Certificazioni [Was: Re: [jobmarket] idee]
Marco Ermini
markoer@usa.net
Mer 24 Mar 2004 20:14:17 CET
Cambiare subject mai eh?
Il giorno 24/mar/04, alle 19:15, Christian Surchi ha scritto:
>> chiunque prenda un qualsiasi
>> motore di ricerca di lavoro nell'IT fuori se ne può rendere conto da
>> solo, e non devo certo essere io a difenderla. Invece la LPI faccio un
>> po' più di fatica a trovarla tra le richieste di lavoro.
>
> benissimo, questo puo' essere anche vero, ma questo non cambia la
> sostanza dei fatti e cioe' che dove forniamo
Ah "forniamo" - ho capito il motivo di tanto astio...
Sia ben inteso: a me non me ne frega nulla e non ho partiti da
difendere, tanto meno ho interessi economici nel difendere una
certificazione o l'altra. E' stata posta una domanda ed io ho risposto,
poi uno può certificarsi anche sulla trippa e il lampredotto, buon pro
gli faccia.
Se la LPI fosse più richiesta sul mercato, sarei un grande fan della
LPI. Punto.
> formazione finalizzata al
> conseguimento della certificazione LPI, coloro che poi passano gli
> esami
> ottengono qualcosa di facilmente spendibile ovunque,
...o anche in NESSUN posto.
Forse conviene interrogarsi meglio su *a cosa* serve una
certificazione: serve ad attestare che conosci _un certo prodotto_.
Punto.
L'equivoco che *qualcuno* fa sia credere che una certificazione attesti
che uno sappia "lavorare bene" o che abbia un buon metodo di lavoro, o
che conosca estensivamente lo scibile di un certo ambito, o che sappia
programmare ecc. ecc.: nulla di più sbagliato. Se ti certifichi RHCT o
RHCE significa che hai superato un esame che attesta la tua competenza
su quella data versione di RedHat Linux; se sei OCP sei certificato su
Oracle 8 piuttosto che 9 o 10... ma non dice che sei un bravo sysadmin
o un bravo db administrator.
Una certificazione "Linux administrator" o "Db administrator" (tanto
più "Junior Linux administrator"... come se un sysadmin potesse essere
junior... mah!!!! giusto i body rental italiani richiedono gli junior
sysadmin, ma è solo una perifrasi per dire che li pagheranno poco...)
non serve ad una emerita cippa, perché non si può certificare che uno
sa fare bene l'amministrazione di sistema: dato che non ci sono ricette
precotte, non ci sarà mai alcuna certificazione che lo potrà garantire.
Proprio per questo, quello che in fondo è l'unico parametro realistico
per valutare una certificazione è, ripeto, IL MERCATO. Se una
certificazione non è richiesta sul mercato non serve ad una emerita
mazza. Dato che la bravura la si dimostra solo sul campo ed è attestata
solo dal tuo CV, e MAI E POI MAI potrà attestarla una certificazione,
IMVVVHO avere una certificazione esotica e non richiesta è solo un
pezzo di carta senza valore - alle brutte anzi ti qualifica come un
perditempo...
> non necessariamente
> su una distribuzione, dimostrano di aver lavorato duro e di avere una
> notevole esperienza di amministrazione di sistema,
...oppure dimostrano che ti sei imparato qualche libro a memoria ma in
realtà non sai fare nulla...
Ripeto, una certificazione deve certificare che conosci un prodotto,
non può attestare che sai usare una cosa vaga e fumosa come "Linux".
Se poi tu con "certificazione" intendi un attestato rilasciato alla
fine di un corso... questo è un'altro paio di maniche. Ma la
certificazione in sé è giusto un pezzo di carta.
> e questo li porta
> anche a trovare lavoro, indipendentemente dai motori di ricerca online
> per il lavoro. Non mi pare che necessariamente si trovi lavoro passando
> di li', ad esempio, per cui puo' essere un dato interessante ma non
> necessariamente un modo per leggere la realta' nel suo complesso.
Ah bene, quindi tu hai dei dati statistici ed una analisi di mercato
sintetica da mostrarci. Bene partano le diapositive :-)
A parte le scemenze, qui mi pare che si stava cercando di prescindere
da realtà locali/limitate. Stavamo parlando di lavoro in ambito
italiano ed europeo, non della singola anche se rispettabilissima
esperienza.
Comunque ti posso dire una cosa? più si va verso l'Europa e più il
lavoro nel mondo IT si trova così. E' solo da Firenze in giù che il
lavoro nell'ambito IT NON si trova in quel modo, ma piuttosto col passa
parola dell'amico dell'amico, col corso di formazione obbligatorio (e a
pagamento ovviamente) o con il "voto di scambio" - tutti ambiti in cui
le certificazioni ed il CV contano poco. E' per questo che non lavoro
più a Firenze (a parte ovviamente i miseri compensi che ti danno,
andando poco più a nord guadagno _letteralmente_ il triplo, e non
prendo comunque poco a Firenze).
>> Certo ci sono esperienze molto positive in cui la certificazione del
>> PincoPalloSoftware è cercata come l'oro, ma attualmente non posso
>> iscrivermi ad una delle tante sessioni di tale certificazione e non è
>> nemmeno richiesta al di fuori delle "esperienze molto positive"...
>> peccato eh?
>
> Smettila di fare della banale ironia che fa ridere i polli.
Scusami tanto se ho toccato la tua corporazione non intendevo
offenderti. Quindi ci sarà una certificazione LPI a meno di 500 km dal
mio luogo di residenza ed a meno di tre mesi da oggi. Sono contento, mi
sai dare informazioni a proposito? :-)
> Io ti ho
> semplicemente chiesto dei dettagli che potessero aiutare tutti a capire
> la tua idea delle certificazioni.
Peccato che non sia "la mia" ma quella del mercato. La "tua" invece è
un po' più singolare.
Ripeto: se la LPI fosse la più richiesta sul mercato, sarei un grande
fan della LPI.
> Le persone che sono iscritte a questa
> lista immagino voglia capire e discutere, scambiare esperienze e non
> semplicemente basarsi su un giudizio di paventata superiorita' di
> questo
> rispetto a quello.
Scusa ma a me della "superiorità" non frega una mazza, la
certificazione mi serve per lavorare... forse tu ti balocchi a
dimostrare di conoscere Linux meglio di qualcun altro, io invece non
devo dimostrare proprio nulla. Di una certificazione bellissima e fatta
benissimo ma totalmente inutile non me ne faccio un bel niente.
> E comunque stiamo parlando di LPI, una certificazione
> che esiste da ormai circa cinque anni, che continua ad essere
> aggiornata
> e studiata, che ancora esiste a dispetto delle tue tragiche previsioni.
Quali sono le mie tragiche previsioni?
Senti, io farò ridere i polli ma tu li fai piangere, leggi anche cose
che non ci stanno scritte. Vuoi che faccia i miei migliori auguri alla
LPI? più che dire "quando la LPI sarà la più richiesta sul mercato,
sarò certificato LPI" non posso fare.
> Ha un consiglio consultivo in cui figurano esperti provenienti da
> contesti molto importanti e diversi, ed ha tra i suoi sponsor aziende
> del calibro di IBM, Linuxcare, SGI, Suse, Turbolinux, HP, Novell, NTT,
> e
> ne sto dimenticando molte altre. Da qui a dire che siccome non si
> concrentra su un singolo prodotto, allora non vale niente, ne passa.
Senti, io ho lavorato per IBM ma di LPI non ne ho sentito nemmeno
l'odore, invece erano molto richieste quelle RedHat, Tivoli e Sun
(oltre a quelle IBM ovviamente, su WebSphere ecc.) e stavano
cominciando a richiedere anche quelle SixSigma (diffuse in USA ma poco
ancora da noi). Sarà, ma il fatto che una azienda (magari per
precauzione) piazzi una poltrona nel consiglio direttivo di un qualcosa
non mi fa credere che quel qualcosa valga automaticamente qualcosa. Mi
sembra piuttosto il solito cartello stile "UnitedLinux" (abbiamo visto
che fine ha fatto...) della serie "nel mondo Linux non c'è solo RedHat
forniamo un'alternativa giusto perché è bello che ci sia"...
>>> Dove sarebbero questi "ratings" di cui parli, poi?
>>
>> http://www.certmag.com/issues/jan02/feature_sosbe.cfm
>> http://certcities.com/editorial/features/story.asp?EditorialsID=76
>
> Interessante, ma sinceramente queste hit parade lasciano il tempo che
> trovano.
...invece le TUE considerazioni sono proprio quello che ci volevano -
scusa l'ironia per i polli eh! ;-).
> Considerano un non so quale sottoinsieme di certificazioni e le
> mettono tutte insieme, indipendentemente dagli argomenti che trattano e
> dagli obiettivi che si pongono.
...invece le tue ampie argomentazioni, la tua critica puntuale e
costruttiva mi ha permesso di capire la VERITA'. Non saprò mai come
ringraziarti.
Peccato che i tuoi giudizi e la tua metrica qualitativa non aiutino
nessuno a trovare un lavoro (che, se ben ti ricordi, è lo scopo di una
certificazione). Altrimenti saremmo entrambi molto molto ricchi.
>> tanto per cominciare, poi google is your friend.
>
> Grazie. Simpatico. Non vedo perche', se siamo su una lista di
> discussione, debba usare google per cercare le motivazioni di quello
> che
> sostieni.
Perché io non stavo sostenendo proprio nulla, stavo solo dicendo che
c'erano dei ratings, presupponevo che tu fossi in cerca di essi, e che
tu potessi trovarteli da solo - ma evidentemente hai bisogno del
data-miner... fanno € 5 a sito trovato. A chi intesto la fattura? :-)
> Se non sai partecipare ad una discussione, chi ha problemi sei
> tu, non certo io, e dubito che google possa aiutarti.
Guarda, mi sa che i problemi non li ho certo io...
Per favore non usiamo liste pubbliche per difendere i propri orticelli
personali.
Le comparazioni tra certificazioni si possono fare, ma secondo me
l'unico campo in cui le puoi realmente confrontare è il mercato. Puoi
anche metterti a sindacare su dei giudizi qualitativi su come sono
impostate ma bisogna andarci cauti, e bisogna averle provate tutte e
due.
Un confronto, molto sulla carta, lo puoi anche fare se proprio vuoi, ma
solo quando le differenza sono davvero macroscopico: guarda caso, in
questo caso, è molto evidente che francamente la LPI non lega nemmeno
le scarpe alla RHCE, a meno che tu non voglia compararmi il solito
esame all'americana a risposte multiple in cui mi chiedono di scegliere
tra 5 possibilità come si chiama il comando che mi carica un modulo del
kernel, con un esame *pratico* in cui mi viene richiesto di far
funzionare una rete con NIS o di aggiustare un sistema che non fa il
boot... la certificazione LPI è completamente mnemonica, la RHCE è
soprattutto pratica e non la passi se non hai una reale esperienza sul
campo.
Ciao e buona vita.
--
Marco Ermini
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Dubium sapientiae initium. (Descartes)
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