[LUG] Re: OS proprietario vs Open Source

Lugar lugar@linux.it
Ven 26 Dic 2003 14:18:25 CET


Il giorno 26-12-2003 1:23, Michele Dalla Silvestra, dalla@keycomm.it ha
scritto:

>> [...]
>> Io non credo sia proficuo, sotto l'aspetto della diffusione, sfidare certe
>> potenze che in qualche modo potrebbero cambiare la sorte di Linux stesso...
>> Altresi penso che ognuno dovrebbe sentirsi libero di usare il software che
>> preferisce o che gli è più utile per il proprio lavoro, sia esso windows,
>> apple, linux o qualsiasi altro.
> 
> Liberta' individuale si, ma suppongo che in queste liste e in quelle di
> molti lug parlare di software non-libero crei un fortissimo senso di
> allergia e scatenare reazioni difficilmente controllabili.

...E siamo sempre li, come se la guerra da combattere fosse contro questo o
quell'altro software proprietario o no, mentre secondo me la battaglia più
grande è quella contro l'ignoranza e la disinformazione (a partire dalla
mia), altrimenti come si può operare una scelta con cognizione di causa?
Che poi I lug o i singoli soci si possano offendere al solo "sentir parlare"
di software proprietario mi sembra grossa... :-)

>Se la tua visione di "Software Libero" si ferma a RedHat e alle altre distro
>prodotte da aziende sei molto limitato: esiste anche Debian che e'
>usatissima da operatori di livello medio/alto, ed e' facilissima da reperire
>a costo quasi nullo. Mi sono capitati anche utenti esperti che dicevano "mi
>piace Debian, ma l'azienda vuole usare RedHat".

...Vero, sono molto limitato, ma perlomeno, con un po di buona volontà e del
tempo da dedicarci, io potrei riuscire ad installare ed usare una Debian,
sulla bontà della quale concordo pienamente, cosa che però la stragrande
maggioranza degli utenti comuni non sanno o non possono fare, così
continuano ad utilizzare non RedHat o SuSE, bensì Windows... tra l'atro i
vari tastamenti di polso che abbiamo fatto localmente nelle PA hanno
chiaramene mostrato come lo scoglio più grande all'adozione di OpenSource
non sia tanto una questione politica quanto una strenua resistenza dei
singoli impiegati che non intendono assolutamente rinunciare ai loro
rassicuranti(?) desktop windows.

>Un vero problema e' la crescita limitata degli sviluppatori rispetto agli
>utilizzatori [...]

Appunto, non tutti sono capaci di sviluppare, benchè possano usare un OS
anche complesso... e la mancanza di sviluppatori è spesso dovuta alla
mancanza di denaro, a meno che gli sviluppatori si nutrano di codice e
nient'altro.
E.g.: io non sono ne sviluppatore ne programmatore, ma sono un grande
utilizzatore di software... non posso certo pretendere che qualcuno sviluppi
gratuitamente per me programmi tipo quelli di Adobe che io uso per il mio
lavoro, e neanche posso usare il buon Gimp a livello professionale perchè
significherebbe impiegare una settimana per fare il lavoro che solitamente
mi impegna una giornata (non ha neanche un semplice algoritmo di conversione
in CMYK), per non parlare poi di grafica vettoriale... Dunque sono costretto
ad acquistare ed usare OS (mac, perchè windows proprio non ci riesco) e
software proprietario, ma, apparte i costi che a volte sono realmente troppo
alti, questo software mi permette di guadagnare del denaro, e come un
muratore deve acquistare cazzuola e martello io acquisto Illustrator e
Photoshop.
Nel caso che un giorno Adobe decida di scrivere tali programmi per Linux,
questi saranno lo stesso a pagamento, sia usati su una Debian che su una
RedHat, quindi la situazione non cambierà... o se cambierà non sarà certo a
favore dell'utente finale.
Mi pongo quindi una domanda che giro a tutti: come affrontare e se possibile
risolvere il problema?

Il mio non vuol certo essere un elogio al software proprietario, bensì una
visione il più possibile (IMHO) realistica della situazione... Non mi
interessa Linux ed OpenSource come stile di vita, ma come possibilità reale
applicabile al lavoro di tutti i giorni... E non sono disposto a lasciarmi
coinvolgere in elevate diatribe sulla dialettica, ne tantomeno da
improbabili implicazioni filosofiche, e questo proprio per l'amore ed il
rispetto che mi ispira "libertà" anche quando questa rimane purtroppo solo
una parola. 

Buon Anno
Mauro 




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