[trashware] considerazione sul trashware.

Manuele Rampazzo manu@linux.it
Mar 12 Apr 2005 16:25:25 CEST


Ciao,

LoSpippolo disse:
> Poniamo che abbia un p3 600 con 128 mega di ram, vecchoi ma dignitoso ed
> un window 9x/me come sistema operativo perche' quello c'era nel computer
> quando l'ha comprato.
...
> Poi arriva l'amico / cuggino / cognato / compagno di scuola smanettone e
> convince i lns uomo a provare [inserite qui la distro che preferite: sarge
> / ububtu / suse / mandrivia / fedora] ed un modo si apre: la macchina e'
> stabile e immune da schifezze, fa' quel che deve fare, naviga, scarica
> posta e newsgroup, masterizza, vede film e dvd, ascolto la musica.

Sì, è possibile che faccia questo, mi sembra un percorso fattibile ed anzi
auspicabile, per tutte le considerazioni che facciamo sui problemi
ecologici piuttosto che sociali implicati nella produzione (e dismissione)
dei PC: finché è possibile, finché ha un senso farlo, conviene allungare
la vita dei computer!

Ovviamente la sua macchina non avrà le prestazioni di un AMD64, ma sarà
usabile, meglio ancora se da 128 MB la sua RAM totale diverrà pari a 256
MB. :-) Mi sembrano abbastanza limitati quei casi in cui macchine così
carrozzate non potrebbero effettivamente fare il loro dovere!

> Morale della favola: una milionata del vecchio conio risparmiata e
> pensionamento della macchina rinviato a data da destinarsi.
> Questo e' il sogno di ogni linuxaro / trashwerista, ma e' un incubo per
> qualcun'altro: I RIVENDITORI CI COMPUTER.

Mah, non penso che il consumo critico dell'informatica (ecco, mi sembra
sia più sensato di parlare di consumo critico piuttosto che di trashware)
possa incidere negativamente - sempre che poi possa farlo effettivamente -
in maniera sensibile, soprattutto rispetto ad altri problemi (la crisi
economica, ad esempio).

Oddio, personalmente spererei invece che il consumo critico, ragionato,
coerente coi propri effettivi bisogni si diffonda a dismisura e allora
magari sì potrebbe esserci qualche impatto in più per i rivenditori... In
effetti, a pensarci, potrebbe anche essere che per loro significhi una
qualche riduzione del numero di vendite, cioè una crisi per il loro
settore...

Ma del resto, chi propugna la *moderazione* nell'acquisto di veicoli con
motore a scoppio non si ritrova nella medesima situazione? IN TEORIA, se
queste idee avessero molto più successo di quanto accade ora, potrebbe
anche capitare che qualche lavoratore alla FIAT di Melfi - ad esempio -
debba starsene a casa perché s'avrebbero meno automobili vendute.

Non sono un economista - si nota? :-) -, però mi sembra abbastanza
scontato che ogni azione di risparmio possa causare, da qualche parte, per
qualcuno, degli effetti negativi, anche molto negativi.
Però, sempre da bravo non-economista come sono, mi sembra di intuire che
il bilancio complessivo della questione, che non calcoli solo gli effetti
squisitamente monetari, ma anche quelli di "qualità della vita", di tutela
ambientale, ecc. e che valuti le persone nel loro insieme, possa essere
positivo...
Ripeto, economista non lo sono, magari sarebbe simpatico vedere un attimo
gli studi fatti per altri settori (automobilistico, ad esempio) per cui si
propugna un consumo critico e che ne analizzino gli eventuali risvolti
economici, sociali, ecc.

In ogni caso, tornando a noi, non penso proprio che, per adesso, un
rivenditore possa lamentarsi di noi, anzi magari potremmo tornargli utile
per "far pulizia" di ruderi in magazzino :-) E considerato poi che i
destinatari dei nostri sforzi sono in genere categorie che non potrebbero
comunque acquistare PC penso che un rivenditore avrebbe ancor meno ragione
ad incavolarsi con noi :-)

Ciao,
Manuele

-- 
"È ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il
possibile. Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva
loro come possibile, non hanno mai avanzato di un solo passo."
Michail Bakunin (1814 - 1876)



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