[trashware] altra informatica sostenibile...
isotope@tin.it
isotope@tin.it
Sab 21 Apr 2007 22:13:19 CEST
Ho letto i vostri interventi e mi hanno fatto pensare molto. Credo di
avere una visione leggermente diversa rispetto a quella di "trashwarer
e opensourcer". Io provo a dire la mia...
>però mi pare che il
problema sia non solo quellodell'obsolescenza ma anche quello della
comunicazione..ovvero della possibilità di conoscere dei prodotti
sostenibili esistenti.
Sono d'accordo, con una riserva: nel settore
dell'IT non esistono ancora prodotti sostenibili. Credo che, come dici
tu, e a maggior ragione per questo stato di urgenza-emergenza, sia
fondamentale l'aspetto della comunicazione. E' necessaria una
comunicazione diffusa, tanto per sensibilizzare l'utente medio di pc
(che di queste cose non ne sa nulla), quanto per arrivare a uno scambio
interdisciplinare fra specialisti (di settori specifici dell'IT o di
aree professionali affini), che si mettano finalmente a pensare
soluzioni CONCRETE e A LUNGO TERMINE.
>su un sistema X+1, nuovo
rispetto ad un sistema X di partenza, si poteva praticamente
reinstallare tutto, dalla ram, al processore, alle schede, ai dischi,
fatto salvo in alcuni casi solo lo chassis. La macchina continuava a
funzionare con un processore, faccio un esempio, per capirsi, celeron
1.7Ghz e contemporaneamente con la ram e un processore di classe
pentium 4... senza colpo ferire...
Il principio penso di averlo colto,
ed è consolidato in altri settori del design. Ma mi piacerebbe capire
meglio, nello specifico, questa cosa dei sistemi sun. Sono un profano e
mi sfugge l'esempio...
> Io quindi, non sarei drastico con i
designers, in fondo loro fanno questo lavoro, e vengono pagati anche
per rendere piu' belle le sorpresine abbinate alle insalubri merendine
della kinder o per rendere piu' "cinematrografico" un cursore animato
oppure ancora per rendere apparentemente
"bello" un lume da salone che
poi non illumina affatto bene come dovrebbe (e per il
prezzo che uno
paga...).
Mi permetto una precisazione da “appartenente alla
categoria” :)
Questa storia del designer che deve abbellire i prodotti
è un alibi contemporaneo. Fino alla diffusione dei prodotti
informatici, il designer progettava il prodotto per intero: si
preoccupava di ottenere la migliore funzionalità e POI di risolverla in
un prodotto dall'accresciuto valore estetico; si informava sulle
tecnologie disponibili per scegliere le più appropriate ed economiche
(per l'utente, non per il produttore); pensava il prodotto in termini
di ergonomia, “umanità”, perfino educazione.
I designer di una volta
(perdonate la parentesi nostalgica) erano gente con le palle.
Ora è
molto diverso: dato che i designer non ne capiscono nulla delle
tecnologie che inseriscono nei loro prodotti, delegano le
“responsabilità funzionali” agli ingegneri (che non sono tenuti a
occuparsi del lato “umano” del prodotto) e relegano la loro attività al
“colorare” cellulari.
Sono veramente pochi i designer, anche fra quelli
conosciuti, che a mio avviso sono degni di portare il nome della
categoria...
>La responsabilita' principale me l'addosso io come
consumatore, fintanto che continuero' a comperare prodotti che non
rispettano alcune regole base del "come io" vedo/penso debbano andare
le cose. Le iniziative di consumo responsabile, purtroppo sono sempre
troppo poco pubblicizzate
Anche i consumatori sono in parte
responsabili, ma per essere critici bisogna essere informati. E tra chi
è troppo pigro (o inerte o privo di opportunità) per andarsi a cercare
certe informazioni e chi le informazioni ce le ha, ma non le diffonde
per fare profitto, io me la prendo di più con i secondi.
>http://www.
ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=899887&chId=30&artType=Articolo&back=0
>Questo articolo del sole 24 ore parla di quella che secondo loro è la
seconda vita del computer. Forse questo è quello che succede dopo la
"morte" del computer. Secondo me chi ha scritto il pezzo non ha mai
sentito parlare di trashware e software libero.
Forse no, ma io penso
che sia una soluzione percorribile A BREVE TERMINE, per minimizzare i
danni dell'attuale industria IT, come credo sia anche il trashware. Se
i computer di oggi sono così insostenibili, pensare a un modo di farli
rivivere non può definirsi proprio una soluzione. Con questo non voglio
dire che non serva, al contrario è fondamentale perché, come dicevo,
siamo in emergenza e ogni misura di contenimento è buona. Ma il
problema va risolto a monte e altrimenti.
Sia che si parli di recupero,
sia di riciclo, il problema del rifiuto, del suo impatto, della
tossicità, etc., non viene risolto ma solo posticipato.
A mio avviso il
software libero può invece definirsi come una soluzione percorribile a
lungo termine. E credo che sarà fondamentale per lo sviluppo di nuove
macchine che ottimizzino il rapporto potenza-prestazioni e che “vivano”
più a lungo. Resta però indispensabile che le compagnie hi-tec
risolvano il problema dell'insostenibilità alla radice, nelle
tecnologie, nei materiali. Alla ricerca dell'efficacia del sistema
complessivo, non della sola efficienza.
Comunque, sul mio blog, io
l'articolo l'ho postato... :)
> Nel campo dei computer, per lo meno
quelli della "massa", abbiamo finestre volanti e super trasparenti,
icone che quando si muovono proiettano un lungometraggio di sei ore
prima di eseguire una determinata operazione (ma nel frattempo hanno
rincoglionito l'utente con la "trama" della proiezione e l'utente e'
contento...)
>Beh, anche il mondo di Linux si sta' infettando con
queste fesserie. Si puo' cambiare sistema operativo, ma se non si
cambia la mentalita' si rimane drogati dal os e sw di Zio Billy e si
cerca di ricreare lo stesso ambiente, ecco perche' ero e' sono
contrario all'esasperazione del "user friendly" che nasconde, secondo
me delle insidie ...:-)
Forse è perché la gente ha veramente bisogno
di queste cose. Non è detto che le desiderasse in origine, ma oramai le
vuole e secondo me è un fatto che non si può ignorare. La “massa” si
comporta in modo strano e discontinuo, ma è un fattore determinante
dello sviluppo e bisogna tenerne conto.
Così come è legittimo che
alcune persone desiderino computer puliti longevi ed essenziali è
legittimo che altri sentano il bisogno di prestazioni più
“umanizzanti”. Sono anch'io d'accordo con le esasperazioni, ma penso
che la filosofia “user friendly” (anche in qualche sua forzatura) possa
svolgere un ruolo importante nel processo di alfabetizzazione digitale.
Soprattutto per quanto riguarda l'open source, che è ancora poco
diffuso (si parla sempre rispetto alla massa) e difficile da capire.
>Si, pero' penso che tutti questi orpelli e cose "estetiche ed
esteriori" stiano soffocando la mente delle persone, c'e' proprio un
bombardamento, un'assuefazione, mi sembra il momento di cambiare
strada
100% d'accordo. I designer stanno rinco****nendo la popolazione... e
la popolazione ci sta prendendo troppo gusto.
Designer e utenti
potrebbo essere più responsabili ma, soprattutto, più complici fra di
loro. L'unione e la condivisione pagano sempre.
>Ecco che il
trashware puo', se accompaganato dalla dovuta formazione su Linux e sul
free software, disintossicare dai "cattivi condizionamenti", e
suscitare il desiderio di conoscenza, ri-apprpriandosi delle delle
proprie facolta' mentali ...
Non credo sia così facile, ma lo spero
anch'io. Sono convinto che c'è un modo di progettare l'hardware in modo
da incoraggiare la diffusione di Linux e free-software. Un computer
sostenibile dovrebbe essere anche questo.
>Bisogna essere
controcorrente e credibili, la forza della coerenza, della conoscenza
prima o poi daranno i loro frutti ... :-)
Oppure si può essere
“intercorrente” e flessibili, pur rimanendo credibili e coerenti. E'
più difficile, ma non impossibile. Se non si contrasta la massa e si
assecondando gli aspetti più “sani” delle sue manie e dei suoi bisogni,
la massa stessa può a a prestare ascolto a dei buoni suggerimenti.
Questo è quello che, secondo me, facevano i “bravi designer di una
volta” :)
Scusate la filippica, ma è un tema a cui tengo molto e
questa lista è estremamente stimolante. Spero che, nel voler fare
qualche precisazione o nell'esprimere la mia opinione, nessuno si sia
offeso. Il mio è un tentativo di proporre un altro punto di vista, non
di negare gli altri :)
Ciao,
s t e
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