[FoLUG] Che si fa'? :-\

Alessandro Ronchi alessandro.ronchi@gmail.com
Lun 30 Gen 2006 14:18:23 CET


2006/1/30, Paolo Palmieri <palmaway@gmx.it>:

> Boh... Non capisco bene che senso abbia utilizzare una GPL in questo
> caso. Se non distribuire al concorrente implica automaticamente non
> poterla distribuire a tutti (almeno con mezzi di diffusione di massa,
> come il download da internet), l'utilizzo della GPL mi sembra un
> esercizio retorico...
> Di fatto la diffusione del software sarebbe limitata al cliente.

La distribuzione del software della GPL è limitata al cliente. Su
questo fatto mi sono schiantato anche io, diverso tempo fa.
La licenza GPL è una garanzia per il cliente, non un obbligo. Se
acquisto un software GPL posso modificarlo, ridistribuirlo, etc, ma
non è detto che debba farlo. Come ogni garanzia, a volte capita che
non venga utilizzata.
Chi riceve il software GPL (gratuitamente, oppure a pagamento) ha
questa garanzia.
Questo non limita in alcun modo i contratti che servono come tutela
per il cliente, e sono convinto che sia una buona cosa: se voglio
acquistare software gpl ma distribuirlo solo un anno dopo che l'ho
acquistato, voglio che il produttore sappia e mantenga questa mia
volontà, che sicuramente pagherò di più rispetto all'acquisto senza
vincoli di non concorrenza (di solito a caro prezzo).
Anche in questo caso è tutt'altro che un esercizio retorico: io ho
tutte le 4 libertà, sono il cliente, ed il fornitore ha deciso di
accordarsi con me per la distribuzione.


> Non solo, ma rischieremmo di mettere la GPL sotto l'esame di un
> tribunale, cosa che ora si è sempre cercato di evitare. Mi riferisco, ad
> esempio, al caso in cui il software arrivasse in qualche modo dal
> fornitore a un terzo (non escluso dal contratto di non-concorrenza), e
> questi lo mettesse a disposizione su di un sito (cosa lecita, essendo
> GPL). Se il committente facesse causa al fornitore (cosa assai
> probabile), credo che con facilità un giudice gli darebbe ragione, e
> arriveremmo ad avere in giurisprudenza la nullità della validità della GPL.

In questo caso la GPL non c'entra. Pensa ad un software proprietario
rilasciato firmando un contratto di non concorrenza. capiterebbe la
stessa cosa.
Questa cosa non la dico io, circa 3 anni fa capii che la GPL
significava qualcosa di leggermente diverso da quello che è inteso
solitamente. GPL significa libertà di ridistribuire per il cliente,
non obbligo di farlo.

Un altro esempio classico è splinder, fatto con una modifica di
drupal. Io pensavo che fosse obbligatorio per loro distribuire il
codice sorgente delle modifiche, e ne feci richiesta. Io, però, non
ero un loro cliente, non avevo ricevuto il codice ed era loro
sacrosanto diritto non darmi le modifiche.

Questo porterebbe ad un problema, che cerco di spiegare con un
esempio: se si utilizzasse openoffice in maniera tale da non
distribuire il codice che lo esegue (per esempio un server che lo
esegue per elaborare testi e rilasciare output), non sarei vincolato a
distribuire le modifiche.
Se si fa una interfaccia che passa in html tutto il flusso in entrata
ed uscita, allora non sono vincolato a ridistribuirlo. Quindi, almeno
in questo caso, openoffice potrebbe essere chiuso ed oggetto di
utilizzo commerciale, senza la garanzia della GPL. Rimarrebbe sempre
il codice di partenza di openoffice, ma le modifiche non sarebbero
ridistribuite ai clienti in formato sorgente e con licenza GPL.

Ogni tanto mi chiedo se Stallman avesse previsto tutti questi cavilli,
a suo tempo, e se era veramente tutto studiato oppure frutto di una
idea geniale unita a fortunate coincidenze (tutto, anche i dettagli,
funziona alla perfezione).
--
Alessandro Ronchi
http://www.alessandroronchi.net | Aggiorna i tuoi link!
http://www.soasi.com | Sviluppo Software e Sistemi Open Source


Maggiori informazioni sulla lista FoLUG