[Scuola] R: Re: R: testo di matematica CC

Max Murdock maxmurd@gmail.com
Sun Sep 19 23:48:15 CEST 2010


No scusate qui credo ci sia un fraintendimento di fondo...
Il libro è stato stampato e per questo è stato qui definito "definitivo".
Diciamo che è una versione 1.0 usabile e completa.

Chiuso, non lo è affatto. Tanto è vero che gli odt sono sempre a
disposizione e in lavorazione. Qualcuno si stamperà la versione 1.1
qualcuno la 1.2 fino alla 2.0 e oltre.

Spero di aver chiarito questo punto.

Non si percepisce una comunità dietro nonostante le oltre 40 50
persone che han collaborato?
Da una parte forse è colpa della poca eprienza degli autori in ambito
di sw libero. Del resto questo è un esperimento pionieristuco in
Italia e le critiche servono per spingere a fare meglio. Del resto
Bernardo Carboncini e co. non hanno nessuna esperienza di comunità
open e hanno cercato di usare i mezzi di gestione della comunità nel
modo per loro migliore e più congeniale.
Chi collabora non è un programmatore open ma un professore che per la
maggior parte nemmeno usa open office, io credo che a ragione si sia
data la priorità al risultato sopra il metodo. Chi vuole scarica gli
odt oppure in gran parte regala i suoi esercizi senza porsi troppe
domande sul metodo.

E per fortuna la cosa ha funzionato bene np?
Mi auguro che con l'esperienza cresca una comunità gestita come dici tu.

Il libro è già diviso in capitoli separati...
Poi chiunue è liberissimo di affiancare a Derive un sw libero analogo
ma se non è stato fatto probabilmente nessuno si è fatto avanti in tal
senso, e mi domando chi lo possa usare ufficialmente a scuola.
Al limite affiancamento e non sosatituzione, ricordiamoci sempre ch
queso libro ha lo scopo di insegnare liberamente agli studenti analisi
a prescindere, non è un manuale di software libero.

Il libro è sempre stato aperto fin da subito ben prima della
pubblicazione e se Bernardo ha scelto una mailing list per comunicare
comunque essa è aperta al contrbuto di tutti quelli che vi si
iscrivono. Il progetto è pubblicizzato in siti pubblici quundi non
vedo problemi in tal senso...

Gli altri volumi si stan facendo e  seguiranno anche con l'aumento
della collabazione fattiva e l'interesse attorno al primo che è una
novità assoluta... per la perfezione c'è tempo :)

Scrivi pure a Bernardo le tue osservazioni, non credo sia iscritto qui.

saluti

On 19/09/2010, Marco Clocchiatti <ziapannocchia@gmail.com> wrote:
> Maurizio Grillini <grillinux@gmail.com> ha scritto:
>
>> Ormai il testo e' definitivo.
>
> cioè chiuso.
> secondo me, un libro aperto non dovrebbe mai essere ... chiuso.
>
> purtroppo, nemmeno io sono molto soddisfatto della qualità del primo testo
> di informatica open.
> sarà che io mi lamento sempre di tutto.
> sarà che da molti anni non insegno più nei bienni, e forse giudico le cose
> da una certa distanza.
> sarà che la produzione di un libro per la stampa deve inevitabilmente
> assumere una veste asettica, che è compito dell'insengnante tingere di
> colore, presso i propri studenti.
>
> ma il problema vero è che percepisco quel libro come una ennesima
> riproduzione dei tanti, troppi testi proprietari di cui non sono affatto
> contento e con i quali non lavoro mai bene.
> io, in un testo libero, avrei desiderio di trovare qualcosa di diverso
> rispetto a quello che producono gli altri libri scoalastici, al di là della
> semplice nota di licenza.
>
> insomma, leggendo il testo, mi piacerebbe percepire una distinzione che lo
> qualifichi anche nei contenuti. per esempio, vorrei riuscire a capire,
> sfogliandolo, qualcosa relativo al modo in cui è stato prodotto. se, al
> contrario, mi ritrovo a sfogliare qualcosa che, "ormai, è definitivo", mi
> domando davvero se non sono caduto male.
> io vorrei che un libro aperto fosse anche un libro che non sarà mai
> definitivo. che può cambiare, anche in questo momento. che magari è diverso
> dal testo dei compagni della classe accanto. che si capisce che è stato
> scritto per me, almeno in qualche parte. che posso immaginare come ci potrei
> lavorare in un altro modo.
>
> questo libro, a mio parere, contiene l'impegno intenso di un gruppo di
> persone che si sono riunite a lavorare alacremente, fino al momento in cui
> hanno ottenuto la soddisfazione di poter regalare il proprio lavoro alla
> scuola e al proprio ideale di vita. ma, a differenza delle cose open source
> che sono abituato a ritrovare nel software, non riesco a percepire, in quel
> libro, il lavoro di una vera e propria Comunità. nel software libero, il
> lavoro della Comunità si vive navigando i bugzilla, scaricando gli overlay e
> le versioni sperimentali, leggendo e, quando si può, aggiornando i wiki,
> imparando a riferirsi alle fonti della documentazione. quelle che si trovano
> digitando il comando man dal terminale in linea.
>
> insomma. mi pongo una questione di metodo.
> se non esista un modo per costruire i testi in un modo analogo a quello con
> il quale si sviluppa il software libero.
> perché non è possibile che esiste un modo unico per insegnare l'MDC o l'mcm.
> come, nel FS, non esiste un modo unico di usare il desktop o di navigare su
> internet.
> Secondo me, un libro open dovrebbe essere servito per capitoli separati. e
> certi capitoli dovrebbero essere replicati in più versioni, permettendo a
> insegnanti e studenti di fare i propri collage. (se è quello il problema)
> staccare Derive e sostituirlo con i programmini del collega della sezione B.
>
> secondo me, questa non è una banale utopia, ma un problema di
> organizzazione.
> i nostri libri dovrebbe cominciare ad essere aperti molto prima di essere
> pubblicati. affinchè ciascuno ci possa attingere e vi possa contribuire fin
> dall'inizio. in un luogo pubblico, anziché sulla mailing list del
> coordinatore del progetto.
> Anche perché, se ci è voluto un intero anno a produrre il primo testo di
> algebra, quanto tempo ci vorrà per avere una disponibilità adeguata a
> progettare un intero corso quinquennale di matematica, fisica e per tutte le
> altre materie che alimentano il mercato indecente delle tipografie per la
> scuola?
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