[jobmarket] Riprendo le mie considerazioni sull'associazione di
categoira ed il resto...
Marco Ermini
markoer@usa.net
Lun 22 Mar 2004 11:32:24 CET
Il giorno 22/mar/04, alle 10:49, Federico Di Gregorio ha scritto:
> Scavenging the mail folder uncovered Marco Ermini's letter:
>> Lo scopo di un'associazione del genere è stato ribadito più volte ma
>> ti è
>> sfuggito, visto che eri troppo impegnato a studiare paragoni con
>> l'alto
>> medioevo... dovrebbe quanto meno (almeno secondo me) servire a
>> presentare
>> sul mercato uno standard di qualità per la consulenza informatica con
>> delle
>> parcelle unificate.
>
> Questa mi sembra una cosa buona, ma non vedo come risolva il problema
> del
> mio collega palermitano. Non voglio cassare gratuitamente il nascere
> dell'associazione ma fare una critica costruttiva.
Ne prendo atto
> La maggior parte delle associazioni possono permettersi parcelle
> unificate
> perché la legge italiana _richiede_ la firma di un membro
> dell'associazione.
> In effetti dove la legge non lo richiede io posso sempre rivolgermi ad
> un
> non-membro spesso pagando di meno. ANzi, peggio, posso sempre cercare
> di
> pagare meno anche un membro, minacciando di andare da un altro. Perché
> ingenieri, elettricisti e notai si salvano? Perché le richieste di
> lavori
> che per legge richiedono la firma sono tante rispetto al numero di
> associati, quindi il coltello dalla parte del manico ce l'hanno gli
> associati (e se qualcuno osa dire che i notai, con la loro bella carica
> ereditaria non sono un pezzo di medioevo nel 2000 è un pazzo :)
Il fatto è che il tuo punto di vista è sbagliato IMVVVHO: il problema
non è la legge più o meno medioevale, il problema è il MODERNISSIMO
sistema di privilegi che non si può toccare.
> Comunque, cosa c'entra questo con la nascitura associazione? Che non
> c'è
> nessuna legge sull'informatica ed i soci non avranno alcun modo di
> imporre
> le tariffe ai clienti che potranno sempre chiederle più basse
> minacciando di
> dare il lavoro ad uno smanettone non-associato o andare da lui
> direttamente.
>
> A parte altri problemi, credo che questo sia fondamentale e al momento
> non
> vedo una soluzione chiara.
Il fatto è che esistono associazioni anche nei mercati liberi, non
importa essere dei tassisti o dei notai. Esistono certificazioni
professionali e parcelle concordate: pensa per esempio (la prima cosa
che mi viene in mente) agli installatori di caldaie ed impianti termici
casalinghi. Da qualche anno esistono delle certificazioni che questi
tecnici devono fare: non so quanto siano più o meno obbligatorie, ma la
mia esperienza ed il colloquio con il tecnico che mi ha installato la
caldaia a casa (e anche quella di un mio amico che da un anno fa questo
lavoro) è che esistono queste certificazioni, poi al tecnico
certificato si accompagnano in genere degli "aiutanti" che lavorano
sotto la loro supervisione. In sostanza puoi farti installare
l'impianto da chi vuoi, ma non è bello rischiare di far esplodere tutto
il tuo condominio, ed al primo problema il tecnico "certificato" viene
a vedere ed a risolvere il problema. Da quello che ho capito il tecnico
deve avere anche un certo titolo di studio (perito in qualcosa).
Ora, il mondo informatico è notevolmente più complicato, ma chi ci
impedisce di perseguire una strada simile (adeguatamente pensata
ovviamente) anche in mancanza di una legislazione di supporto? nessuno.
Tieni anche conto che una legge non puoi farla se i "tecnici" in
pratica non ci sono già. Il legislatore è bene che assecondi e faciliti
le tendenze del mercato, di sicuro non può crearle, ma devono essere i
loro protagonisti (noi) a cercare di crearle.
Ammesso poi che sia un tentativo disperato e praticamente quasi
impossibile... cosa abbiamo da perdere?
> federico
>
> P.S.
>
>> Altre idee sono ben accette, purché non siano commenti del tipo "siete
>> medioevali" o "io penso che sia meglio per me farmi uno studio
>> associato
>> sfruttando questa lista", perché riceveranno risposte altrettanto
>> sarcastiche di questa da parte del sottoscritto...
>
> patetico..
Sì, lo ammetto, a volte...
ciao
--
Marco Ermini
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Dubium sapientiae initium. (Descartes)
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