[FoLUG] Dopo 5 anni di nuovo linux sul desktop

[Raffaele Ravaioli]

Il 22 giugno 2011 08:22, Paolo Palmieri <palmaway@gmx.it> ha scritto:

> Mi sono reso conto che non ha alcun senso cercare di portare Linux su
> tutti i computer. Imporre Linux a chi vuole qualcos'altro è inutile. Ciò
> per cui dovremmo veramente lottare è perché gli standard, le specifiche
> e i protocolli siano sempre aperti. Cosicché chi vorrà potrà usare Linux
> senza esserne svantaggiato.

Questo è un bel concetto che merita approfondimento.
Imporre Linux? Ora succede esattamente il contrario: è Windows che è
imposto. MacOs è già una scelta: uno compra un pc sul quale
dichiaratamente c'è qualcos'altro che, come Linux, non è compatibile
con tutto e non ha i driver per tutto. Su 100 persone che hanno un pc,
a quante gliene frega di cosa c'è sopra? Azzardo: 3%? Forse ho
esagerato. Alla maggiornaza interessa che vadano determinate cose che
funzionino e siano semplici. Il grosso errore di Linux è che venga
considerato un sistema per vecchi pc, e/o per pc di fascia bassa: non
costa niente, vale poco. Gira su "fetenziopc". E se si ragionasse in
modo diverso? Ad esempio se una catena producesse dei pc discreti,
quasi fighettosi con hardware testato, magari con scheda grafica
potente e driver già installato, alloggio per SIM telefonica (quindi
scheda 3G funzionante) ecc, ecc? Attrezzi a corredo di tale macchina
per stampare a colori e B&W laser e getto d'inchiostro, uno scanner
compatibile. Come Android che è un sistema aperto che ogni produttore
adatta al proprio smart phone e/o tablet, ci vorrebbe una cosa simile
per Linux. Solo la diffusione di un sistema con standar aperti può
portare a "obbligo" di standard aperti. Finchè ci sarà un Windows
dominante, è un utopia uno standar aperto: non c'è interesse. Le leggi
possono obbligare qualsiasi standard ma se il leader decide di
adottare uno standard suo, questo diventa automaticamente lo standard
di riferimento.

(E' estate, ho caldo, non sono andato a fondo come volevo).
Ciao.

RR