Un Consiglio

Salvo Isaja tp@lists.linux.it
Sun Mar 2 12:27:01 2003


> > >Ma il nostro compito è proprio quello di permettere ai "bambini" (da
> > >leggere: agli utenti inesperti) di usare il computer.
> >
> > Questo discorso riemerge tipicamente ogni uno o due mesi dai vari anni
> > che questa lista esiste.  Se il programma originale è
>
> un motivo ci sarà :P

Mi sa che hai toccato un tasto dolente...
Cmq, una volta stabilita una linea guida, che è quella che diceva Francesco,
il problema è risolto, almeno in parte. In effetti, se una frase in
originale è difficile o formulata male si può sempre suggerire all'autore di
cambiarla, e quindi adeguare la traduzione.

> > La traduzione non deve aumentare né diminuire l'accessibilità di un
> > programma riguardo all'esperienza dell'utilizzatore, deve trasferire
> > l'accessibilità dall'inglese all'italiano, lasciandola il più
> > possibile
> > invariata.
>
> Perchè non migliorarla?

Perché per esempio potrebbe risultare prolissa per uno specialista, se il
programma è destinato a specialisti.

Il problema secondo me è un altro: quando un utente installa un
programma, e vede che la versione tradotta non è di suo gradimento, a)
abbandona il programma etichettando come non professionale chi lo ha
sviluppato/tradotto, o b) se ne è in grado lavora con la versione originale.
Qui bisognerebbe evitare queste due possibilità. Anche se in effetti spesso
si fa di tutto per farne accadere almeno una...

Parlo per me, naturalmente, ma purtroppo coi programmi liberi tradotti in
italiano mi sono spesso trovato a dover applicare la b), per esempio, se
leggessi "provino", subito metterei in lingua originale e, leggendo
"thumbnail" capirei, e mi chiederei che cosa stesse pensando il traduttore
quando ha tradotto.

Ciao,
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