e/o broken
Matteo De Luigi
matteo.de.luigi@libero.it
Sat, 24 Nov 2001 15:59:44 +0100
On Sat, Nov 24, 2001 at 12:32:34PM +0100, f.riccardo wrote:
> adami.tiziana@tin.it ha scritto:
>
> [...]
> salto varie cose gia` discusse
>
> > Description: Emacs Lisp onShore Timesheet Client
> > An elisp client for onShore Timesheet. Enables employees and/or
> > consultants to log their hours in batches via Emacs, which can
> > be much faster than going to web browser.
> > Description-it:
> > Un client elisp per onShore Timesheet. Permette ai dipendenti e/o
>
> "o", tanto non e` esclusivo ed "e/o" fa molto... boh :)
Fa molto non-programmatore. Sono solo i programmatori (e forse
i logici matematici) che se gli chiedi "Sistemi adesso il bug o
lo fai dopo?" ti rispondono "Sì.". Per i comuni mortali l'«e/o» in
questo caso va benissimo.
(Il termine originale era "broken")
> > supporto non funzionante per Ruby e Java (non incluso).
>
> "non funzionante" del tutto o "malfunzionante"?
Penso che «broken» vada tradotto con «scassato»: è colloquiale
e dà l'idea di una cosa che in qualche modo funzionicchia ma una
persona intelligente dovrebbe riparare e/o cambiare.
--
Matteo De Luigi
- Parlami della formazione delle galassie.
- Beh, la Via Lattea gioca in porta...