[LUG] Recupero di computer: attività illegale?

GalLUG - Galliate Linux User Group (NO) info@gallug.it
Ven 13 Maggio 2011 17:01:18 CEST


- per Andrea: sicuramente hai ragione, penso che si debba dare il
giusto peso alle cose e mi rammarica un po' dovermi fare il sangue
amaro per queste cose. purtroppo però mi sembra che ultimamente
qualcuno si stia "attivando" per metterci i "bastoni tra le ruote". ho
già sentito di aziende e soprattutto scuole della zona che hanno avuto
problemi legali per faccende legate allo smaltimento. come
responsabile di questa attività volevo sapere come dobbiamo
comportarci. il csv qui in zona non aiuta su queste cose burocratiche,
e se lo fa è lento e impreciso; in compenso da molti aiuti "logistici"
(di cui non abbiamo bisogno e che preferiamo siano distribuiti al
sociale). grazie comunque del tuo punto di vista che condivido.

- per Piergiovanna: grazie anche a te delle delucidazioni, soprattutto
sulla nota di "scarico" che non avevo considerato. ps. la cava è
l'equivalente della discarica... in paese si dice così da noi :-)


Noi abbiamo approfondito ancora in ML interna al lug, ci siamo anche
letti questo testo:
http://www.bilug.linux.it/html/index.php?pag=news.php&news=25, che
riporta in fondo la normativa di riferimento. Uno dei partecipanti ha
inviato questa mail, che vi riporto perchè sembra piuttosto specifica.

______________

DLgs. 151/2005 = Decreto RAEE, attuativo delle direttive 2002/95/CE ; 2002/96/CE
DM 25/09/07 = Istituzione del Comitato di vigilanza e di controllo
sulla gestione dei RAEE [abrogato con DM 15/02/2010]
DM 25/09/07 n. 185 = Istituzione e modalità di funzionamento del
registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi
di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
(RAEE)

In base al DLgs. 151:
1) al ritiro gratuito dell'apparecchiatura in questione provvedono i
comuni e (nella forma scambio uno contro uno)  i DISTRIBUTORI, i quali
ne verificano la reimpiegabilità (la solita faina a guardia del
pollaio ... loro vogliono vendere il nuovo, non re-immettere nel
mercato PC usati);
2) al trattamento provvedono i produttori od i terzi che agiscono in
loro nome (consorzi di produttori) possono organizzare e gestire, su
base individuale o collettiva, sistemi di raccolta di RAEE
(attenzione: sono rifiuti). I centri di trattamento devono essere
conformi ad Allegato 2 (veri e prori stabilimenti, con tanto di
bilance, canalizzazioni e gettate di calcestruzzo resistente agli
acidi);
3) I titolari degli impianti di trattamento di RAEE annotano, su
apposita sezione del registro di carico/scarico (quindi a- iscritti
alla camera di commercio, b- soggetti a SISTRI), suddivisa per
categorie, il peso dei RAEE in entrata, nonché il peso dei loro
componenti, dei loro materiali o delle loro sostanze in uscita
4) Le sanzioni colpiscono il produttore (non direttamente chi tratta
il RAEE), qualora non ottemperasse alle disposizioni del decreto,
inclusa l'ottemperanza a quanto nei precedenti punti;

In base al DM 25/09/07 n. 185:
E' istituito un registro obbligatorio a cui aderiscono i produttori, e
anche un centro di coordinamento costituito in forma di consorzio
avente personalita' giuridica di diritto privato, al quale partecipano
tutti i sistemi collettivi di gestione dei RAEE.

In base al DM 15/02/2010:
E' stato istituito, presso il Min. Amb., il comitato di vigilanza e
controllo sulla gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed
elettroniche e sulla gestione delle pile e degli accumulatori e dei
relativi rifiuti.

Secondo me questo modello di gestione (Direttive 2002/95/CE ;
2002/96/CE e nostre attuazioni nazionali), non é percorribile
ASSOLUTAMENTE, a meno di licenziarsi dai propri lavori attuali e
gestire il centro di trattamento a tempo pieno, con oneri e onori del
caso. Provengo dal settore dei rifiuti, e vi assicuro, non é
consigliato a viole mammole e deboli di cuore.

Con le modifiche al testo ambientale (correttivo "quater" al DLgs.
152/2006), si dice che l'apparecchiatura non é rifiuto se tal quale,
senza trattamenti assimilabili al recupero, é idonea all'uso previsto.
In parole povere, se il PC funziona, ci si carica un S.O. (es. Ubuntu)
e siamo fuori dai guai, ma se ne devo cannibalizzare 10, per farne
uscire 7 buoni, già scivoliamo pericolosamente verso la gestione
rifiuti che dev'essere autorizzata, e nel caso dei RAEE, consorziata
coi produttori (in maniera esclusiva o collettiva), ma sicuramente per
le 3 carcasse e schede inutilizzabili, prevede registri e SISTRI (se
trattasi di pericolosi). Per l'avvio al riutilizzo, invece, aspettiamo
i DM che dovrebbero attuare l'art. 180 bis, introdotto dal correttivo
"quater" (ma sempre si parla di responsabilità estesa del produttore,
che, se coinvolto, vedo in contrasto con la reimmissione sul mercato
di PC con su Linux ...).

Attenzione: é un terreno minato e le sanzioni sono pesanti.

Ciao

V [...]
_______



2011/5/12 pierpiggi <pierpiggi@gmail.com>:
>
>> Date: Wed, 11 May 2011 12:39:18 +0200
>> From: "GalLUG - Galliate Linux User Group (NO)" <info@gallug.it>
>> Subject: [LUG] Recupero di computer: attività illegale?
>> To: Italian LUG mailing list <lug@lists.linux.it>
>> Message-ID: <BANLkTik5Z3+777NwmchLjMckgnP+Hif33g@mail.gmail.com>
>> Content-Type: text/plain; charset=ISO-8859-1
>>
>> Buongiorno a tutti,
>>     vorrei sapere se qualcuno in LUG fa attività di recupero di PC (da
>> privati, aziende, discariche, cave o quanto altro).
>>
> [cut]
>
> Ciao fabio,
> Sono Piergiovanna, del Faber libertatis di Padova
> (www.faberlibertatis.org).
> Confermo anche io quello che ti hanno già detto in tanti, ovvero che si
> deve distinguere tra rifiuti elettronici (che vanno trattati secondo la
> RAEE)  e strumentazioni elettroniche non ancora smaltite.
> Farei però una distinzione tra i "fornitori" di cui hai parlato:
> - Privati: non hanno alcun obbligo di documentare lo smaltimento del pc
> personale, ma solo l'obbligo (morale) di portarlo in un centro apposito
> e di smaltirlo quindi correttamente (poi, che molti buttino il pc nei
> cassonetti normali infischiandosene è un altro paio di maniche). Se un
> privato ti dona un pc, quindi, puoi semplicemente fargli una ricevuta di
> avvenuta donazione e/o di assunzione di responsabilità per il pc che
> prendi in carico, ma non ti accolli grandi responsabilità.
> - Aziende: come anche qualsiasi ente, cooperativa, etc., hanno vincoli
> più importanti, dato che i materiali sono in genere inventariati e
> devono uscire secondo determinate procedure, di smaltimento o di
> vendita/donazione. Le ditte o gli enti che smaltiscono rifiuti
> elettronici hanno costi non indifferenti e in genere preferiscono fare
> una donazione o una vendita a costo nullo a una associazione, piuttosto
> che prendersi l'onere dello smaltimento. In questo caso, allora, devi
> fare ben attenzione  che sul documento di donazione/vendita alla tua
> associazione siano indicati i pezzi che effettivamente ti consegnano (e
> devi poi conservare bene il documento), così da evitare eventuali
> pasticci (sorvolo sulle varie opzioni che si potrebbero verificare). A
> volte, al di là della loro fattura o bolla di consegna, ti possono
> richiedere un documento in cui dichiari che userai per scopi sociali il
> materiale e che verrà smaltito correttamente (noi del faber lo abbiamo
> fatto spesso per le donazioni dell'Uni).
> -Discarica (o centro di smaltimento): se fai uscire del materiale dalla
> discarica, penso che devi forzatamente passare per il gestore della
> discarica (a volte sono cooperative di recupero che se ne occupano). In
> questo caso il tuo interlocutore saprà darti tutte le informazioni
> necessarie. Un consiglio è quello di far accompagnare sempre i materiali
> da una carta firmata da un responsabile della discarica, in cui viene
> descritto ciò che viene prelevato, previo suo consenso. Credo tuttavia
> che la possibilità che tu trovi materiale utile in discarica sia
> pressocché nulla, dato che se il materiale arriva lì, in genere ha già
> fatto il suo percorso di vita (per i motivi sopra descritti). A memoria,
> in faber non abbiamo mai recuperato nulla dai centri di smaltimento.
> Abbiamo invece in molti casi dovuto demandare i nostri possibili
> donatori alla discarica perchè ci offrivano materiale troppo vecchio e
> pertanto non recuperabile per alcun progetto.
> - Cave: ? qui la mia curiosità si perde ai limiti della fantasia! :-D
>
> Passata la parte  di ingresso in associazione,  due parole vanno spese
> anche sull'uscita dei materiali dall'associazione (per donazioni,
> comodati, prestiti, etc.), dato che i problemi sono simili. E'
> importante far firmare sempre un contratto al destinatario in cui
> l'associazione viene sollevata da ogni responsabilità in caso di mal
> funzionamento o di installazione di software non legale o di smaltimento
> non corretto. In quest'ultimo caso, infatti, si deve anche considerare
> che se il pc donato proviene da un ente o  società può essere più
> facilmente tracciabile grazie a matricole etc. e se per caso il pc viene
> smaltito in modo scorretto può portare problemi alla tua associazione a
> cui la ditta lo ha venduto/donato (è meglio che la responsabilità se la
> prenda chi eventualmente smaltisce scorrettamente).
> In faber usiamo un "comodato d'uso gratuito" in cui il destinatario
> solleva l'associazione da ogni responsabilità, si impegna a non
> installare software illegale e si impegna a restituire il pc una volta
> terminatone l'uso o a smaltirlo secondo le normative vigenti.
>
> che mailona....
>
> spero di essere stata chiara oltre che prolissa
>
> ciao
> Pier
>
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