[toscana] Invito incontro regione (a me indirizzato)
Alessio Frusciante
algol@firenze.linux.it
Mar 19 Set 2006 22:33:32 CEST
On Tue, 2006-09-19 at 11:41 +0200, Graziano Giuliani wrote:
> Purtroppo ho avuto qualche problemino e tardo nell'aggiornare
> sull'argomento. Comunque rimedio in quanto posso fornire anche verbale
> "ufficiale" dell'incontro, redatto da uno dei partecipanti, che allego
> alla mail. Mi scuso in anticipo per la lunghezza del contributo.
Prima di tutto grazie per il contributo molto completo e articolato.
Relativamente alla questione del "primo abbocco" sono d'accordo sul
fatto che l'allargamento della discussione con l'assessorato ad altri
soggetti potrebbe fornire spunti per la risoluzione anche dei problemi
pratici. Alcune esperienze di migrazione di strutture pubbliche a
software libero esistono anche in Italia e le persone che hanno
partecipato a queste operazioni hanno sicuramente qualcosa da dire a
proposito. Un esempio tra tutti e` il progetto FUSS:
http://www.fuss.bz.it
in cui hanno migrato piu` di 2000 computer, ma certamente ne esistono
altri.
> 3) Si rendono conto di buttare un sacco di soldi pubblici (quindi di
> tutti) in licenze per software senza garanzie. Le presentazioni che mi ero
> preparato su "quant'e' bello, quant'e' buono" le ho tenute da parte
> perche' mi sembrava di sfondare porte aperte ed ottenere solo assenso da
> persone che la pensavano allo stesso modo mi sembrava inutile.
> I fondi risparmiati sull'acquisto di software proprietario li vorrebbero
> utilizzare per creare microimpresa (pensano ad una sorta di "incubatore")
> che produca software libero, magari con un fondo di garanzia.
La produzione locale di software libero potrebbe innescare quel circolo
virtuoso che servirebbe per quella parte di programmi che attualmente
non hanno equivalente libero e che sono necessari per l'abbandono
completo del software proprietario. Questo non solo nel pubblico, ma
eventualmente potrebbe coprire anche esigenze dei privati che,
ovviamente, spendono anche loro un sacco di soldi in licenze.
> Questo, non so se organizzato, e' valso come esempio: la situazione
> pare sia una delle piu' felici, con una bassa incidenza di personale
> "anziano"....
> Insomma, si puo' pensare in ultima analisi al piu' ad un regime di
> tolleranza tra software proprietario e SL, dove sia possibile liberamente
> per i dipendenti e le amministrazioni utilizzare uno o l'altro.
Anche qui direi che le esperienze di pubbliche amministrazioni che hanno
gia` convertito almeno una parte dei loro computer al software libero
potrebbero insegnare qualcosa. Sicuramente sarebbe necessaria prima di
tutto un'approfondita fase di analisi preliminare in cui si individuano
i programmi usati, le interazioni tra i programmi stessi e si
coinvolgono i soggetti che poi dovranno utilizzare il software libero,
anche per conoscere la loro percezione di questo processo ed intervenire
di conseguenza. Chi lavora quotidianamente con un programma puo` dare un
contributo per agevolare il processo di migrazione. Fa parte
dell'analisi anche la valutazione delle alternative libere a programmi
proprietari, evidenziando bene eventuali problemi o differenze con il
modo di lavorare precedente. Credo che questa fase sia essenziale per
ridurre al minimo il disagio causato dal passaggio.
> 5) Proposte e domande concrete della/dalla regione:
>
> - - Organizzare un convegno (ennesimo? ancora? come renderlo differente?) su
> SL e PA.
Credo che potrebbe essere utile se fosse occasione di incontro per
cominciare il percorso, come hai sottolineato anche tu. Quindi
ovviamente andrebbe fatto prima di prendere decisioni.
> - - Monitoraggio RTRT per avere il polso sulla penetrazione del SL.
La Rete Telematica potrebbe essere anche il veicolo tramite il quale
effettuare la mappatura di cui parlo sopra?
> - - Come utilizzare SL almeno in caso di nuove assunzioni / nuovi uffici?
> Puo' bastare imporre la Patente Europea su SL?
Su questo ho qualche dubbio: ha senso che un impiegato su 10 di un
ufficio, solo perche' e` un nuovo assunto usi un programma diverso da
tutti i suoi colleghi?
> - - Non possiamo pensare di imporre cambiamenti radicali perche' altrimenti
> qui si blocca tutto: dobbiamo cambiare la legge o possiamo usare quella
> che c'e'?
A me pare che la legge dia un indirizzo, poi l'applicazione nel concreto
dipende dalla volonta` politica dei soggetti coinvolti. Se l'assessorato
all'ambiente ritiene di perseguire questa strada credo che gli strumenti
si trovino.
> - - Come gestire la formazione sul SL?
Credo che i corsi di formazione dovranno essere studiati sulla base dei
compiti svolti dalle persone coinvolte nella migrazione. Se migreranno
soltanto i sistemi informativi territoriali sara` necessario un corso ad
hoc. Oltre a questi dovranno anche essere formati i tecnici che dovranno
saper rispondere alle esigenze di chi passa a software libero, come
immagino che adesso rispondano alle esigenze di chi usa software
proprietario.
Ciao
Alessio
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