[Primipassi] Re: Disinstallare pacchetti

Marco Ermini markoer@usa.net
Mer 14 Maggio 2003 10:57:38 CEST


Franco Vite <franco@firenze.linux.it> wrote:
> [Il 12/05/2003, alle 22:13] => Marco Ermini scrive:
> 
>  [...]
> 
> > E' per questo che esistono i gestori dei pacchetti. Se l'autore del
> > pacchetto non ha previsto esplicitamente un "uninstall", devi tenere tu
> > traccia a mano dei files installati e quindi rimuoverli manualmente.
>  
>  come dicevo a lui, nel 99% dei casi a me capitati "make uninstall" fa
>  proprio quello.

Direi che la percentuale e' invertita, cioe' nel 99% dei casi non esiste un
make uninstall, e come ho spiegato in altra mail, giustamente (non ha senso,
ed infatti GNU autoconf non lo prevede affatto).


> > Operazione assolutamente inutile, visto che in genere puoi utilizzare
> > tranquillamente i pacchetti della tua distro, e non hai alcun motivo per
> > non farlo.
>  
>  spesso e' cosi', ma non sempre.
>  ci sono occasioni in cui, invece, la ricompilazione e' necessaria.
>  nel mio caso si e' resa tale per la mancanza del supporto ssl di alcuni
>  programmi che uso sempre.

E questo cosa c'entra? lo ricompili utilizzando il tuo gestore di pacchetti.
Che problema c'e'?


>  spesso capita che un pacchetto distribuito dalla propria distribuzione
>  non abbia attivate determinate opzioni che mi servono (il caso di sopra
>  e' solo un esempio), e solo la ricompilazione e' l'unica via d'uscita

Questo e' falso. E' solo la prima via che ti viene in mente, ma se studi
attentamente il tuo gestore di pacchetti vedrai che esistono metodi piu'
efficaci.


>  (non dirmi "fatti l'rpm o il deb", perche' poi ti trovi a dover tenere
>  traccia dei pacchetti fatti da te e di quelli ufficiali onde evitare di
>  farli sovrascrivere con un aggiornamento).

Non so come funziona il deb, ma con l'rpm non hai nessun problema. Scarichi
con up2date o urpmi l'RPM sorgente e lo ricompili, senza modificare
assolutamente il pacchetto, ma semplicemente passando le opzioni che ti
interessano all'rpmbuild. Fai la stessa cosa che non ricompilare il tar.gz,
solo che tieni traccia di tutto quello che installi e controlli efficacemente
le dipendenze.

E tenere traccia delle opzioni di compilazione dell'rpm e' sicuramente piu'
facile che non tenere traccia di programmi installati con tar.gz, di cui devi
ricordare NON SOLO le opzioni di compilazione, ma pure cosa e dove hai
installato.

Quindi, almeno con rpm (ma immagino che con deb sia ugualmente possibile) fai
le stesse cose che fai con tar.gz, con uguale facilita' (ammesso che tu abbia
letto le minime man page necessarie...) e deleghi al gestore di pacchetti
tutti i dettagli di installazione, controllo dipendenze, controllo integrita'
dei files (o ti tieni a mano l'MD5 di tutti i files che installi?!? :-).
Quindi non c'e' alcun vantaggio ad utilizzare i paccheti tar.gz. Addirittura,
io preferisco farmi l'RPM se non ce n'e' uno gia' pronto (anche un rpm
semplicissimo che fa solo configure, make e make install), perche' cosi' il
gestore si tiene traccia di tutto nel database di rpm.


[...]
>  la mia percezione e' esattamente al contrario:
>  stanno aumentando progressivamente i pacchetti che hanno il "make
>  uninstall".
[...]

Ammesso che fosse anche cosi' (ma ne dubito fortemente) e' assolutamente
inutile se non dannoso. L'uninstall di un singolo programma, se installa delle
shared library in particolare ma in qualsiasi altro caso, non e' in grado di
sapere se un'altra applicazione sta usando i files da lui installati.
Oltretutto che fai, ti conservi le directory di installazione? il config.log?
o cos'altro? penso che sia una metodologia che potra solo a casini.

Date retta a me, i gestori di pacchetti, in particolare deb e rpm, sono
testati e collaudati da anni, funzionano molto bene e, ammesso che si leggano
le istruzioni, sono facili da usare.


ciao


-- 
Marco Ermini
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Di fronte alle sofferenze del mondo tu puoi tirarti indietro, sì, questo è
qualcosa che sei libero di fare e che si accorda con la tua natura, ma
precisamente questo tirarsi indietro è l'unica sofferenza che forse potresti
evitare. (F. Kafka)





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