Lo scopo del corso
Stefano Canepa
sc@linux.it
Ven 17 Feb 2006 14:36:50 CET
Il giorno ven, 17/02/2006 alle 13.59 +0100, Renzo Cavalli ha scritto:
...
> guarda, la mia esperienza mi suggerisce quanto segue: qualunque corso
> non puo' prescindere da due elementi, il primo e' il livello di partenza
> dei corsisti, che andrebbe indagato "prima", con opportuno questionario,
> per individuare la conoscenza e l'omogeneita' di chi hai davanti; e se
> i corsi sono due, come mi pare di aver capito, permette di formare i due
> corsi non secondo la comodita' dell'orario, ma secondo il livello
> iniziale; il secondo e' il grado di motivazione dei corsisti (perche'
> fanno il corso e cosa si aspettano da), da individuare durante, cioe'
> nelle prime lezioni.
Cristiano ce la facciamo a fare un questionario iniziale da usare
all'iscrizione?
> In questo modo non parli a vanvera di cose di cui nessuno sa niente,
> magari per far sfoggio della "tua" cultura nel deserto, e formi i tutor
> interni, quelli che ti danno una mano per la riuscita del corso.
>
> poi ci sarebbe l'accertamento finale, che valuta non solo i corsisti, ma
> anche l'utilita' del corso e il lavoro dei relatori... ma in italia si
> usa poco ;-). si finisce a tarallucci e vino, e nel nostro ambiente a
> pizza e birra. scherzo.
A parte il fatto che la pizza e la birra piaciono a tutti e quindi non
possiamo prescindere da far finire il corso a pizza e birra, ;) direi
che potremmo provare a fare un questionario di valutazione anche per
ogni lezione, io non ho problemi a prepararlo per le mie. Quando
facciamo i corsi in azienda c'è sempre il questionario di fine corso con
la valutazione dell'insegnante. Mi sembra che l'anno scorso fosse stato
fatto ma che alla fine i docenti non avessero avuto i risultati.
> lo scopo secondario � quello di illustare le ragioni
> > per cui � fondamentale usare software libero e cercare di fare in modo
> > che gli allievi possano a loro volta spiegarlo in giro.
> io direi:
> le ragioni per cui e' anche "possibile" usare software libero, come una
> scelta diversa, di maggiore liberta'. e se poi vogliono spiegarlo in
> giro e usarlo, meglio. ma lo scopo e' diffondere lo spirito delle
> liberta' digitali, non creare adepti. di tutto ha bisogno questo mondo
> meno che di nuove religioni. bastano e avanzano quelle che ci sono :-)
Per la parte di libertà digitali direi che ci sono ben 8 ore dedicate ad
argomenti tanto nell'introduzione quanto nella parte di gestione della
propria privacy/sicurezza.
Ciao
Stefano
PS: a me piacerebbe che le persone che seguono i corsi poi si facessero
rivedere ogni tanto al mercoledì.
--
Stefano Canepa aka sc: sc@linux.it http://www.stefanocanepa.it
Three great virtues of a programmer: laziness, impatience and hubris.
Le tre grandi virtù di un programmatore: pigrizia, impazienza e
arroganza. (Larry Wall)
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