[jobmarket] Riprendo le mie considerazioni sull'associazionedicategoira ed il resto...

Manuele Rampazzo manu@linux.it
Gio 18 Mar 2004 16:32:56 CET


> Il giorno 18/mar/04, alle 16:02, Manuele Rampazzo ha scritto:
>> Secondo me può risultare più conveniente la strada della cooperazione
>> lavorativa tra informatici: che 'sta collaborazione poi si esplichi in
>> "semplici" studi associati oppure in società cooperative si può
>> discutere.
> Io non vedo la necessità né di studi associati né tanto meno di
> cooperative. Ricordo che le cooperative sono delle società riconosciute
> come imprese dal codice civile. Non stiamo discutendo di formare una
> impresa, ma una associazione di categoria. Tanto per essere chiari...

Infatti nemmeno io parlo di creare un'impresa, in quanto non è qui che
l'impresa (cooperativa, ad esempio) si deve creare. Ho espresso molto
semplicemente, tanto per essere chiari, la mia forte perplessità sul
potere di tutelare realmente i lavoratori da parte di queste associazioni,
visto che ritengo più efficiente una tutela "attiva" tramite la
cooperazione, nel senso di "impresa", tra lavoratori.

S'è parlato di "muro del pianto"... questo metodo attivo è l'esatto opposto.

Considera che ci sono migliaia di lavoratori informatici "vittime" di body
rental e simili - e non è detto che un informatico molto "skillato"
(pessimo termine in italinglish) non possa finir dentro quei meccanismi -,
un ottimo obiettivo sociale può essere quello di togliere una parte di
questi lavoratori sottopagati da quelle situazioni di sfruttamento e
precarietà.

>> Penso invece che la strada della definizione delle tariffe minime,
>> tramite una qualche associazione di lavoratori, sia poco perseguibile, in
>> quanto ste tariffe minime verrebbero velocemente disattese...
> Secondo me devi necessariamente correre il rischio di definirle,
> altrimenti a cosa serve una associazione del genere?

Non a molto, infatti non credo serva un'associazione del genere per
aiutare i lavoratori informatici, mentre ritengo più utili altre strade,
più "attive", quali la cooperazione tra lavoratori.

>> Se poi le collaborazioni inizieranno a... collaborare tra di loro (una
>> specie di lega di cooperative per dire), tanto meglio.
> Non ho capito di quali cooperative stai parlando.

È piuttosto chiaro: quelle scritte all'inizio della mail.

Una qualche "associazione di categoria", non a fine di lucro, può essere
invece molto comoda per dei servizi generici (un "portale dei lavoratori
informatico", ad esempio), ma, ripeto, non è attraverso questa strada che
si tuteleranno i lavoratori.

Ciao,
Manu

-- 
Manuele Rampazzo - manu (at) linux (dot) it - Debian GNU/Linux User


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