Re: [jobmarket] Della prec arietà

Marco Ermini marco.ermini@gmail.com
Gio 12 Maggio 2005 14:54:55 CEST


Se la ML si ribella a questa discussione, si continua in privato :-)

On 5/12/05, Giorgio Zarrelli <zarrelli@linux.it> wrote:
[...]
> > György Lukàcs - scusami tanto ma è solo perché è un mio connazionale,
> > ci tengo a scriverlo bene ;-)
> 
> Mah, ci sono grafie diverse. A parte gli accenti, che mi rifiuto di cercare
> sulla tastiera :)

No no,l'ungherese è l'ungherese ed ha una sola grafia, mica è il russo!!! :-)
C'è chi lo scrive "alla tedesca" (Georg Lukacs) perché scriveva i
libri in tedesco, ma l'ungherese non è un'opinione (almeno quello ;-)


[...]
> Beh, lasciamo perdere le controversie filosofiche che su jobmarket sono un po'
> fuori luogo. Che il materialismo abbia qualche merito, non è in dubbio. Che
> abbia insegnato una certa lettura della tradizione del pensiero, insomma. Che
> il socialismo debba all'idealismo il proprio sostrato filosofico,
> interpretandolo in maniera riduttiva, questo si.

Aggiungo solo che a parlare di "interpretazione riduttiva dell'utopia"
quando ti riferisci a Marx bisogna stare attenti, c'è chi ti
baccheterebbe assai (non certo io ;-)


[...]
> Ti dirò, di questo autore mi ha letteralmente affascinato un suo passo in
> "Storia e Coscienza di Classe", in cui opera una riduzione metafisica
> dell'uomo nell'essenza utilitaristica del tempo. Io definirei questo passo,
> ma del tutto personalmente, poetico e di una potenza che solo fino
> all'idealismo si poteva ancora riscontrare.

L'ho trovato anche io estremamente affascinante anche se molto
difficile per me, visto che era il primo esame :-P


[...]
> Mah, io sono sempre convinto di ciò che diceva Hobbes nel "De Cive", ovvero
> che l'esperienza sociale dell'uomo è mossa da un fine utilitaristico, dalla
> necessità di autoconservazione. Se astraiamo da questo sostrato quasi
> "organico", fondiamo stupende utopie che, in quanto utopie, sono per
> definizione irraggiungibile. Che poi il cattocomunismo e il cattolicesimo
> siano, in quanto "catto", passami lo humor, utopie, questo la dice lunga.

Ma perché un'utopia dovrebbe astrarre dai bisogni primari dell'uomo?
secondo me l'utopia stessa nasce dal bisogno dell'uomo che non vive
comunque di solo pane - esiste un bisogno _sociale_ che è altrettanto
genetico, se vogliamo... l'uomo è uno zoon politikòn in fondo o no?
;-)

Per Marx - tanto per capirci e citarne uno -  il comunismo non è la
fine della storia, ma l'inizio; è la "conseguenza naturale" (ma non
necessaria, la si deve desiderare: c'è una certa componente di volontà
che deve entrare in gioco) dello sviluppo della socialità. Quel che
voglio dire non è che sono comunista, ma che è necessaria una critica
più pregnante alle utopie :-)

Anche perché, purtroppo, non ci rimane molto: l'alternativa è la
distopia della società che ci si presenta davanti, o quella che si sta
presagendo a breve...

Se sono utopie catto-* hai pienamente ragione: citavo la "Chiesa" o
"Madre Teresa" unicamente nel senso metaforico di recuperare "cani e
porci" tra gli utopisti, non necessariamente soltanto i "soliti
comunisti", c'è pure altro.


> > NON sono comunque del partito che crede che Platone ed Hegel siano i
> > profeti del totalitarismo (in questo forse siamo affini :-) per quanto
> > rispetto possa avere per Popper :-)
> 
> Bah, il pensiero di Hegel è una teologia, potente, unitaria, che lascia poco
> agli uomini e molto all'uomo. Giudicare Platone con un metro che appartiene
> alla misura del nostro tempo è una pratica che pecca di, ahem, assolutismo :)

Però non puoi al contempo rifiutarti di giudicare storicamente i
filosofi (almeno mi è sembrato di capire che perplessità in proposito,
parlando del materialismo) e poi dire che non è possibile "adoprare"
un filosofo antico per ragionare dei tempi moderni... o l'uno o
l'altro, se rifiuti di collocare i filosofi nel loro tempo, allora
sono buoni tutti, e puoi usare Epicuro per giustificare il tuo
assenteismo in ufficio :-)


[...]
> Ahahahahah, sai, Filosofia rischia di far diventare spocchiosi pure i sassi.

In effetti mi pareva che pure i muri fossero un po' baldanzosi :-)


> Nessuno mi toglie il dubbio che l'insegnante del seminario che più mi ha
> affascinato, sul giovane Hegel, rivestisse i libri di carta da pacchi per una
> sorta di snobismo. Spocchiosità da cui, forse, nemmeno io sono al riparo.

Io li ho sempre rivestiti di plastica trasparente, lo scopo era di
proteggerli dal caffè che regolarmente verso su libri, riviste,
giornali e laptop


> Poi, nei seminari hai una minore pressione istituzionale e quindi hai un
> ambiente più favorevole.

Magari ti aspetti pure che l'"insegnante" ti caghi di più che a lezione


[...]
> > In effetti il mio "rimpianto" è solo nel fatto che avevo una
> > tranquillissima media del 30 :-)
> 
> E buttala via :) C'è sempre tempo per riprendere e concludere.

Cullandomi in questa convinzione, passa il tempo... intanto stanno
abolendo la facoltà stessa di filosofia :-P


> > Per il resto... mi cambia solo il biglietto da visita
> 
> Bah, giusto se vuoi fare il dirigente in qualche grande azienda.

Tra l'altro, pure lì certe cose stanno cambiando... ho visto per
esempio che in IBM sono molto meno "formali" di un tempo. Però sì
indicativamente è come dici tu.


> > Se non sbaglio, parli della Metafisica di Aristotele?... :-P
> 
> E, ironia della sorte, Metafisica era un termine ignoto ad Aristotele.
> 
> Così è la vita, ahahahahah.

:-)

> Giorgio


Ciao.
-- 
Marco Ermini
http://www.markoer.org
Dubium sapientiae initium. (Descartes)
root@human # mount -t life -o ro /dev/dna /genetic/research
<< This message is for the designated recipient only and may contain
privileged or confidential information. If you have received it in
error, please notify the sender immediately and delete the original.
Any other use of the email by you is prohibited. >>


Maggiori informazioni sulla lista Jobmarket