[Scuola] domanda su "fai da te digitale" con sw/hw libero, era:Chiudiamo questa lista?
M. Fioretti
mfioretti@nexaima.net
Sat Dec 17 19:04:31 CET 2016
On 2016-12-16 22:36, Marco Ciampa wrote:
> On Fri, Dec 16, 2016 at 03:32:45PM +0100, M. Fioretti wrote:
> ...
>> se la metti così (NON a me, al grande pubblico) il fai-da-te digitale
>> è
>> morto
>> in partenza, o muore subito. Se prendessimo alla lettera quanto
>> scrivi, non
>> potremmo usare nessun arduino o simili schede open hardware, perché in
>> realtà su tutte c'è almeno un condensatore o simili che è
>> proprietario. Ma
>> soprattutto:
>
> Ma si! Va be fare l'avvocato del diavolo ma almeno vedi di leggere
> bene...
>
> " ... o per lo meno un monopolio" ci sono monopoli sui condensatori?
> Non
> mi risulta!
Il "second source" si usava anche da me, come in qualsiasi altro ambito
industriale ove fosse possibile, ovviamente. Ma io non ho parlato di
**monopoli**. Ho
parlato di componenti (dove ho scritto materiali ho sbagliato, scusa)
**proprietari**.
Intendendo che se prendi quello che c'è oggi su una qualsiasi scheda
anche
Arduino o comunque "open hardware", c'è quasi sicuramente qualcosa che
magari puoi comprare da 3 o 4 fornitori, ma è comunque non libero/open,
perché
o è brevettato, o il processo esatto di fabbricazione è coperto da
segreto industriale eccetera... in tutte quelle 3 o 4 alternative. Tutto
qui.
> Io ricordo le riviste con le inserzioni e le foto degli appassionati
> che
> condividevano tutto senza riserve, bastava chiedere...
certo. E così avviene oggi coi maker veri, quelli che non mangiano pur
di stare a smanettare con una stampante 3D. Ma io qui:
>> Io per il progetto didiy ho incontrato gestori di fablab che ci
>> provano
>> eccome, a fare questo discorso a chi viene da loro, tipo "io ti
>> insegno
>> a usare la stampante 3D ma tu poi devi pubblicare sul sito i sorgenti
>> di quanto hai stampato, con licenza libera".
sto parlando di chi ha bisogno della stampante 3D UNA volta, magari per
rifarsi un ricambio di qualche elettrodomestico, o di uno strumento che
gli serve per lavorare. Se a gente così (che, come gli utenti di
libreoffice,
per il 99% ha tutt'altro per la testa che la libertà digitale e comunque
NON ha il tempo per stargli appresso, perché magari fa già volontariato,
non certo perché è egoista) gli IMPONI di pubblicare anche i sorgenti in
formato USABILE, cioè di spendere tempo su documentazione e simili, o
aggiungere la licenza ecc... il pezzo vanno a comprarselo, e tu gestore
di fablab non
riesci a quadrare i conti.
Se glielo proponi non come obbligo, perché la condivisione è bella
eccetera,
ti rispondono con la massima serenità che va benissimo, ti regalo il
file, scrivi pure tu la documentazione e pubblica tutto con la licenza
che vuoi, ciao grazie.
> Ricatto? Se non lo fanno spontaneamente mi sa che il tuo messaggio non
> è
> passato...
a parte il fatto che ho riportato il messaggio di altri, aspettarsi che
più di
un essere umano su 1000 abbia capacità, inclinazione e possibilità
pratica di
contribuire attivamente anche solo in questi modi è realistico quanto
aspettarsi che
tutti gli utenti di software libero dovrebbero contribuire a
migliorarlo. Va
bene solo se è ok che gli utenti rimangano 1 su 1000.
>> Che gli altri li copino o che a loro non venga un Euro in tasca non
>> gli
>> frega niente. Ma appena finito se ne vogliono andare a fare altro,
>> punto.
>
> Esatto. Manca la cultura.
Vedi sopra. non è sempre vero. O comunque cambia poco. La cultura è una
cosa, la possibilità pratica è un'altra. Io posso essere d'accordo
quanto vuoi su
condivisione, eccetera, ma se guadagnare 600 euro al mese mi costa 10/12
ore al giorno fra lavoro e viaggio per arrivarci, magari ho un genitore
anziano a cui badare o simili, le chiacchiere stanno a zero: se in un
fablab
posso farci una toccata e fuga, ci entro (e magari contribuisco al suo
sostentamento). Sennò pazienza, continuo ad andare solo da Ikea, Auchan
eccetera. E di
combinazioni così oggi ce ne sono milioni.
Marco F.
--
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