DISCUSSIONE: Linee guida e principi da seguire nella traduzione

Fabrizio Stefani tp@lists.linux.it
Sun Mar 23 14:13:41 2003


> > In questo gruppo di traduttori si è scelto di usare la forma
> impersonale
> > per risolvere il problema: non è ne troppo formale ne troppo
> confidenziale,
> > rispetta la neutralità della forma inglese.

La forma impersonale è decisamente la scelta migliore.

> > Effettivamente, ci sono alcune scelte "filosofiche" diverse nel modo
> di tradurre
> > dei diversi gruppi. In sostanza, direi che qui si pone più l'accento
> sulla
> > fedeltà della traduzione, mentre Kde e Mandrake lo pongono più sulla
> "comprensibilità".
>
> a tal proposito a me piacerebbe che le cose cambiassero ....
> sopratutto per quello che riguarda i messaggi diretti esclusivamente
> agli utenti finali ...

Utenti finali non meglio identificati
Non sta al traduttore decidere a chi (quale categoria di utenti) è
rivolto il programma/documento da tradurre ma all'autore.

> devono essere facili da capire .. e non c'e' niente di male a
> rendere un programma piu' comprensibile di quanto fosse la verisone
> inglese

Non sono daccordo.
Le traduzioni devono essere facili da capire tanto quanto lo sono
i testi originali. Cosa non facile da ottenere, ma bisogna provarci.
Il buon traduttore è trasparente.

> ... l'unica cosa ci ci dobbiamo imporre e' che non sia meno
> comprensibile ... ma ben vengano le traduzione che rendono un
> programma + chiaro dell'originale in inglese ...

Una delle regole che ci siamo dati è:
"tradurre, non spiegare"
e non è stata scritta alla leggera.

> sappiamo tutti che non e' mica
> una cosa automatica che siccome uno e' bravo a programmare sia anche
> bravo e chiaro nello scrivere ile stringhe dell'interfaccia

Vero, programmazione, realizzazione di una interfaccia e
documentazione sono lavori diversi.

> .... quindi miglioriamo

Non è compito del traduttore.

> .. e dove possibile interagiamo con lo sviluppatore
> facendogli migliorare e rendere + chiaro il programma anche nella
> versione inglese

Giustissimo. Se il traduttore ritiene che un documento (il discorso
non va ristretto alle sole stringhe delle interfacce) non sia chiaro
farebbe bene a farlo notare all'autore.

> .. ma se lui fosse reticente ... nessun problema .. ma
> almeno la versione italiana .. che sia + chiara possibile

Se questo significa realizzare una traduzione che dice cose diverse
dal testo originale, allora mi oppongo fermamente.
Se l'autore scrive un testo che, in inglese, è una schifezza e,
avvertito dal traduttore, rifiuta di correggerlo e si oppone che
il traduttore corregga la traduzione, allora la traduzione *non
può* essere corretta.
Se il traduttore proprio vuole farlo deve creare un *nuovo* testo,
che *non* sarà una *traduzione*.
Ovviamente, se l'autore acconsente alla correzione/modifica
della traduzione, allora nessun problema. Ma solo su esplicito
permesso dell'autore.

> spero che tutti i traduttori attivi vogliano partecipare a questa
> discussione perche' penso sia importante migliorarsi

E' giusto parlare di queste cose, di tanto in tanto.
L'obiettivo di noi tutti è quello di realizzare buone traduzioni,
il difficile è mettersi daccordo su cosa si intende per "buone".

> ciao
> Alessio

Ciao,
Fabrizio