[Scuola] UN PASSO INDIETRO PER IL SOFTWARE LIBERO
Marco Ciampa
ciampix@libero.it
Sun Feb 10 15:14:53 CET 2013
On Sun, Feb 10, 2013 at 01:28:32PM +0100, LinuxBird wrote:
> Il 10/02/2013 11:20, harlock ha scritto:
> >ribadisco la mia opinione, espressa da tempo, di sperduto attivista per
> >il software libero.
> >
> >la recente modifica alla normativa puo' essere un passo indietro oppure
> >no, ma non e' questo il problema. la legge non dice e non ha mai detto
> >quello che dovrebbe dire.
> >
> >quello che la legge dovrebbe dire e':
> >
> >'la pubblica amministrazione, scuola compresa, deve usare solo e senza
> >eccezioni software libero e formati aperti.
> >qualora un programma per un determinato scopo non sia disponibile deve
> >provvedere a realizzarlo ed a rilasciarlo con licenza libera perche' sia
> >fruibile in tutti gli ambiti della pubblica amministrazione stessa. punto.'
> >
> >nessuna possibilita', nemmeno comparazioni di costi, di sfuggire a
> >questa regola.
> >l'eventuale mancanza di applicativi, lo sappiamo perfettamente, verrebbe
> >colmata in breve tempo, oltretutto creando occupazione.
> >i soldi per la realizzazione di tali applicativi non possono costituire
> >certo un problema a livello statale.
> >se servono si trovano e quando vogliono li trovano.
> >
> >ad esempio comprando un paio (o 3 o 4) di caccia in meno si avrebbero
> >fondi per finanziare la riscrittura di *tutto* in software che utilizza
> >la pubblica amministrazione, *tutto* il software che potrebbe usare la
> >scuola, libri di testo liberi in formato digitale compresi.
> >
> >vogliamo parlarne una volta per tutte?
>
> Sono assolutamente d'accordo con Harlock.
>
> Il concetto di "pubblico" non lascia scappatoie: servizi, siti,
> software, dati, documenti... tutto deve essere aperto e fruibile da
> chiunque e con qualunque piattaforma. Ciò che è pubblico deve essere
> disponibile anche alle minoranze e alle nicchie e quindi si cade per
> forza su formati aperti e software libero.
>
> Le amministrazioni europee più serie hanno infatti legiferato senza
> mezzi termini.
>
> Oltre a PA, Scuola e Università aggiungerei anche la Rai, che è
> servizio pubblico (o almeno dovrebbe), e il suo tristemente noto
> sito che fa uso di Silverlight e che dovrebbe essere spazzato via e
> riprogettato per essere consultato da tutti.
Sono daccordo anche io. I compromessi su quest'argomento sono sempre
stati delle rese.
In USA se la PA ci mette anche solo l'1% di finanziamento, tutto
deve diventare di pubblico dominio.
Qui la PA compra solo ed esclusivamente da privati.
Come daltronde fanno tutti i paesi del terzo mondo in via di sviluppo.
Solo che noi non siamo in via di sviluppo.
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Marco Ciampa
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