[Scuola] UN PASSO INDIETRO PER IL SOFTWARE LIBERO

Angelo Raffaele Meo meo@polito.it
Sun Feb 10 19:39:24 CET 2013


noi non siamo in via di sviluppo, ma in via di sottosviluppo..
Raf



Il 2013-02-10 15:14 Marco Ciampa ha scritto:
> On Sun, Feb 10, 2013 at 01:28:32PM +0100, LinuxBird wrote:
>> Il 10/02/2013 11:20, harlock ha scritto:
>>> ribadisco la mia opinione, espressa da tempo, di sperduto attivista 
>>> per
>>> il software libero.
>>> 
>>> la recente modifica alla normativa puo' essere un passo indietro 
>>> oppure
>>> no, ma non e' questo il problema. la legge non dice e non ha mai 
>>> detto
>>> quello che dovrebbe dire.
>>> 
>>> quello che la legge dovrebbe dire e':
>>> 
>>> 'la pubblica amministrazione, scuola compresa, deve usare solo e 
>>> senza
>>> eccezioni software libero e formati aperti.
>>> qualora un programma per un determinato scopo non sia disponibile 
>>> deve
>>> provvedere a realizzarlo ed a rilasciarlo con licenza libera perche' 
>>> sia
>>> fruibile in tutti gli ambiti della pubblica amministrazione stessa. 
>>> punto.'
>>> 
>>> nessuna possibilita', nemmeno comparazioni di costi, di sfuggire a
>>> questa regola.
>>> l'eventuale mancanza di applicativi, lo sappiamo perfettamente, 
>>> verrebbe
>>> colmata in breve tempo, oltretutto creando occupazione.
>>> i soldi per la realizzazione di tali applicativi non possono 
>>> costituire
>>> certo un problema a livello statale.
>>> se servono si trovano e quando vogliono li trovano.
>>> 
>>> ad esempio comprando un paio (o 3 o 4) di caccia in meno si 
>>> avrebbero
>>> fondi per finanziare la riscrittura di *tutto* in software che 
>>> utilizza
>>> la pubblica amministrazione, *tutto* il software che potrebbe usare 
>>> la
>>> scuola, libri di testo liberi in formato digitale compresi.
>>> 
>>> vogliamo parlarne una volta per tutte?
>> 
>> Sono assolutamente d'accordo con Harlock.
>> 
>> Il concetto di "pubblico" non lascia scappatoie: servizi, siti,
>> software, dati, documenti... tutto deve essere aperto e fruibile da
>> chiunque e con qualunque piattaforma. Ciò che è pubblico deve essere
>> disponibile anche alle minoranze e alle nicchie e quindi si cade per
>> forza su formati aperti e software libero.
>> 
>> Le amministrazioni europee più serie hanno infatti legiferato senza
>> mezzi termini.
>> 
>> Oltre a PA, Scuola e Università aggiungerei anche la Rai, che è
>> servizio pubblico (o almeno dovrebbe), e il suo tristemente noto
>> sito che fa uso di Silverlight e che dovrebbe essere spazzato via e
>> riprogettato per essere consultato da tutti.
> 
> Sono daccordo anche io. I compromessi su quest'argomento sono sempre
> stati delle rese.
> In USA se la PA ci mette anche solo l'1% di finanziamento, tutto
> deve diventare di pubblico dominio.
> Qui la PA compra solo ed esclusivamente da privati.
> Come daltronde fanno tutti i paesi del terzo mondo in via di sviluppo.
> Solo che noi non siamo in via di sviluppo.


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