[LUG] copyright & proprietà (era: Riflessioni su software e sconti)

Luca Villani villo@ferrara.linux.it
Mer 31 Dic 2003 11:19:12 CET


Alle 02:25, mercoledì 31 dicembre 2003, Simone Piunno ha scritto:


> Una contro-puntualizzazione. ;)

ROFL! :-)


> La proprietà è un concetto che si applica ad oggetti materiali per i
> quali la presa di possesso da parte di un signolo ne implica
> automaticamente la privazione per tutti gli altri.

Mica tanto, le definizioni in tutti i dizionari e vocabolari dicono il 
contrario.


> In questo caso si usano anche termini come rubare, sottrarre.

Beh, si può anche [rubare|sottrarre] il manoscritto di un'opera 
letteraria prima della sua pubblicazione, per pubblicarla a proprio 
nome...


> Detto questo, Paolo Conte NON sta negando il diritto alla proprietà
> stabilito dalle due dichiarazioni da te citate, ma soltanto il
> diritto che l'autore avrebbe di impedire la fruizione della sua opera
> da parte degli altri.

Che, in questo caso, è esattamente l'implicazione del concetto di 
proprietà applicato al software.


> Questa negazione, per quanto discutibile, è tutt'altro che campata in
> aria, poichè la diffusione della conoscenza tra i cittadini è un
> obiettivo etico abbastanza naturale e non è affatto detto che debba
> essere subordinato a qualche ipotetico diritto del singolo.

Qui, IMHO, si entra in un terreno minato.
Non vedo come si possa parlare di conoscenza per il codice di un word 
processor, è almeno un decennio che si sa come farlo, idem per un 
database.


> Ad esempio la costituzione americana esplicitamente afferma che il
> copyright è una cosa opzionale che eventualmente potrà essere normata
> con leggi ordinarie, dando una durata limitata al monopolio concesso
> e al solo scopo di incentivare gli autori così che il pubblico riceva
> una maggior quantità di opere.

A parte che non reputo la legislazione statunitense un modello, rimane 
il fatto che un autore ha il diritto di scegliere come distribuire la 
propria opera. Se glielo si nega, si vuole limitare la sua libertà.
Inoltre affermare che il software closed è tout court "eticamente 
inaccettabile" significa cadere in un enorme errore di prospettiva: è 
il suo uso in certi contesti che è eticamente inaccettabile, non il 
software in se stesso.


> Nel momento in cui la tecnologia cambia, è possibile che il copyright
> non sia più funzionale alla produzione di una maggior quantità di
> opere (questo sempra particolarmente vero per quanto riguarda la
> produzione collaborativa sulla rete), nel qual caso il copyright
> perderebbe ogni motivazione etica e sarebbe addirittura
> anti-costituzionale (negli stati uniti).

'azzo, più rivoluzionario di Stallman, visto che la GPL non nega il 
copyright, anzi... O:-)


-- 
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