[gl-como] Contributi all'ecosistema linux

Nicola Viganò ben.vighy@gmail.com
Mar 30 Set 2008 00:06:57 CEST


Pietro Bertera ha scritto:
> questi dati sono significativi, misurando il contributo al software
> libero in righe di codice non si va da nessuna parte.
>
> Le distro LTS quante righe di codice portano alla comunità ? lo Shipit ?
> I fronzoli e le configurazioi di default user friendly che debian non
> ha ?
>
> Queste e molte altre attività non aggiungono una sola riga di codice al
> software libero ma richiedono ingenti investimenti di risorse.
>   
Non riesco a capire se hai letto bene il link oppure no:

Da un lato mi sembra di capire che tu dica che la spesa di ubuntu sia (e 
debba essere assolutamente) tutta rivolta all'utente, creando strumenti 
che gli rendano la vita più semplice.
In questo caso dipende se preferisci avere un sottosistema grafico che 
cada a pezzi e non sia nemmeno competitivo con quello di windows... 
oppure preferisci non avere assolutamente alsa.... etc etc
(ricordo le brutte acque in cui si trovava Xorg fino a pochi mesi fa... 
prima che Red Hat e Intel decidessero di cominciar a sviluppare loro, 
finanziando persone come Daniel Stone, Alan Jackson, Keith Packard e 
compagnia bella...)

Io sottolineo solo che *l'80% dello sviluppo su Alsa è stato fatto in 
casa Red Hat e Novell*, e quindi se non fosse per loro, l'unica scelta 
sarebbe usare OSS, oppure non aver un sistema audio proprio.

In ogni caso, leggendo bene il link, si trova che ubuntu non è vero che 
non tocchi la parte sottostante (certo non lo fa nei gangli vitali del 
sistema operativo, come invece lo fanno altre distribuzioni), ma _non 
rende poi disponibili agli altri le modifiche che fa_; o meglio, delle 
modifiche si può anche usufruire ma *non upstream*.
Questo significa che _il codice_ delle patch _non segue di certo gli 
standard dei pacchetti originali, non è ben testato poi così bene, ed è 
comunque difficile usufruirne_.

È proprio questo ultimo punto quello che non mi piace: il fatto che la 
politica di Canonical sia quella di tenere per sé le "migliorie" 
prodotte in casa.
> Mi vien da dire che il fatturato e le dimensioni di Canonical sono
> ridicole confrontato con Red Hat o Novell.
>
> In ogni caso dove si vuole arrivare con questo discorso ?
>   
Si ma io ho fatto appunto notare come addirittura organizzazioni no 
profit come debian e gentoo (dove gli sviluppatori lavorano nel tempo 
libero), tendessero a portare upstream molti più contributi di una 
azienda che ha 130 persone assunte che lavorano a tempo pieno.

e voglio sottolineare come il termine upstream sia fondamentale: 
affinche ognuno possa usufruire di una modifica, questa deve essere 
upstream. Ubuntu alla collettività quindi non porta nulla.... eppure è 
una delle distribuzioni più usate (a lato utenti medi, mentre a lato 
server e utenti professionali SLES/SLED e Red Hat sono le leader).

Il punto è che mi stupisce come nessuno si indigni di questo! intendo, 
ora che ho mostrato i dati... è possibile che a nessuno dia fastidio il 
fatto che chi basa il suo business su linux, aspetti solo che gli altri 
lo sviluppino??
Io fino a poco fa ho sempre consigliato ubuntu ai novizi... ora sto 
mettendo veramente in discussione questa scelta...

Ciao!


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