Un Consiglio
Francesco Potorti`
tp@lists.linux.it
Sun Mar 2 19:06:01 2003
> > Questo discorso riemerge tipicamente ogni uno o due mesi dai vari anni
> > che questa lista esiste. Se il programma originale è
> un motivo ci sarà :P
Sì, è perché, per nostra fortuna, spesso abbiamo dei nuovi arrivi che
mancano di esperienza. Se non fosse così, vorrebbe dire che siamo
sempre gli stessi quattro gatti :-)
A molte persone viene naturale pensare che la traduzione serva per
facilitare l'utente.
Questo è sbagliato. Una traduzione non può rendere un programma più
semplice. Quel che può fare una traduzione è renderlo comprensibile ad
un italiano quanto lo è ad un inglese. Questa è semplicemente la
definizione di traduzione. La sua unica utilità è togliere uno dei
requisiti per usare un programma, cioè conoscere la lingua inglese.
Chi pensa diversamente spesso non ha mai pensato seriamente a cos'è una
traduzione, o non ci ha pensato abbastanza a lungo. Un errore tipico è
attribuire alla traduzione un peso maggiore di quel che ha, ritenendo
che la traduzione può migliorare l'usabilità di un programma, o
avvicinarlo ad utenti inesperti, quando invece l'esperienza è molto più
che non imparare qualche termine specialistico in inglese. Un altro
errore è ritenere che un termine inglese che si è imparato a conoscere
usando un programma sia per questo più comprensibile o più specifico del
corrispondente termine italiano: talvolta è vero, ma è l'eccezione, non
la regola.
Un buona traduzione è quella che rende in italiano quel che il programma
è in inglese. Se è destinato ad un'utenza inesperta o esperta in
inglese, così deve restare in italiano.
Se una traduzione fa qualcosa di diverso, vuol dire che chi traduce si è
preso delle libertà. Benché in teoria prendersi delle libertà possa
migliorare un programma, in ogni caso cambia le scelte dell'autore del
programma. Io non vorrei mai usare un programma tradotto in cui il
traduttore si sia preso delle libertà.