testo: se io imparo la teoria
delle funzioni di Morse, la mia conoscenza non è vincolata ai diritti
del libro sul quale ho letto la teoria. Sono libero di parlare quanto mi
pare e piace della teoria di Morse, scriverci dei libri (ed
eventualmente anche venderli), utilizzarla per costruire altre cose.
Quello che non posso fare è copiare dei pezzi del libro che ho letto per
fare questo.

La stessa cosa vale per il vocabolario.

> nota [1]: http://www.vocabolariofiorentino.it/credits.asp «Il progetto
> ha goduto in parte dei finanziamenti della Regione Toscana e del Comune
> di Firenze.»
> 
> Le lingue sono di chi le parla o di chi le «brevetta»?
> 
> E poi, ma la Regione Toscana spende i nostri soldi (quanti? QUANTI?) per
> rendere «Copyright» il fiorentino contemporaneo?
> 
> Perché i progetti finanziati con i soldi pubblici (vostri e miei) dagli
> enti pubblici devono servire a «segregare» la conoscenza, invece di
> renderla ancora più facilmente fruibile?

Questa è già un'altra domanda, perfettamente sensata. Perché non fare in
modo che questa opera si migliorabile da chiunque? Su questo sarebbe
interessante interrogare chi è coinvolto (la Crusca, la Regione, ...).
Però è importante capire che modificare e redistribuire un'opera è una
cosa ben diversa dal leggerla e studiarla, cose che non sono impedite
(né sono impedibili) tramite il diritto d'autore.

La questione dei brevetti è completamente diversa.

Ciao, Gio.
-- 
Giovanni Mascellani <mascellani@poisson.phc.unipi.it>
Pisa, Italy

Web: http://poisson.phc.unipi.it/~mascellani
Jabber: g.mascellani@jabber.org / giovanni@elabor.homelinux.org

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