[LUG] copyright & proprietà (era: Riflessioni su software e sconti)
Simone Piunno
pioppo@ferrara.linux.it
Mer 31 Dic 2003 02:25:05 CET
On Wednesday 31 December 2003 01:46, Luca Villani wrote:
> Una puntualizzazione.
[...]
> in realtà stai *negando* il diritto alla proprietà stabilito da quelle
> due dichiarazioni, in questo caso il diritto del creatore di qualsiasi
> software di scegliere le modalità di distribuzione che preferisce.
> E, se permetti, quelle due dichiarazioni sono parecchio più importanti
> per la nostra società delle dichiarazioni di un Luca Villani o di un
> Paolo Conte qualsiasi. Se non si accetta questo, ci si rifà a Proudhon,
> con le debite conseguenze...
Una contro-puntualizzazione. ;)
La proprietà è un concetto che si applica ad oggetti materiali per i quali la
presa di possesso da parte di un signolo ne implica automaticamente la
privazione per tutti gli altri. In questo caso si usano anche termini come
rubare, sottrarre.
Immagina di possedere un quadro che è esposto alla galleria d'arte. Se
qualcuno entra nella galleria, prende il quadro e se lo porta a casa, allora
si parla di furto, poichè tu, la galleria e tutti i visitatori di
quest'ultima siete rimasti senza, subendo un danno diretto.
Se però qualcuno entra nella galleria, fa una foto al quadro con una macchina
digitale e quando è a casa lo riproduce a sue spese sul muro del suo salotto,
allora non puoi parlare di furto, poichè la tue proprietà non è stata
sottratta e tu ne puoi ancora godere pienamente.
In questo caso si parla di semplice violazione di copyright.
Non bisogna confondersi: per quanto le lobby del software proprietario
vogliano farci credere il contrario, le due cose sono basate su concetti
eticamente e legalmente molto differenti. Tra le altre cose questo è anche
il motivo per cui la locuzione "proprietà intellettuale" è un ossimoro e non
andrebbe mai usata.
Detto questo, Paolo Conte NON sta negando il diritto alla proprietà stabilito
dalle due dichiarazioni da te citate, ma soltanto il diritto che l'autore
avrebbe di impedire la fruizione della sua opera da parte degli altri.
Questa negazione, per quanto discutibile, è tutt'altro che campata in aria,
poichè la diffusione della conoscenza tra i cittadini è un obiettivo etico
abbastanza naturale e non è affatto detto che debba essere subordinato a
qualche ipotetico diritto del singolo.
Ad esempio la costituzione americana esplicitamente afferma che il copyright è
una cosa opzionale che eventualmente potrà essere normata con leggi
ordinarie, dando una durata limitata al monopolio concesso e al solo scopo di
incentivare gli autori così che il pubblico riceva una maggior quantità di
opere.
Nel momento in cui la tecnologia cambia, è possibile che il copyright non sia
più funzionale alla produzione di una maggior quantità di opere (questo
sempra particolarmente vero per quanto riguarda la produzione collaborativa
sulla rete), nel qual caso il copyright perderebbe ogni motivazione etica e
sarebbe addirittura anti-costituzionale (negli stati uniti).
--
Chi è pronto a rinunciare alle proprie libertà fondamentali per comprarsi
briciole di temporanea sicurezza non merita nè la libertà nè la sicurezza
-- Benjamin Franklin
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