Dipende dal contesto
Luca Padrin
luca@mandarinlogiq.org
Mer 31 Maggio 2006 15:53:57 CEST
Alle 13:16, mercoledì 31 maggio 2006, Spina ha scritto:
> Marco ciampa wrote:
> >A proposito dei termini default e handler, spesso
> >possono essere tradotti
> >rispettivamente con predefinito e gestore, ma non >sempre, dipende dal
> >contesto.
> > ---
> > Marco Ciampa
>
> Perfetto, tutti noi sappiamo pero' che i termini
> default e handler fanno parte del gergo informatico per indicare
> "predefinito" e "gestore" rispettivamente. Se il contesto e' tale per cui
> il significato non e'
> questo allora lo traduco tranquillamente.
> Quello su cui vorrei far pressione e' che molti termini fanno parte del
> gergo informatico internazionale. Se traduciamo sempre il termine font ad
> esempio, a parte che risulta difficile tradurre "font character", una
> persona che non ha mai sentito parlare di font, riesce ad associare, in
> maniera inversa, "tipo di carattere" a font? Una cosa e' tradurre il
> generale discorso, una cosa e' tradurre i termini tecnici. Chiunque legga
> una pagina di un manuale, un howto etc..
> dovrebbe comunque assimilare termini facenti parte del gergo informatico.
> Io penso che tutti noi quando siamo tra informatici parliamo di font e non
> di "tipo di carattere".
>
> Emanuele
>
Il problema comune a tutti i lavori di localizzazione è appunto decidere a che
target di pubblico è rivolto il nostro lavoro.
Come dici tu, Emanuele, se scriviamo ad esempio in mailing list di traduzione
è meglio usare termini di gergo informatico internazionele, così ognuno ha
un'idea definita di cosa si sta parlando e si può capire meglio come
tradurre.
Ma la motivazione del nostro lavoro di traduzione è fornire un ambiente
user-friendly perchè immediatamente accessibile ad ognuno nella propria
lingua, ed il target a cui miriamo è fatto da molte persone che non sono
confidenti con Linux e l'informatica, ma che usano il computer solo come
utenti più o meno evoluti, e non sono abituati quindi a lavorare in progetti
internazionali e non conoscono quindi il gergo internazionale.
Quello su cui bisogna stare attenti è poi che non tutti i termini usati in
informatica appartengono solo al gergo informatico internazionale ma vari
possono appartenere anche ad un gergo informatico italiano. L'importante è
che i non esperti possano capire di cosa stiamo parlando e gli esperti
riescano sempre ad inferire dalla traduzione il termine del gergo informatico
internazionale.
Per esempio, mouse ovviamente non possiamo tradurlo con topo, ma keyboard ha
l'analogo in italiano di tastiera (prova a chiedere ad un negoziante il
listino delle keyboard :-) ) e default può essere benissimo secondo me
tradotto con predefinito (come da glossario di tp), termine che per inciso ha
anche un significato comune in italiano.
Poi si può sempre come suggerivi mettere termine inglese e tra parentesi
termine italiano per riutilizzo futuro, ma lo eviterei se non strettamente
necessario.
Permettimi un divertissement: sarebbe più facile se non dovessimo tradurre
alcun termine informatico, basterebbe solo fare uno script che traduca la
sintassi con una regola tipo questa che va bene per la maggior parte della
sintassi inglese :-) :
-<soggetto> verbo <complemento oggetto>, tradurre solo il termine centrale in
italiano
-aggettivo <soggetto> verbo aggettivo <complemento oggetto>, tradurre solo i 2
termini centrali, non occorre accordo per il genere al soggetto o complemento
oggetto
A disposizione per la prosecuzione di questa interessante discussione.
P.S.: scusate la lunghezza della lettera
Luca
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