Discorso diretto

Andrea Celli andrea.celli@libero.it
Ven 2 Lug 2004 23:05:56 CEST


Alle 08:38, venerdì 2 luglio 2004, Monica Badia scrisse:
> Ciao a tutti,
>
> Grazie Stefano per aver cominciato questo thread... è un argomento
> davvero molto importante.
..........
>
> Le regole in realtà ci sono e non ci sono. Mi spiego meglio: nella
> manualistica in generale si è trovata, più o meno unanimamente, questa
> convenzione dell'uso dell'infinito, giustificando il fatto che "non si
> deve dare del tu all'utente". Immagino per una forma di rispetto.
> In ambiente software possimo parlare di manualistica? Il manuale indica
> all'utente l'uso appropriato di un dispositivo/apparecchhio, un software
> "dialoga" con l'utente in forma interattiva.
> Per amor di coerenza, se i menu di un sw sono all'imperativo (cioè è
> l'utente che da del "tu" alla propria macchina e le ordina: "Apri il
> file", "Salva il documento" ecc.), dovremmo immaginarci la macchina che
> risponde all'utente magari dandogli del "lei" (se proprio vogliamo
> rispettare le regole della buona educazione e del rispetto), o
> semplicemente più casual usando il "tu". Il "voi" potrebbe essere un
> buon compromesso.
>
> Personalmente trovo l'infinito, per quanto corretto, piuttosto sterile e
> non coerente con l'ambiente interattivo di un SW.
>
.........
>2. Le regole della localizzazione del software le ha inventate  
>(imposte?) Microsoft.  .....

Io aggiungerei un'altra considerazione. Quando si ha a che fare con un  sw 
commerciale - con un rapporto contrattuale tra produttore/venditore e 
cliente - è più che giustificato seguire strette regole formali. Chi ha pagato 
fior di quattrini e/o sottoscritto contratti vincolanti per utilizzare un
pacchetto è normale che esiga il "lei", il "voi" o altri formalismi.

Invece, quando si traduce software libero, rivolto ad un'unica comunità
di sviluppatori/distributori/utenti, l'uso di formalismi è abbastanza
contrario allo spirito stesso della comunità. Davanti al mio PC Linux
io sono a casa mia, il sw che c'è dentro è anche un po'  (nel mio
caso pochissimo) figlio mio.
Anche ad un  novellino che entra per la prima volta in Linux si dice che 
sta entrando in un mondo filosoficamente, più che tecnicamente, diverso
da quello commerciale.
Perché diamine dobbiamo usare forme impersonali per comunicare?
In casa mia io do del tu a tutti e tutti mi danno del tu.


ciao, Andrea Celli




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