Revisione traduzione Vorbis-tools

Pietro Vischia pietro.vischia@gmail.com
Lun 10 Set 2007 19:42:27 CEST


Il 09/09/07, Emanuele Aina<em@nerd.ocracy.org> ha scritto:
> Pietro Vischia quotò:
>
> >>> Non rispettare questa convenzione porta a traduzioni che danno una
> >>> percezione di scarsa professionalità che vorrei evitare...
> >> Purtroppo la parvenza di professionalità in Italia si basa sul fumo. Se
> >> un programma fa quello che deve fare, può anche dire le parolacce e
> >> ruttare! :P
> >
> > Quoto in pieno Fabio. Personalmente ritengo che un software, come un
> > libro o un quadro, sia da considerarsi come un prodotto del suo
> > autore: sempre nell'ambito delle linee guida riguardanti la
> > salvaguardia della sintassi italiana, ritengo quindi giusto che il
> > traduttore debba risultare il più trasparente possibile, mantenendo
> > dunque la colloquialità e i modi di porre i messaggi di errore del
> > programmatore!
>
> Ripeto: se per un anglofono la colloquialità è normale, per un italiano
> non lo è.
>
> E violare questo criterio *NON* dà una traduzione fedele.
>

Hem, ti correggo: "traduzione fedele" è al contrario proprio la
traduzione che rende in lingua italiana il modo di sentire inglese
(pachistano, svizzero o di dove diavolo sia il programmatore) del
discorso.

Tu invece stai parlando di una traduzione che rende conforme al modo
di sentire italiano il discorso inglese: possiamo chiamarla
"traduzione italianizzata".

Allora, riassumendo, diciamo che tu sei a favore di una
italianizzazione del software piuttosto che di una conversione
linguistica che mantenga intatto lo spirito dei messaggi! Niente di
male in questo, ma non vorrei che si equivocasse sul termine "fedele"
;) Ovviamente, a mio modesto avviso ;)

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"La mente dopo essersi aperta a nuove idee non torna mai alle
dimensioni originali." (A. Einstein)

"Il culo pure!" (E. Henger)


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