[FoLUG] Petizione per i Libri di testo FDL

Paolo Palmieri palmaway@gmx.it
Mar 2 Set 2008 19:39:01 CEST


>> La diffusione di testi sotto licenza libera funzionerà se diventerà
>> economicamente conveniente sia per le famiglie (i consumatori) che per
>> chi li deve produrre. Le sovvenzioni statali non servono o meglio non
>> sono affatto essenziali.
> Sono d'accordo, la penso alla stessa maniera. L'unica differenza è che
> credo che serva una spinta pubblica iniziale. Se almeno un libro
> funzionerà, allora verrà replicata e si potranno abbandonare gli
> incentivi.

Le sovvenzioni statali modificano l'economia, e lo fanno sempre a favore 
di qualcuno e a danno di qualcun'altro. Sono generalmente malviste dagli 
economisti e ostacolate dagli organismi di controllo, dall'antitrust 
all'unione europea.
Francamente non mi interessa se le case editrici sono "buone" o 
"cattive", ma una operazione di questo tipo finanziata dallo stato 
potrebbe ricadere facilmente nella concorrenza sleale. Potrà non piacere 
il modo di operare di queste aziende, ma comunque sono aziende dove 
lavorano persone, e che contribuiscono all'economia del Paese. Se 
commettono irregolarità (ad esempio con la creazione di cartelli), non è 
sovvenzionando altri che si risolve il problema.

>> Dici bene: costi ridicoli. E allora perchè un privato (e non una
>> fondazione o uno sponsor) che crede nell'iniziativa non fonda una
>> impresa che si impegni alla realizzazione, produzione e diffusione di
>> tali testi?
> Se ne conosci qualcuno, ben venga. Magari questa petizione potrà
> servire a far capire l'idea ed a diffonderla, magari qualche privato
> lungimirante l'applicherà prima che possa diventare una cosa pubblica,
> oppure ancora meglio si affiancherà ad un progetto pubblico.

Se lo scopo è quello di diffondere l'idea, realizzare uno studio (ad 
esempio un business plan dettagliato, o uno studio di fattibilità) sulla 
realizzazione di una impresa di questo tipo e rilasciarlo pubblicamente 
(acnh'esso sotto FDL?) sarà probabilmente più efficace a diffonderla fra 
chi ha le possibilità di investirvi. Credo che sia fattibile in tempi 
decenti.
Le petizioni mi hanno sempre lasciato molto freddo perche, appunto 
essendo petizioni "chiedono" (dal latino petere) che qualcuno faccia 
qualcosa.

>> Bisogna smettere di pensare che alle cose ci deve pensare lo stato, o
>> questo Paese non andrà mai avanti. Un vecchio adagio dice "aiutati, che
>> dio ti aiuta", ma qui nessuno sembra aver capito che per fare i soldi (o
>> qualsiasi altra cosa), bisogna prima mettercene, di soldi (di impegno,
>> di tempo...), e di tasca propria.
> Anche per il mestiere che faccio, penso di aver dimostrato di non
> aspettare che la fortuna arrivi dal cielo. Solo che personalmente in
> questo momento non ho la possibilità di realizzare questo progetto,
> perché penso che tu abbia sottostimato i costi.

Non prendere le mie parole come un invito indirizzato direttamente a te, 
non lo erano. Ognuno fa le sue valutazioni e decide a cosa dedicarsi e 
cosa lasciare indietro; ci sarebbero mille cause valide e nessuno può 
dedicarsi a tutte.

Due parole riguardo ai costi: possibilissimo che siano sottostimati, ma 
io li intendevo stipendi esclusi. E' chiaro che in una avventura di 
questo genere non si ha la possibilità di partire dando lo stipendio a 
nessuno, tanto meno a se stessi. Un modello potrebbe prevedere una 
piccola cifra per l'autore più la garanzia di una percentuale sui 
ricavi, e forse l'unico a dover lavorare a tempo pieno e quindi 
regolarmente stipendiato potrebbe essere il rappresentante, comunque 
sempre per un periodo limitato. Inoltre, chiaramente, l'impresa avrebbe 
almeno un primo biennio in perdita, ma questo è assolutamente normale.

> Detto questo, sono d'accordo con te, in Italia siamo tutto tranne che
> innovativi sui sistemi di distribuzione e produzione.
> La tua proposta è aspettare che qualcuno lo faccia, o farlo in prima persona?

Francamente non ho più molto interesse ad investire in Italia, o anche 
solo a lavorarci. Rimarrò italiano finche muoio, ma questo posto, almeno 
finché le cose non cambieranno, non fa più per me. L'affetto per le 
persone che conosco è l'unica cosa mi lega ancora, ma non basta più a 
trattenermi. Ho la concreta possibilità di andare altrove, e intendo 
sfruttarla.
Ma queste sono valutazioni personali. Riguardo al fare uno studio 
economico per una impresa di questo tipo, metto il mio (poco) tempo e le 
mie (scarse) conoscenze a disposizione. Se ne può parlare, ma non so se 
sia più molto In Topic.

Paolo


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