Revisione traduzione Vorbis-tools

Emanuele Aina em@nerd.ocracy.org
Mar 11 Set 2007 19:24:06 CEST


Fabio Riga contestò:

>>> Ripeto: se per un anglofono la colloquialità è normale, per un
>>> italiano non lo è.
> A un certo punto non capisco su che basi sostieni questo. Su una tua 
> personale percezione di "professionalità", su una statistica o sull'uso 
> comune delle altre traduzioni/riscritture?

La terza.

> Anche se quest'ultima cosa 
> ha un peso, ho l'impressione che le linee guida di traduzione di altre 
> fonti sono scelte "dall'alto" e non credo che la maggior parte degli 
> utenti riterrebbe poco professionale un programma che si rivolge 
> direttamente a loro. È solo una mia impressione ma vorrei fare un 
> sondaggio in proposito... 

Sarebbe decisamente ben accetto!
Solleverebbe tutti i traduttori da un sacco di lavoro aggiuntivo...

>>> E violare questo criterio *NON* dà una traduzione fedele.
>>>
>> Hem, ti correggo: "traduzione fedele" è al contrario proprio la
>> traduzione che rende in lingua italiana il modo di sentire inglese
>> (pachistano, svizzero o di dove diavolo sia il programmatore) del
>> discorso.

Indipendentemente dal termine, l'importante è che un messaggio che non 
intende sorprendere l'utente non lo faccia neppure quando tradotto.

>> Tu invece stai parlando di una traduzione che rende conforme al modo
>> di sentire italiano il discorso inglese: possiamo chiamarla
>> "traduzione italianizzata".

Preferirei un altro termine, dato che per "italianizzare" si intende 
l'uso di brutture quali "settare", ecc.

>> Allora, riassumendo, diciamo che tu sei a favore di una
>> italianizzazione del software piuttosto che di una conversione
>> linguistica che mantenga intatto lo spirito dei messaggi! Niente di
>> male in questo, ma non vorrei che si equivocasse sul termine "fedele"
>> ;) Ovviamente, a mio modesto avviso ;)
> Qui sono io a quotare in pieno Pietro. Solo che inoltre contesto questo 
> presunto modo di sentire italiano. Nel testo tradotto dovrebbe invece 
> saltar fuori il modo di sentire dell'autore. E questo non è sempre 
> colloquiale in inglese. Quindi la traduzione dovrebbe essere 
> colloquiale per programmi colloquiali e formale per quelli più formali. 

Boh, i programmi inglesi si rivolgono direttamente all'utente, quindi in 
generale non li definirei formali.

Viceversa da noi non lo fanno mai, fatta eccezione di quelli amatoriali 
  e i giochi.


Detto questo non vedo dove la discussione voglia finire in concreto.
Personalmente non sono disponibile a modificare le linee guida generali, 
pur rimanendo ben disposto a discutere di singoli casi pratici.

-- 
Buongiorno.
Complimenti per l'ottima scelta.



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