Abbreviazioni

Giovanni Pensa menozero@tiscalinet.it
28 Sep 2001 17:27:41 +0200


On Fri, 2001-09-28 at 15:53, Cortese Matteo wrote:
> Esiste una convenzione riconosciuta per le sigle in italiano? In maiuscolo?
> In minuscolo? Coi puntini? Con lo spazio?

fonte: "Il nuovo manuale di stile", Zanichelli, cap. 9. (testo che
consiglio.)
(bibliografia consigliata: UNI 7413, Acronimi, Grafia e impiego, 1975)

abbreviazione: rappresentazione ridotta di termine linguistico, composta
da caratteri alfabetici contenuti nel termine originale.

1. abbr. ordinaria: ottenuta conservando la parte iniziale di una
parola.

  n.   numero
  ecc.   eccetera

maiuscolo/minuscolo rispecchia l'originale.

  Trib.   Tribunale

possibili casi di contrazione.

  prn.   pronunzia
  ca.   circa

in qualche caso composta da due parti separate.

  sig.ra   signora
  preg.mo   pregiatissimo

composte.

  c.c.   codice civile
  d.P.R.   decreto del Presidente della Repubblica

a volte il plurale viene raddoppiato.

  CC.   Carabinieri

2. acronimo, o sigla: ottenuta conservando le iniziali di più parole
costituenti un termine composto.

  CEE   Comunità Economica Europea
  ISTAT   Istituto Centrale di Statistica
  CAP   codice di avviamento postale

anche da una sola (lunga) parola.

  PVC   polivinilcloruro

mantenute dal termine originale, non dalla traduzione.

  VHF   altissima frequenza (very high frequency)

gli acronimi vanno scritti (norma UNI) in lettere maiuscole, senza
spaziature e senza punti.

  CEI, non Cei, non C.E.I.

indipendenti dalla forma singolare/plurale.
articoli secondo la denominazione completa.

per certi acronimi di impiego consolidato, specialmente se pronunciabili
come parole, è ammissibile (in certi contesti preferibile) adottare
l'ordinaria grafia linguistica, con iniziale maiuscola nel caso di
denominazioni proprie e minuscola se comune.

  Fiat
  radar

(3. altra cosa ancora: simbolo; ad esempio "h" per ora.)

> I giornalisti mettono la prima iniziale maiuscola, il resto minuscolo (Ue,
> Cgil, Onu, Pds). Lo trovo orripilante.

Rabbrividisco anche io.  Pessima abitudine.  Credo dipenda dal (triste)
abbandono del maiuscoletto (small-caps).  Peccato impoverire il
linguaggio tipografico quotidiano.  DA NON SEGUIRE, grazie.

> Il problema è che certe parole, inizialmente acronimi, sono diventati veri e
> propri nomi (Gnu, Gnome, Basic). Come fare per distinguere le vere sigle dai
> nomi? La prima idea che mi è venuta in mente è quella basata sulla
> pronuncia: se pronunciamo le singole lettere (FTP="effe ti pi") è una sigla
> e va tutta in maiuscolo, se pronunciamo una parola sola (Yacc="iak") è un
> nome e va in minuscolo (o con l'iniziale maiuscola se è un nome proprio).
> 
> Stando così le cose avremmo "ascii", "laser", "XML", "MP3", "Gnome", "KDE",
> "Gnu", "led", "CPU" ma anche "ram", "rom", "gui" più qualche problema per la
> pronuncia mista di "JPEG" e "CDROM".

nel nostro contesto sono più comuni le sigle (acronimi), quindi direi di
seguire le norme, tranne che per parole di uso veramente comune.

voto per: ASCII, laser, XML, MP3, GNOME, KDE, GNU, led, CPU, RAM, ROM,
GUI, JPEG, CD-ROM.

nota: GNU e GNOME non solo sono sigle, ma anche "marchi" (no brand?);
quindi è "necessario" seguire la forma da loro preferita...

g.
(che sta zitto quasi sempre, poi lancia mattonate di kultura, non sua)