[OT]:per sdrammatizzare

Giovanni Chiola chiolag@acm.org
Ven 26 Ott 2007 10:41:56 CEST


Angelo Naselli wrote:
>> Comunque do la mia parola che a questo ulteriore sproloquio
>> non se seguiranno altri su questo thread.
> Beh questo mi dispiace, non credo che un thread costruttivo, che comunque
> farà riflettere molti, magari (spero) i più sopiti, debba finire unilaterarmente.
> Preferisco affidare questa tecnica a flame o discorsi senza una tematica
> importante. Malgrado l'OT su in oggetto, in realtà siamo molto in tema
> non di "per sdrammatizzare" ma sul SL e formati aperti sì. E quindi in
> parte anche su Linux.

Il mio proposito era finalizzato a non sconfinare nel litigio
improduttivo, ma se ritenete che invece la discussione sia
importante, allora da parte mia non ho problemi a continuarla :)

> 
>> veramente non vi capisco  :(
> Beh io credo che le differenze in questo caso ci avvicinino. Siamo
> diversi, forse usiamo metodi diversi, ma il fine è comune e, spero,
> assolutamente nonviolento.

Su questo non ho dubbi :)

>> Per me "scemo" non e' un insulto ma indica semplicemente qualcuno che
>> agisce piu' o meno consapevolmente contro i suoi stessi interessi e a
>> favore di chi cerca di ingannarlo.
> Qui non ti seguo. Essere liberi non significa non avere regole. Avere regole
> ovviamente, non significa adeguarsi a regole ingiuste, ma c'è modo e modo
> di combattere per cambiarle.

Le "regole" che riconosco e che considero vincolanti sono quelle
condivise di una societa' libera.
Mi sento assolutamente vincolato a rispettare tutti i principi
della Costituzione della Repubblica Italiana, che condivido.
Uno dei motivi per cui non andrei mai a vivere negli Stati Uniti
e' perche' non mi sentirei di considerare come "una regola da
rispettare" il diritto per ogni cittadino di girare con in tasca
un'arma da fuoco.
Quindi per me la tua ipotesi "se vai all'estero e trovi regole
che non ti piacciono le devi accettare lo stesso", semplicemente
non si pone: io resto in Italia dove vigono delle regole che condivido.

Non mi sento assolutamente vincolato a rispettare invece le "regole"
imposte unilaterlamente da chi detiene un potere politico, economico,
o militare.
Queste per me non sono "regole" ma "prepotenze" o "soprusi" o
"sopraffazioni".

"Ogni cittadino e' uguale davanti alla legge" e' una regola di civilta'.
"Devi usare il formato doc per scrivere questo documento" e' un sopruso.


> Se io dicessi a francesco di rispondere che sono in costa a sbagliare
> e di arrabbiarsi, faccio il suo bene?

No.
Francesco ha diritto di decidere da solo cosa vuole fare.
Pero' se tu e Francesco condividete delle idee, io penso che lui
si aspetti solidarieta' e sincerita' da te.
Francesco si era gia' arrabbiato per conto suo, quindi non si trattava
di istigarlo, ma semplicemente di condividere con lui la delusione
per una prospettiva di lavoro che all'inizio sembrava interessante
e poi si e' rivelata invece al di sotto delle aspettative.

Tu non puoi sapere se il suo bene principale sia trovare un lavoro
qualsiasi pur di guadagnare un migliaio di euro al mese senza violare
la legge, oppure arricchirsi violando la legge, oppure arricchirsi
servendosi delle leggi ingiuste a danno di altri e senza rischiare
nulla, oppure decidere di andare ad aiutare i bambini in Africa.
Secondo me se vuoi aiutare Francesco in un momento di difficolta'
il modo migliore di farlo e' di aiutarlo a vedere i pro e i contro
delle varie alternative, in modo che possa compiere una scelta piu'
consapevole.

>> Angelo Naselli wrote:
>>>> Io continuerò a battermi per utilizzare formati aperti e lo farò
>> formando, insegnando
>>>> chi può fare la differenza domani,
>> Ottimo! Anch'io nel mio piccolo cerco di fare cosi'  :)
> Vedi che possiamo essere vicini, pur agendo diversamente?

Si, e' chiaro.
Il problema che si sta ponendo e' pero' quello di come
convenga agire quando la si pensa come noi.

>  
>> E perche' pensi che le due cose non possano coesistere?
> ...
>
> Io scelgo una strada, la consiglio, la motivo... non la impongo.

Certo che non la imponi: come potresti? :)

Pero' non hai risposto alla mia domanda.
Io non ti ho detto che il tuo metodo e' sbagliato e non va applicato.
Io ho detto che secondo me e' insufficiente, e ti ho chiesto perche'
tu invece pensi che, oltre alle cose che fai gia' (che io trovo tutte
giuste e utili), sia sbagliato anche mostrare un po' di intransigenza
in piu' sulle questioni di principio (quando e' possibile, nei limiti
delle proprie possibilita').


>> Angelo Naselli wrote:
>>>> Quindi rinunci a clienti perché loro usano word e tu no? Rinunci a
>> lavorare perché
>>>> tutti usano word e tu no? Non usi windows perché è male e sei in
>> pace con la tua coscienza?
>>
>> Ebbene si, ...  :)
> non pensare che mi prostituisca, semplicemente, trovo compromessi.

Io non ho nulla contro chi si prostituisce.
L'individuo che si prostituisce puo' avere mille ragioni personali
valide per farlo, e io non sono un moralista.
Sono contrario alla prostituzione perche' la ritengo una forma
indegna di sfruttamento, e disprezzo chi sfrutta la prostituzione
degli altri in qualsiasi modo (sia il cliente che il protettore).

Ho risposto a questa domanda personale che tu mi hai posto un po'
per cortesia nei tuoi confronti e un po' perche' mi faceva comodo
per introdurre il resto delle mie argomentazioni, ma non condivido
l'idea che uno debba giustificarsi su questa lista per i propri
comportamenti personali piu' o meno "puri".

Io non sto proponendo a tutti di diventare "martiri della causa",
sto semplicemente chiedendo che, almeno a livello verbale e di
dichiarazioni di principio si mantenga quel minimo di coerenza
che secondo me serve per fare la giusta "propaganda" verso chi
non conosce le trappole dei formati proprietari e i vantaggi dei
formati liberi. Poi se qualcuno riesce anche ad agire spesso
o quasi sempre in accordo con questi principi, tanto di guadagnato
per la credibilita' della persona, ma se non puo' (o pensa di
non potere) pazienza!


>> Benissimo!
>> Ma allora quando un giovane aspirante dipendente della Costa ti
>> sottopone il problema, tu non rispondergli: "stai zitto e ingoia
>> il rospo se vuoi lavorare".
> Non l'ho detto in quel senso.

Allora ti chiedo scusa, avevo equivocato.

Detto questo, mi permetto di reiterare la critica e il suggerimento:
non lo intendevi cosi' pero' lo hai detto quasi esattamente cosi', e
secondo me e' importante cercare di essere chiari su questi aspetti. :)

Ciao,
Giovanni, che adesso pensa proprio di non avere piu' nulla da aggiungere
a quanto ha gia' detto :)
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