[ImoLUG] Lavorare in proprio o lavoro dipendente?
Giancarlo Bassi
g.bassi@iperbole.bologna.it
Mer 19 Mar 2008 03:48:49 CET
Rispondo all'intervento dell'Avvocato Antonino perchè mi sembra,
di gran lunga, il più interessante.
La mia opinione a proposito della complessità burocratica,
vituperata dalla radio come emblema del malcostume italiano:
i passi da compiere per mettersi in proprio sono 3:
- attivazione della partita IVA
- iscrizione alla Camera di Commercio
- apertura di una posizione INPS (l'opinione di un vecchietto: la pensione
è davvero importante: come diceva una canzone di Guccini, mi sembra)
Non si fa in un giorno, come dice certa pubblicità elettorale,
ma sono balle quelle che racconta la radio.
La Finanziaria 2008 ed il forfettone dovrebbero aver semplificato.
Non esistono nè l'ordine professionale nè l'albo dei consulenti
informatici, oppure sono stati aboliti di recente.
L' Assessorato alle attività produttive delle Provincie dovrebbe dare
sostegno morale e psicologico.
A questo proposito esiste il concorso "Progettando" , che potrebbe
riguardare anche Riccardo Govoni che smanetta col ruby, tanto
per dirne una.
Mi aspetto un intenso contradditorio. Grazie.
GB
---
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-- Donald in MathMagic Land
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On Sun, 16 Mar 2008, antonino.attanasio@tin.it wrote:
> parla l'Avvocato ... :)
>
> la mia esperienza attuale mostra un paradosso:
> da un lato c'è una fame di buoni e produttivi servizi, dall'altro c'è
> una offerta di servizi molto irregolare, cioè pochi studi potenti da un
> lato e una miriade di professionisti sparsa senza collegamento.
>
> secondo me il vero problema è questo: pensare di lavorare "da soli". la
> complessità crescente non permette più il lavoro individuale. i
> problemi sono complessi e richiedono un approccio interdisciplinare,
> giuridico economico e tecnologico. altrimenti si offre un servizio
> parziale nel migliore dei casi ... e fasullo nella maggior parte dei
> casi.
>
> io consiglio di fare esperienza come dipendente ... e al tempo
> stesso consiglio di allacciare relazioni che ti permettano di creare un
> team di lavoro.
>
> il problema è che l'italiano medio è furbo e avido ...
> furbo perchè pensa a soluzioni di corto respiro ... e avido perchè
> pensa solo a spremere per sè senza pensare che spremendo oggi non resta
> niente domani. ma se sapesse questo sarebbe intelligente e quindi non
> avido ...
>
> antonino
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