[Scuola] R: Re: R: testo di matematica CC

Marco Clocchiatti ziapannocchia@gmail.com
Sun Sep 19 22:00:25 CEST 2010


Maurizio Grillini <grillinux@gmail.com> ha scritto:

> Ormai il testo e' definitivo.

cioè chiuso.
secondo me, un libro aperto non dovrebbe mai essere ... chiuso.

purtroppo, nemmeno io sono molto soddisfatto della qualità del primo testo di informatica open.
sarà che io mi lamento sempre di tutto.
sarà che da molti anni non insegno più nei bienni, e forse giudico le cose da una certa distanza.
sarà che la produzione di un libro per la stampa deve inevitabilmente assumere una veste asettica, che è compito dell'insengnante tingere di colore, presso i propri studenti.

ma il problema vero è che percepisco quel libro come una ennesima riproduzione dei tanti, troppi testi proprietari di cui non sono affatto contento e con i quali non lavoro mai bene.
io, in un testo libero, avrei desiderio di trovare qualcosa di diverso rispetto a quello che producono gli altri libri scoalastici, al di là della semplice nota di licenza.

insomma, leggendo il testo, mi piacerebbe percepire una distinzione che lo qualifichi anche nei contenuti. per esempio, vorrei riuscire a capire, sfogliandolo, qualcosa relativo al modo in cui è stato prodotto. se, al contrario, mi ritrovo a sfogliare qualcosa che, "ormai, è definitivo", mi domando davvero se non sono caduto male.
io vorrei che un libro aperto fosse anche un libro che non sarà mai definitivo. che può cambiare, anche in questo momento. che magari è diverso dal testo dei compagni della classe accanto. che si capisce che è stato scritto per me, almeno in qualche parte. che posso immaginare come ci potrei lavorare in un altro modo.

questo libro, a mio parere, contiene l'impegno intenso di un gruppo di persone che si sono riunite a lavorare alacremente, fino al momento in cui hanno ottenuto la soddisfazione di poter regalare il proprio lavoro alla scuola e al proprio ideale di vita. ma, a differenza delle cose open source che sono abituato a ritrovare nel software, non riesco a percepire, in quel libro, il lavoro di una vera e propria Comunità. nel software libero, il lavoro della Comunità si vive navigando i bugzilla, scaricando gli overlay e le versioni sperimentali, leggendo e, quando si può, aggiornando i wiki, imparando a riferirsi alle fonti della documentazione. quelle che si trovano digitando il comando man dal terminale in linea.

insomma. mi pongo una questione di metodo.
se non esista un modo per costruire i testi in un modo analogo a quello con il quale si sviluppa il software libero.
perché non è possibile che esiste un modo unico per insegnare l'MDC o l'mcm. come, nel FS, non esiste un modo unico di usare il desktop o di navigare su internet.
Secondo me, un libro open dovrebbe essere servito per capitoli separati. e certi capitoli dovrebbero essere replicati in più versioni, permettendo a insegnanti e studenti di fare i propri collage. (se è quello il problema) staccare Derive e sostituirlo con i programmini del collega della sezione B.

secondo me, questa non è una banale utopia, ma un problema di organizzazione.
i nostri libri dovrebbe cominciare ad essere aperti molto prima di essere pubblicati. affinchè ciascuno ci possa attingere e vi possa contribuire fin dall'inizio. in un luogo pubblico, anziché sulla mailing list del coordinatore del progetto.
Anche perché, se ci è voluto un intero anno a produrre il primo testo di algebra, quanto tempo ci vorrà per avere una disponibilità adeguata a progettare un intero corso quinquennale di matematica, fisica e per tutte le altre materie che alimentano il mercato indecente delle tipografie per la scuola?



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