[jobmarket] Re: [lavoro] sistemista junior
Nicola Rauseo
djinn@linux.it
Ven 13 Maggio 2005 14:02:29 CEST
Franco Vite wrote:
>Tuttto ciò è finito da un pezzo, ed oggi anche dentro le fabbriche su
>100 lavoratori ci decine di diverse tipologie di contratto e,
>addirittura, di datore di lavoro (Mirafiori è l'esempio più noto, ma è
>così ovunque).
>
>
i contratti saranno pure molti ma in linea di massima si parla di
piccole differenze in materia di orario di lavoro, mansioni, diritti e
doveri etc. La situazione attuale è di piena violazione di tutto il
diritto del lavoro vigente.
Il vero problema è che i sindacati per paura di dover ufficializzare il
numero degli iscritti ma soprattutto di dover render conto dei soldi che
incassano (facciamo l'esempio dei 730 e di come sono i primi a sfruttare
il precariato) hanno tradito la previsione costituzionale. Per non dire
di come volevano (e continuano sempre a voler fare) invadere l'ambito
dei professionisti (e fin qui potrei anche accettarla se solo
dimostrassero di poter dare un minimo di garanzia di competenza)
arrivando al paradosso di assistere in una controversia entrambe le parti.
>La norma, cmq, rimane la "flessibilità", che tradotto in italiano sta a
>significare "0 diritti e pedalare".
>
>
e niente flessibilità che è un'altra cosa.
>La camera del lavoro di Milano ha calcolato che dal il 1996 ad oggi il
>70% dei neoassunti lombardi sono assunti sotto varie forme di
>precariato (dal tempo determinato in giù).
>
>
meglio che non dico cosa ne penso delle loro statistiche...
>Ma oltre il contratto c'è pure il discorso sul luogo di lavoro (ed
>eccoci tornare alla questione "informazione"): se fino agli anni '80 la
>norma era lavorare in aziende con tanti dipendenti, oggi più dell'80
>delle aziende sta sotto i 15 (e ciao ciao stauto dei lavoratori). E
>
>
la tutela obbligatoria manca solo dell'obbligo di riassunzione (art.18)
quanto al resto i diritti, i risarcimenti e le disposizioni sono gli
stessi. E sino a qualche tempo fa si parlava anche di prevedere la
contribuzione facoltativa per la cassa integrazione. Poi sono arrivati
quegli aborti di ignoranza del diritto e idiozia del pacchetto treu e
della legge biagi che hanno solo esteso la materia del contenzioso senza
cambiare nulla di fatto. Mi stai solo dimostrando che l'informazione
resta un problema.
Poi considera che la tanto decantata flessibilità non ha mai voluto
tener conto del fatto che l'evoluzione di una azienda è tarpata dalla
legge sull'assunzione obbligatoria. Ho 4 clienti bloccati ai 14
dipendenti perchè poi devono assumere un disabile, per forza, come viene
viene. Vallo a spiegare ad un imprenditore che deve assumere un
handicappato mentale incapace anche solo ad aprire la porta a chi entra
od un rompiballe di falso invalido, (veri disabili con voglia di
lavorare, indipendentemente dai loro limiti, non se ne trovano non
perchè non ci siano ma perchè appena un'azienda ne trova uno lo assume
subito e se lo tiene stretto) e se effettivamente non ha come impiegarli
non può neanche dire va bene ti pago e stai a casa deve crearlo per
forza l'impiego.
Inutile dire che tali norme, come l'imposizione delle certificazioni iso
e simili, hanno solo il compito di bloccare la maggiore produttività e
flessibilità di fatto della piccola impresa nei confronti delle grandi
(che a mio avviso in italia contano una dirigenza tra le più
burocratizzate, meschine e mummificate del pianeta) e rendere
inpossibili cambiamenti.
>diventa sempre più difficile creare relazioni che permettano quello
>scambio di esperienze e informazioni che sono la base per costruire un
>percorso di rivendicazione (a prescindere da quel che si vuole ottenere
>alla fine).
>
>
non dico che non è difficile ma non provare proprio perchè si potrebbe
fallire ed accettare passivamente non mi sembra accettabile.
>Ricordo l'hackmeeting di Bologna, nel 2002, in cui ci fu un partecipato
>ed acceso dibattito sulle questioni di cui sopra, che però non trovò
>sbocchi di sorta.
>
>
spero che ci vedremo a Napoli allora :-)
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