Certificazioni [Was: Re: [jobmarket] idee]
Marco Ermini
markoer@usa.net
Gio 25 Mar 2004 14:52:27 CET
Il giorno 25/mar/04, alle 13:48, Yann Melikoff ha scritto:
[...]
> Dal punto di vista di un professionista la certificazione (che non e'
> altro che l'ultimo stadio del percorso di studi) e' un modo per
> espandere in un modo organico le proprie conoscenze su determinati
> argomenti. Questa e' la mia personale idea di quello che dovrebbe
> essere una certificazione.
Secondo me stai facendo confusione su due piani: tra corso e
certificazione in primo luogo, e tra cultura accademica e cultura
tecnica in secondo luogo.
Una certificazione (l'esame, senza il corso!) attesta _semplicemente_
che tu conosci l'ambito in cui ti sei certificato. Tutti gli altri
"ricami", come "espandere in modo organico le proprie conoscenze", sono
sì belle parole, ma concretamente sono fumo senza arrosto, e quel che è
peggio secondo me ingeriscono nell'ambito che dovrebbe essere
dell'educazione accademica.
Secondo me anche tu ricadi nell'errore di Christian: dai troppa enfasi
a quello che "dovrebbero essere" le certificazioni nel mondo IT. La
cultura e le conoscenze "organiche" come dici tu, non le puoi
certificare se non attraverso dei meccanismi più o meno pubblici o
attraverso la tua pratica quotidiana. Le certificazioni di cui stiamo
parlando noi sono fornite da dei vendor su dei prodotti, e la "cultura
collaterale" necessaria a far funzionare questi prodotti viene
certificata solo appunto in modo "collaterale". Quando ti certifichi
CCNA devi conoscere per forza il TCP/IP, esattamente come quando ti
certifichi Nortel Networks, ma rimane chiaro che il main focus è sui
prodotti (anche se è molto evidente il fatto che un certificato CCNA
conosce a menadito l'internetworking IP, e probabilmente è anche per
questo che si è certificato, al di là del router Cisco o meno).
> Quello che per me una certificazione non dovrebbe essere e' un
> meccanismo mangia-soldi.
Lasciami indovinare, tu non hai molte certificazioni :-)
Questo discorso francamente non lo capisco, mi sa di catto-comunismo
(senza offesa). Noi viviamo in un mondo in cui si paga tutto, si paga
anche la scuola pubblica (volenti o nolenti). La scuola, l'università,
così come la Cisco Academy, la RedHat, o chi vuoi tu, hanno entrate ed
uscite e chi ci lavora prende lo stipendio. Si può sindacare se l'una o
l'altra siano più o meno valide, o inutili, o finalizzate a non so
cosa, oppure se il corso o l'esame valga o meno il prezzo che si paga,
ma è chiaro che per ricevere qualcosa (inclusa la cultura) devi pagare.
Ormai la cultura e le informazioni sono il bene più importante al
mondo, figuriamoci nel mondo IT. Non credo che questo abbia una minima
possibilità di cambiare nel medio-lungo periodo, quindi rassegnati: una
certa formazione e la certificazione di essa ti costa dei soldi, open
source o meno che siano.
E poi, posso dirla tutta? io sono contento che, per esempio, la
certificazione Sun Java Architect costi 1400 euro IVA esclusa. Io
preferisco che esista una selezione d'ingresso e che vengano ammessi
alle certificazioni soltanto chi ne ha reale necessità professionale; e
preferisco pagare di più per avere un esame più accurato, difficile e
preciso - e quindi più prestigioso -, che non pagare poco ma avere una
certificazione che possono avere tutti. Io la certificazione la prendo
_anche_ per avere un vantaggio sul mercato del lavoro e per "uscire dal
mucchio" (chiaro che questa è una mia visione personale, ma ti assicuro
che è condivisa dai più).
[...]
>> Per questo ribadisco: un esame da $100 vale $100, un esame da €1400
>> vale €1400.
>
> Quindi piu' spendo per una certificazione piu' questa certificazione
> e' valida.
Non necessariamente, ho detto: a meno di non prendere fregature. Se
rimani nell'ambito delle certificazioni "nobili" non dovresti temere
questa eventualità.
> Credo che questo punto potrebbe trovarci in disaccordo a vita, visto
> che non sono assolutamente di questo parere.
Però io ti ho mostrato il perché argomentando, tu no. Puoi rimanere
della tua idea, ma una risposta del genere non fa avanzare alcuna
discussione.
A fronte di un costo corrisponde un servizio che ti viene reso. Un
esame dato da VUE davanti ad un PC in 40 minuti per $100 lo possono
fare tutti, più o meno scopiazzando o imparandosi a memoria un libro.
>> Non sei obbligato infatti. Il punto è se ci riesci o meno. Le
>> combinazioni possono essere 6:
>> 1) già lavori nel settore e quindi tutti i giorni ci sei dentro, e la
>> tua azienda ti fa fare il corso o ti compra materiale self-paced
>> 2) già lavori nel settore e quindi tutti i giorni ci sei dentro, e
>> studi per conto tuo acquistando materiale self-paced
>> 3) già lavori nel settore e quindi tutti i giorni ci sei dentro, e
>> studi per conto senza acquistare nulla
>> 4) non lavori nel settore, ma fai un corso
>> 5) non lavori nel settore e non fai il corso, ma studi per conto tuo
>> acquistando materiale self-paced
>> 6) non lavori nel settore e non fai il corso, ma studi per conto tuo
>> ma senza acquistare alcun materiale
>> E' facilmente intuibile che la difficoltà è progressiva dal punto 1
>> al punto 6, e questo vale per TUTTE le certificazioni a TUTTI i
>> livelli.
>
> Non conto le situazioni in cui e' qualcun'altro che paga per te.
> E la difficolta' e' relativa alle capacita' di apprendere di ognuno.
Non è importante la capacità individuale, quello che conta è che la
difficoltà sia progressiva salendo nei punti.
>>> Per le LPI ti guardi il programma degli esami e studi, per conto
>>> tuo, non sei infilato a forza in un meccanismo in cui sborsi dindi
>>> sin dal principo, il tutto con la speranza poi che la tua
>>> certificazione ti porti in cima ad una lista di candidati.
>> Come con TUTTI gli esami, o la stragrande maggioranza di essi.
>
> Sbagliato, perche' se spendi molti soldi poi _devi_ far fruttare la
> certificazione altrimenti i soldi li hai buttati via, se invece, con
> un investimento limitato, quale dovrebbe essere per imparare, hai
> acquisito piu' conoscenze lo puoi fare anche se poi quello che hai
> imparato non lo applichi subito.
> Voglio fare chiarezza su un punto, la certificazione serve per
> attestare delle conoscenze, e cio' deve essere e rimanere, qualora, e
> chiedo scusa per la ripetizione, diventa un meccanismo per fare
> business, allora abbiamo snaturato il concetto di apprendimento.
Ancora questa brutta confusione... secondo te una certificazione o ti
fa imparare qualcosa oppure è un business mangia soldi. Io sarei
innanzitutto meno estremista, e poi mi chiederei: ma QUALE
certificazione mi fa imparare qualcosa? la risposta è: NESSUNA.
Una certificazione NON ti fa avanzare in alcuna conoscenza. Il corso
che la può precedere *forse*, ma la certificazione semplicemente
ATTESTA che tu sai (o _dovrebbe_ attestare).
Non capisco perché insistiate a rivestire di questa importanza le
certificazioni, è una importanza che francamente non hanno, e come ho
detto più volte nulla vale quanto l'esperienza sul campo.
>>> Trovo che da questo punto di vista la LPI sia molto piu' vicina al
>>> concetto di Open Source, e visto che IMHO non e' la certificazione
>>> che fa l'uomo, ma e' l'uomo che valorizza la certificazione, se mi
>>> certifico LPI, lo faccio in primis per me, e poi eventualmente per
>>> guadagnarci di piu.
>> Io trovo che sia una certificazione come le altre e nemmeno tanto
>> prestigiosa. Dato che la certificazione serve per lavorare, per
>> guadagnare di più e per certificare uno status professionale, la (non
>> meglio qualificata) "vicinanza all'open source" non è una cosa che
>> serve a qualcosa.
>
> Il prestigio c'entra poco con la certificazione,
Purtroppo invece è così, ed è anche qualcosa che c'entra MOLTO. Più la
certificazione è complessa (e inevitabilmente costosa) e meno persone
ce l'hanno, più bravo e skillato devi essere per averla, più ti devi
impegnare... inevitabilmente diventa più prestigiosa.
> non stiamo parlando di titoli nobiliari, ma di attestazioni di
> conoscenza, e poi la certificazione di una certa cosa permette anche a
> te di sapere (pressapoco) quale e' il _tuo_ livello di conoscenza su
> determinati argomenti, rispetto a tutto quello che si puo' sapere
> sull'argomento.
Sono d'accordo, la certificazione può essere anche un metro per capire
quanto si ricordino a memoria certe cose. Chiaro che continuano a non
attestare la mia capacità di saper lavorare o di risolvere problemi (a
parte le due-tre certificazioni che ho già citato).
> La vicinanza all'opensource va cercata perche' le idee che sottendono
> questo modello sono applicabili non solo nel software, ma anche nella
> documentazione (e quindi nella conoscenza), nello stesso modo in cui
> un software opensource si distinuge da quello commerciale, anche i
> modelli di istruzione sono influenzati da tali linee.
>
> E poi perche' l'open source e' "La Cosa Giusta (tm)" :)
Il problema è che il topic di questa lista - e soprattutto quello di
cui stavamo parlando - riguarda, volenti o nolenti, genericamente tutto
il mercato IT. Per fortuna non esiste un mercato IT solo dell'open
source o solo del closed source, esiste solo "il" mercato IT.
Implicitamente ciò di cui stavamo parlando riguarda TUTTO il mercato IT
- e questo era già stato esplicitato.
> C'e' anche da dire che stiamo uscendo un po' dal seminato, pe quanto
> mi riguarda, se dobbiamo tenere in considerazione delle
> certificazioni, e visto che ci stiamo costruendo la nostra ruota, per
> me va bene considerarle anche tutte quante, Microsoft, Redhat, LPI,
> CISCO, pero' visto che questa ML e' su lists.linux.it presuppongo che
> le persone che ci scrivono abbiano qualche preferenza verso linux e
> l'open source, e quindi una spintarella in piu' alla certificazione
> Linux sarebbe anche sensata. Senza nulla togliere alle altre.
A parte che questo mi pare semplicemente un sofisma per far scadere la
discussione e voler avere ragione per forza, ti ricordo che io stavo
dicendo che la certificazione RedHat - prodotto Linux ed Open Source
(tm) - è preferibile, nel contesto e nel modo in cui era stata posta la
domanda, alla LPI. Si è parlato di altre certificazioni solo perché il
discorso si è allargato a concetti e considerazioni più generici.
Se poi vogliamo dirla tutta, si è comunque parlato di certificazioni
Java e Cisco, che tutto sommato sono molto più ascrivibili ad un mondo
"open" e di "standard compatibili" quindi qualcosa che ha molta più
affinità a Linux che non altre certificazioni su prodotti proprietari.
ciao
--
Marco Ermini
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Dubium sapientiae initium. (Descartes)
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