Manifesto del lug

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27 Jan 2002 17:47:55 -0000


Andrea Capriotti ha scritto:
 
>> Infatti come utilizzatore di un sistema operativo (linux USER group...) mi
>interessa non tanto la scelta compiuta dallo sviluppatore, quanto che il
>pacchetto sia liberamente raggiungibile dalla rete, nelle forme economiche che
>lo sviluppatore ha ritenuto opportune. Quindi, ad esempio, vmware e' un software
>di "tipo free"?
>Non ti sembra una definizione molto confusa?
>
 
Non confusa, direi generale.
  
>> Open source=codice sorgente aperto.
>Veramente la definizione di "open source" e' quella che ti ho citato:
>
>http://opensource.org/docs/definition_plain.html
>
>Tu dai un tuo particolare significato anche al termine "open source"?
>
 
Fornisco alle parole il significato etimologico.
La mia definizione è sicuramente corretta, gli altri tendono a dare
un'interpretazione della definizione.
Che evidentemente da sola non basta.
 
>Software libero: codice libero in tutto e per tutto, frutto della libera
>scelta dello sviluppatore. Anche qui, non e' meglio seguire la definizione?
>
>Resta il fatto che non hai risposto. Quale e', secondo te, la differenza tra
>software libero e open source?
>

Non ti ho risposto oppure non ti ho fornito la risposta che ti aspettavi?
 
 
>Non sarebbe meglio che, quando si mostrano ad un utente GNU/Linux
>Mozilla e Opera, si spieghi la differenza _sostanziale_ tra questi
>programmi?
>Non mi pare corretto includerli entrambi nel calderone del software "di    
>tipo free".
>

La differenza sostanziale viene spiegata (o perlomeno, cerco di eseguire
questo compito nel miglior modo possibile).
Chiaramente all'utente, come dici tu, mostro Mozilla _e_ Opera.
 
 
>> >Se si vuole diffondere cultura, qualunque cultura, le parole ed il loro >
>>significato sono importanti.
>> >
>> Verissimo!
>Mano male. Allora prova a riflettere sul significato che dai alle parole
>libero, open source e freeware ed a confrontarlo con le definizioni.
>
 
Le definizioni letterali le ho fornite.
Le interpretazioni delle stesse possono essere benissimo varie.
 
>> Infatti in occasione del Linux Day ho parlato, credo e spero nei termini
>appropriati, solo e soltanto di open source e software libero. Bene. Perche non
>farlo sempre?
>
 
Perchè gli utenti meritano rispetto: perchè dovrei nascondere loro parte
del mondo Linux?
Ti ripeto, mostro Mozilla _e_ Opera.
Credo sia il compito di ogni buon LUG.
Un FSUG, invece, potrebbe benissimo mostrare _solo_ Mozilla.
Non avrei assolutamente nulla da ridire.
 
> Hai detto che erano tutti software
>di "tipo free" liberamente
>raggiungibili dalla rete, nelle forme economiche che lo sviluppatore ha
>ritenuto opportune? <g>
>
 
No: mi era stata chiesta la differenza, non la cosa comune.
 
> La proprietà intellettuale è più un concetto astratto, che poi si può
>"materializzare" nel copyright, se l'autore vuole, o nell'open source, sempre se
>l'autore vuole. Vorresti dire che il software libero non ha copyright?  
>Sei sicuro?
 
Qui ti prego di fare molta attenzione...seguimi nel ragionamento...
Io vivo in Italia, non negli USA.
Per me quindi valgono le leggi italiane, non quelle americane.
La settimana scorsa Antonio Gallo chiese in questa ml se "Linux" fosse
un marchio registrato in Italia.
Ho aspettato delle risposte che mi interessavano moltissimo e che non ci sono state.
Idem per la GPL (o licenza analoga): vale in Italia?
E' stata registrata presso un Tribunale del nostro Paese?
Se si, da chi?
Capisci che se io scrivo un sw e lo pongo sotto GPL in Italia corro dei rischi
che quel sw sia privo di alcuna licenza.
L'unica forma di copyright che mi rimarrebbe sarebbe la proprietà intellettuale.
Qualcosa del genere da noi è successa con la vicenda di "Appunti di Informatica
Libera".
Chiesi all'epoca a Giacomini come si sarebbe mosso per tutelare la sua opera: la risposta
fu quasi di rassegnazione.
Poi non so quali evoluzioni abbia avuto la vicenda...
 
 
>> La cultura si basa anche sulla legittima diversità.
>> D'altra parte converrai che non posso utilizzare sw closed source ed open
>source a casa > e poi andare in giro a parlare solo del secondo.
>> E' una questione di coerenza.
>Davvero con tutto l'impegno non riesco a capire perche' un LUG dovrebbe
>diffondere l'uso di software proprietario...
>
 
Perchè è un LUG, non un FSUG.
 
>> Nel caso del Linux Day _dovevo_ parlare di Linux e dell'open source: l'ho
>fatto > con piacere, ti assicuro.
>Che dittatori questi di ILS!
>Chissa' perche' non sopportano il software proprietario...               
>
 
Mah...i fatti interni a ILS non sono miei.
Credo tuttavia, in generale, che i membri di un'associazione debbano
avere come riferimento lo Statuto della stessa.
Statuto che, essendo stato depositato, è organo ufficiale.
In esso io non trovo alcun riferimento che non sia alla "cultura informatica",
senza distinzioni particolari.
Tu ci vedi qualcosa di diverso?
  
>generale, > dove essendo solo sono più libero (nel senso di
nel senso di non essere vincolato
>a scelte comuni), > il discorso per me si amplia naturalmente al closed source.
>> E a tutto ciò che ruota intorno a Linux.
>Il discorso e' chiarissimo.
>Ti interessa il kernel Linux e tutto quello che ci gira sopra e,
>operando un abile azione di bispensiero, "dimentichi" che si tratta di
>software libero.
 
No, non me ne dimentico.
Ma non mi dimentico neppure di altro.
  
>> Però la consapevolezza si acquisisce una volta che:
>> a) sia nota la differenza
>> b) si sia capita la differenza
>> c) si sia fatta dell'esperienza
>Non sono d'accordo. Passare al software libero richiede impegno e
>consapevolezza della scelta che si sta facendo.
 
E fin qua ci siamo.
 
>L'educazione e' un prerequisito, non una conseguenza. IMHO uno dei ruoli
>piu' importanti di un LUG e' proprio questo.
>
 
Ma sono certo che tu non voglia imporre l'educazione.              
Quindi devi porre il soggetto di fronte ad una scelta.
Il compito tuo è che quest'ultima sia consapevole.
Cmq concordo sul fatto che un LUG (o FSUG) contribuisca ad educare e ad
innalzare il livello culturale delle persone, non solo in riferimento alla materia informatica.
In effetti, anche tra noi, parliamo più spesso di filosofia che di bit.
  
>> Qui entra magari un'altra differenza: il closed spesso è figlio di una
>politica > commerciale aziendale cui l'utente è costretto a sottostare.
>Ti viene fornito un binario che puoi, con svariate limitazioni,
>utilizzare.
 
Ehmmm...se lo vuoi.
Oppure se non puoi farne a meno.
L'importante è che tu ne possa fare a meno perchè hai comunque
un ventaglio di scelte possibili.
 
>Ma visto che non puoi studiare e condividere con gli altri la
>_conoscenza_ che c'e' dietro a me pare si tratti di una merce piu' che
>di cultura.
>Non vedo proprio l'aspetto culturale nella diffusione di software
>proprietario.
>
 
Anche i libri sono "proprietari"...non contribuiscono per questo alla cultura?
La televisione è "proprietaria" (perlomeno per metà): non contribuisce per questo alla cultura?
  
>> Il sw libero ha quindi reso "più libero" l'utente. > E' un aspetto
>importantissimo, assolutamente fondamentale!!!!
>> Ma non basta per dire: "non parlo del closed".
>Nessuno dice di non parlarne.
>La cosa importante e' non confondere i valori.
 
Giusto!
 
>I motivi per cui non si dovrebbe usare e diffondere software
>proprietario sono stati discussi svariate volte e riguardano anche il
>freeware.
>Rispetto la tua posizione ma devo confessare che non mi pare adatta ad
>un LUG.                     
>
 
Anche da parte mia massimo rispetto per la tua opinione.
Che mi pare quella di un membro di un FSUG.
Scorrendo la LUG-MAP mi pare ci sia un unico FSUG.
Se la posizione però è così condivisa, perchè non adottate la dicitura "FSUG xyz" al posto di "LUG xyz"?
Non ci sarebbe proprio nulla di male...
 
Ciao
Francesco       

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