Re: [jobmarket] Della prec arietà

Marco Ermini marco.ermini@gmail.com
Gio 12 Maggio 2005 17:17:07 CEST


On 5/12/05, Giorgio Zarrelli <zarrelli@linux.it> wrote:
[...]
> > Aggiungo solo che a parlare di "interpretazione riduttiva dell'utopia"
> > quando ti riferisci a Marx bisogna stare attenti, c'è chi ti
> > baccheterebbe assai (non certo io ;-)
> 
> Ahahahahah, ci deve solo provare. Ovviamente, argomentando. :)

Non mi iscrivo al club degli aspiranti, non sono in grado. In verità
tendo ad evitare discussioni sull'argomento perché in genere chi ama
farle è per l'appunto un comunista convinto, con tutte le implicazioni
escatologiche, pseudo "materialistico.storiche" e simili :-)

Alla fine il Dott. Marx rimane sempre o di proprietà dei suoi epigoni,
oppure evitato come la peste in quanto rappresentante il Male ed il
Nemico Assoluto...


[...]
> Animale politico solo nella misura in cui, hobbesianamente parlando, necessita
> di un meccanismo di controllo della violenza.

E dici a me che sono pessimista? ;-)


> Sono d'accordo che l'utopia nasce da un bisogno di superamento, dal sogno di
> soddisfare i bisogni, di realizzare, ma non vedo di buon occhio una
> Gerusalemme celeste in terra. A parte che non riusciremmo a viverci, un
> sistema politico ideale che realizzi gli uomini, ogni uomo, può esistere, a
> mio parere, solo come ideale cui tendere asintoticamente, quindi come utopia.
> Ma da questo, ad applicare acriticamente un modello, si arriverebbe a creare
> un sistema fine a se stesso, conchiuso in se stesso, che poco ha a che fare
> con l'uomo.

Sono d'accordo con te. La mia "utopia" non vuole essere un "template"
da applicare, ma un qualcosa che viene "scoperto" e "definito" dagli
uomini.


[...]
> Io non sto dicendo che Marx sia un semplice utopista, per carità. Che abbia
> posto un'istanza realista nel senso materialista siamo d'accordo, meno
> d'accordo sulle conseguenze e sullo sviluppo del pensiero politico ed
> escatologico.

Io non penso che dal suo pensiero dovesse necessariamente scaturire lo
stalinismo. Altrimenti dai ragione a Popper, che dà un calcio allo
storicismo ma poi dice che Hegel, teorizzando uno stato autoritario in
cui l'individualità veniva annientata, ha dato argomenti al nazismo...
secondo me ciascuno è responsabile delle proprie azioni, e tra Marx e
Lenin (per esempio, ci potrei mettere Stalin, Trotsky, Mao e
fratellini, ecc.) ci sta un abisso interpretativo, e soprattutto
storico per capirci. Non puoi accusare Marx della guerra del 1917 in
Russia :-)

Marx non fa che dirci: il capitalismo è un'alternativa come un'altra,
ci sono le forze per rovesciarlo: sta a voi organizzarvi, usare queste
forze.


> > Anche perché, purtroppo, non ci rimane molto: l'alternativa è la
> > distopia della società che ci si presenta davanti, o quella che si sta
> > presagendo a breve...
> 
> Non sarei così pessimista. I miti cambiano con l'uomo.

Non è un fatto di miti e qui non si parla di filosofia: i 2/3 del
pianeta muoiono di fame, stiamo consumando tutte le nostre risorse, i
ricchi sono sempre più ricchi... e il trend non è in miglioramento,
pertanto bisogna cambiarlo - ma non mi sembra che "chi conta" abbia
intenzione di farlo.

Se vogliamo ispirarci a qualcosa che non siano i vecchi miti già
consumati bene, anzi meglio, ma un'alternativa all'esistente ci _deve_
essere.


[...]
> Al contrario. Vanno posti nel tempo e nel tempo concetti come democrazia hanno
> assunto valori differenti. E' inutile misurare con un metro semantico moderno
> senza tenere conto della necessaria ricollocazione del passato che non può
> semplicemente "tradurre" nelle categorie del moderno, operazione che comporta
> necessariamente una perdita di significato, ma bisogna recuperare il senso
> attraverso l'"interpretazione", difficile artificio per ricostituire una
> costellazione semantica forse persa del tutto e irrecuperabile.

E per far questo non puoi prescindere dal fatto che, per esempio, vivi
nel capitalismo. Ai tempi dei greci e dei romani, "democrazia"
significava qualche oligarca illuminato che amministrava la città o
l'impero, oggi significa che potentissimi gruppi industriali e
finanziari fanno quel che vogliono e lo giustificano col "libero
mercato" e tu sei libero di votare il gruppo che declina questa
ideologia nel modo che ti si confà di più...


[...]
> > Io li ho sempre rivestiti di plastica trasparente, lo scopo era di
> > proteggerli dal caffè che regolarmente verso su libri, riviste,
> > giornali e laptop
> 
> Io nemmeno quelli. Ora hanno una maliziosa "aria vissuta".

Io li compravo usati per quello :-)


[...]
> > Cullandomi in questa convinzione, passa il tempo... intanto stanno
> > abolendo la facoltà stessa di filosofia :-P
> 
> A dire il vero, di facoltà vere e propri di Filosofia ce ne sono poche. Spesso
> si tratta solo di corsi di laurea all'interno di Lettere.
> 
> Da quello che sentivo, parlandone con amici, pare che Filosofia stia tornando
> al vecchio impianto storicistico, quasi fosse un'emanazione di Lettere: esami
> di lettere moderne, storia...mah...
[...]

Io ho dato degli esami "esterni" a lettere e storia, ma era comunque
una facoltà a sé con una sede fisicamente staccata... personalmente ho
sempre pensato che questo però fosse peggio. Se fossimo stati più
vicini alle altre facoltà (fisicamente) sarebbe stato meglio :-)


Ciao.
-- 
Marco Ermini
http://www.markoer.org
Dubium sapientiae initium. (Descartes)
root@human # mount -t life -o ro /dev/dna /genetic/research
<< This message is for the designated recipient only and may contain
privileged or confidential information. If you have received it in
error, please notify the sender immediately and delete the original.
Any other use of the email by you is prohibited. >>


Maggiori informazioni sulla lista Jobmarket