R: [Flug] Violazione della licenza GPL?
Francesco Poli
frx@firenze.linux.it
Sab 29 Giu 2002 01:15:09 CEST
On 2002.06.27 21:07:33 +0200 leonardo wrote:
> * Saturday 01 June 2002, alle 17:38, Francesco Poli scrive:
>
> scusate se rianimo un thread vecchio ma ci sono un paio di cose che mi
> sono sempre state poco chiare...
>
> > No, non e` una questione di prezzo, e` una questione di liberta`.
> > Come ho gia` detto in altri messaggi di questo thread, la parola
> `free'
> > del termine `free software' (= software libero) significa `libero'
> > (appunto) *non* `gratuito'.
> >
>
> bene ... in italiano ci sono due parole distinte quindi usiamole,
> si sa.
Infatti il termine italiano che traduce correttamente `free software' e`
`software libero'. ;-)
> Pero' secondo me in questo caso le due parole hanno un
> significato non tanto distante nel risvolto pratico. Forse e' banale,
> ma
> se un sw e' liberamente ridistribuibile ma non gratis chi lo compra
> per
> primo poi lo puo' ridistribuire a suo piacimento senza far pagare
> nulla.. e quindi nella pratica e' come se fosse gratis visto che dopo
> una settimana dalla sua uscita sara' reperibile in rete.. o sbaglio?
Nell'ambito del software libero, cio` che si paga (eventualmente) non e`
il software o la licenza del software.
Si paga sempre un servizio: questo servizio potrebbe essere il
trasferimento di una copia del software, oppure altro (assistenza,
consulenze, etc.)
> Allora come si mette? si fa pagare il manuale, si fa pagare
> l'assistenza
> online e telefonica e tutto quello che viene nel pacchetto, cioe'
> tutto
> quello che non e' per motivi pratici ridistribuibile. Questo a
> me sta benissimo, ma come diceva qualcuno manifesta un' impostazione
> poco commerciale
E no! Non e` poco commerciale.
E` solo basata su un modello di business diverso da quello centrato sul
software proprietario! ;)
RedHat, Mandrake, SuSE, Conectiva, Caldera, etc. sono tutti esempi di
aziende commerciali che distribuiscono software libero.
E ne progettano e sviluppano, pure!
Esempio: il gestore di pacchetti software RPM (RedHat Package Manager)
e` progettato e sviluppato da RedHat.
> e dubito che se win fosse stato free fin dall'inizio
> adesso MS sarebbe il colosso che e'.
Non entriamo in questo ginepraio... (c'e` chi sostiene che la posizione
dominante della MS si sia venuta a creare anche grazie alla diffusione
di copie illegali dei suoi software, particolarmente --e forse
volutamente?-- poco dotati di buoni meccanismi anticopia...)
> Ma anche questa e' una opinione, si puo' ribattere che chiunque
> smetterebbe di utilizzare sw proprietario se ne avesse a disposizione
> uno analogo free, ma e' anche vero che in certi campi molto
> specializzati il sw costa e lo sviluppo pure, quindi per averlo ci
> vogliono grossi interessi...
La stessa azienda (purche' seria e competente, sia ben inteso) puo`
produrre software migliore rendendolo libero piuttosto che proprietario.
Soprattutto nei settori specialistici, i clienti hanno bisogno di
servizi aggiuntivi (penso ad assistenza, consulenze, garanzie sul
software, etc.).
IMHO sarebbe piu` che possibile adottare il modello del software libero
anche i questi campi.
E se gli utenti cominceranno a cercare e volere software libero
(prediligendolo alle soluzioni proprietarie), le aziende dovranno
adeguarsi (volenti o nolenti).
> io non so di GNU/Linux per macchine CRAY,
> per esempio... e visto che il mercato ora e' in mano a ditte che
> ragionano in questi termini e con loro bisogna fronteggiarsi, dire che
> il free software non ha uno "spirito commerciale" non credo che sia
> fuori luogo, ed e' qualcosa che mi sono sempre chiesto.
Lo dico un'ultima volta: esiste software libero commerciale e software
libero non-commerciale.
Ciao! :)
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Francesco Poli <frx@firenze.linux.it>
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