[Golem] sulla cancellazione dell'archivio

Marco Ermini flug@markoer.org
Gio 4 Lug 2002 09:21:31 CEST


On Wed, 3 Jul 2002 14:52:39 +0200, syd <syd7@inwind.it> wrote:

[...]
> Salve,
> e' la prima volta che scrivo su questa lista anche se e' un po' che vi
> seguo.

Allora sei sicuramente un agente inflitrato, di' la verita' ;-)


> L'argomento del thread lo trovo estremamente interessante ed e' davvero
> apprezzabile
> che l'amministratore abbia sollevato la questione.
> Vorrei dire la mia.

Se permetti, prima dovresti permettere al tuo MUA di indentare a circa 73/75
caratteri le tue email. Grazie ;-)



> Non sono cosi' sicuro che la rete sia afflitta da una sorta di virus
> della dimenticanza:
> mi sto riferendo alla smemoratezza di cui parla Marco Ermini. A mio
> avviso si confonde
> la velocita' con la dimenticanza. Cio' che passa in rete viaggia ad
> altissima
> velocita', ma resta. La dimenticanza a me sembra solo un'illusione che
> viene meno
> nel momento in cui si fa un uso della rete preordinato alla raccolta
> d'informazioni 
> in maniera sistematica. Se si tiene conto poi della quantita'
> d'informazioni che
> possono essere raccolte allora il giudizio sulla smemoratezza a me
> sembra
> ancora meno fondato.

Bene, allora, facciamo un esperimento: ricostruiscimi esattamente lo stato
della rete al mese scorso. Ritrovami tutti i siti che sono stati chiusi, i
software che sono stati rimossi, e gli archivi delle mailing list che sono
stati cancellati ;-)

Come? non puoi? e' per questo che esistono progetti universitari per la
costruzione della "memoria storica di Internet". Se non sbaglio, era su Focus
o Le Scienze di circa un anno fa (no, non me lo sono inventato io questo
argomento ;-). Forse a volte non ci rendiamo conto di quanto della nostra
storia attuale (e per storia intendo quella che poi va a finire nei libri)
passi attraverso internet, e quanto sia importante poter accedere a tutte le
informazioni possibili. Si pensi soltanto all'archivio di Dejanews ricostruito
su google, e' praticamente un pezzo di storia (si' quella che davvero va a
finire nei libri).



> E' l'uso che qualifica lo strumento. 
> Gli archivi delle mailing lists cosi' come quelli dei newsgroups ed in
> genere
> qualsiasi archivio disponibile in rete sono oro in un sistema economico
> capitalistico fondato su valori dal dubbio spessore etico.
> Oro per chi ha interesse ad utilizzarli come banche dati evidentemente.

Sono oro soltanto se sai estrapolare le informazioni che ti servono; cosa non
certo semplice.

Ora, mi consenta ;-), mi permetto di dissentire sulle premesse stesse delle
tue argomentazioni: Internet non e' stato progettato come uno strumento di
comunicazione sovversiva per favorire la lotta di classe ;-) per quanto la
cosa possa piacerti (o piacerci...) vederla cosi'... Internet e' una grossa
"banca dati", come dici tu, dove i dati prendono valore solo se sai
raccoglierli. Ora, per definizione, tutti gli utenti di Internet sono
"generatori di dati": questo e' il bello di Internet, ciascuno mette il suo
pezzo e tutti insieme costituiscono una specie di massa di dati che tu hai
chiamato "banca dati".

Ora, l'errore clamoroso, a mio modo di vedere, che tu commetti (e non solo tu,
e' lo stesso errore che fanno tipicamente diversi tipi di "figure patologiche"
sulla rete come i "paranoici" ed i "politici", oltre che i media) e'
attribuire un'etica a questa massa di dati. Non esiste alcuno scopo preciso,
ne' sovversivo, ne' di "Grande Fratello", ne' di marketing. Ciascuno mette
quello che vuole e prende quello che vuole per i propri scopi. Ricordiamoci
che se non ci fossero sia le grandi multinazionali, sia l'umanita' e la voglia
di comunicare, Internet non esisterebbe. Quindi esiste, se mi permetti
l'inflessione, *sia* per motivi "potenzialmente sovversivi" *sia* per motivi
commerciali ed e' giusto che sia cosi' (chi ha detto che le aziende che
vogliono vendere non hanno diritto a fare il loro lavoro? internet esiste
grazie a loro, ricordiamocelo!), ma soprattutto fa parte della
"globalizzazione" che di per se' non e' ne' bene ne' male - dipende da come
"globalizzi". Non c'e' in Internet un motivo fondante o una prevalenza etica
di nessuno di questi temi morali.

Se c'e' un'"etica" in Internet, questa e' solo una: condividere le
informazioni. Tutto cio' che va contro a questo, che sia nascondere della
documentazione tecnica, che sia nascondere i sorgenti di un software, che sia
nascondere anni di storia di discussioni sui newsgroup (chi si ricorda le
polemiche quando fu chiuso Dejanews, o ancora prima, quando sono state
privatizzate le grandi dorsali statunitensi e si temeva che molti contenuti
diventassero a pagamento?), la cosa importante e' che le informazioni siano il
piu' possibile aperte ed accessibili senza vincoli. Non ha una importanza a
quale scopo - sono d'accordo nel rispettare una certa dose di privacy ma
d'altronde, lo ricordo, siamo iscritti ad una *LISTA PUBBLICA* - a volte ce lo
scordiamo ;-)

Andare contro a questa tendenza puo' significare, solo in piccola parte, la
salvaguardia di una qualche privacy, ma molto, molto di piu' significa negare
la possibile "storicizzazione" di discussioni che oggi sembrano cazzate, ma
magari domani, quando Empoli diventera' il piu' grande snodo italiano della
distribuzione di Linux, lo storico che ricostruira' la storia di GNU non avra'
accesso alle fonti per stabilire come discutevano le grandi menti che hanno
iniziato tutto questo (sto ovviamente esagerando, ma pensa se le discussioni
di Linus Torvalds sui newsgroup nel 1991 non fossero state archiviate e non
fossero accessibili agli storici... davvero mancherebbe un grosso pezzo di
storia!!!)



> Ed e' questa la paranoia a cui probabilmente si riferisce Hal. Una
> paranoia reale.
> Non credo sia corretto parlare di tutela della privacy riferendosi
> magari
> alla circostanza di evitare la diffusione di nomi, cognomi e date di
> nascita.
> Le banche dati danno notizie sulle tendenze indipendentemente dai
> singoli nomi.

Non credo proprio, forse stai parlando di censimenti o di indagini di
marketing, ma anche una indagine di marketing con una qualche validita' non
puo' prescindere dalla sicurezza della non ripetizione dei campioni. Io ho
almeno 15 email diverse, sono proprio contento che, non conoscendo il mio
nome, mi contino 15 volte cosi' sono sicuro che le loro indagini sono
fregnacce ;-)



> Il soggetto osservabile e osservato in rete non e' il singolo bensi' la
> moltitudine.
> La vocazione di internet ad essere uno strumento di osservazione e
> quindi di
> controllo sfugge alla maggior parte dei suoi utenti.
> E' illusorio pensare che l'utente medio della rete abbia questa
> consapevolezza;

Anche perche' il vero "illusorio" e' pensare che ci controllino uno per uno.
Sei la conferma che la paranoia e' una patologia (scherzo eh! ;-) che non ha
un fondamento razionale. Al contrario, IMHO, proprio immettendo sempre piu'
informazioni ed accedendo in sempre di piu' ad Internet, si applica anche ad
esso il principio di indeterminazione di Heisemberg per cui Internet e' sempre
piu' incontrollabile. Ti consiglio il libro "la fisica di Star Trek" (un libro
a tema visto che stiamo parlando di fantascienza ;-) quando parla del
teletrasporto: e' impossibile realizzarlo perche' e' impossibile "schedare" le
informazioni che costituiscono lo stato del nostro organismo, il vero problema
non e' catalogare tutti i milardi di atomi, e' soprattutto dato dal fatto che
e' impossibile determinare lo stato spaziale in un dato momento del singolo
atomo (spero si sia afferrata la metafora).


> nel momento in cui scrive lo fa senza pensare che le sue parole faranno
> parte
> di un gigantesco mare su cui qualcuno sta gia' sorvolando.

E che lo sorvoli, basta che non mi pisci sulla testa ;-)


> Non lo pensa
> perche'
> non lo sa. E come potrebbe se la cultura informatica fornitagli non e'
> altro che un
> mega spot per il monopolista di turno? E naturalmente mi sto riferendo
> alla cultura
> informatica tagliata per l'utente medio, anche se spesso mi e' toccato
> ascoltare
> studenti o professionisti informatici affermare che la fortuna di
> windows
> dipende dal fatto che funziona e che il monopolio va apprezzato visti i
> risultati.

Questa argomentazione ha, per quanto ti possa sembrare strano, del vero, anzi
di per se' e' correttissima - solo che noi siamo dall'altra parte della
barricata. Il "professionista informatico" in questione *lavora meglio* grazie
a questo tipo di mercato informatico - un programma Visual Basic ormai lo
sanno fare cani e porci. Il punto e' che noi abbiamo un altro punto di vista,
ma non significa che il suo non sia legittimo, d'altronde se gli da' da
mangiare... (e diversa gente Microsoft riceve ha ben piu' che il semplice
sostentamento ;-)

Ti diro' di piu': quando Microsoft, criticando la proposta di legge di
Cortiana di utilizzare software Open Source nella pubblica amministrazione,
dice che il problema non e' il tipo di programmi da usare ma il formato dei
dati, ha parzialmente ragione.



> Io sono estremamente pessimista.
> Sono per la cancellazione e non perche' la ritenga utile (e' solo un
> granello)
> ma semplicemente in quanto gesto forte di coerenza da parte di una
> comunita' che si 
> distingue non poco.

Non l'ho capita...


> Pensateci... sarebbe in linea con lo spirito che anima il vostro
> impegno. Voi
> parlate di Igiene Informatica, di Riciclaggio Informatico...

Che non c'entra nulla con gli archivi web, ma forse questa cosa e' difficile
da recepire


> Penso anche che chi si iscrive alle vostre mailing lists dovrebbe essere
> accolto
> da una sorta di manifesto in cui viene informato del perche' della
> scelta della 
> cancellazione.

Questo e' giusto. Infatti ad Hal non e' stato contestato il gesto, che di per
se' e' comprensibile, ma *il modo* in cui l'ha fatto. Ma mi pare che ormai
questo sia chiaro e che lo stesso Hal lo abbia ammesso, ed inoltre le cose
gia' dette riflettono il mio punto di vista e quindi non aggiungero' altro.

Il problema vero e' che una mailing list dovrebbe avere una "policy" o una
"filosofia" di qualche tipo, ma giustamente all'inizio quando siamo quattro
gatti nessuno pensa che un giorno sara' utile e non la si fa. Adesso magari
sarebbe utile.


> Bene. Ho espresso la mia.

Grazie.

ciao

-- 
Marco Ermini
http://www.markoer.org - ICQ UIN 50825709 - GPG KEY 0x64ABF7C6
Perche' perdere tempo ad imparare quando l'ignoranza e' istantanea? (Hobbes)



Maggiori informazioni sulla lista golem