Anjuta (ho cominciato, e cominciano i problemi)
Francesco Potorti`
pot@gnu.org
Fri, 27 Apr 2001 11:22:08 +0200
Lorenzo Cappelletti <L.Cappelletti@mail.com>:
Se scrivi una cosa molto tecnica per dei neofiti, dopo 10 minuti si
stancano di leggere perché non ci capiscono niente; viceversa, se
scrivi una cosa con un linguaggio piano per degli addetti ai lavori,
si sentono presi in giro, oppure si perdono (quando non viene loro da
sorridere) perché tanti termini a loro famigliari sono scomparsi,
sostituiti da qualche roccambolesca traduzione.
Non so da quanto frequenti la lista, ma mi ricordo questa discussione
fatta almeno un paio di volte l'anno da quando è nata la lista :-)
Comunque, l'argomento è importante e va sempre riaffrontato.
No, la traduzione *non* deve essere dipendente dall'uditorio, se questa
decisione è presa dal traduttore. La traduzione deve usare lo stesso
registro usato nell'originale. Se l'originale e` ben fatto, il registro
dipenderà dall'uditorio. Il lavoro del traduttore *non* è immaginare un
uditorio, quello è il lavoro dell'autore. Quello del traduttore è di
essere fedele.
Il resto viene di conseguenza.