[glossario] forme in -ing -> infinito
Emanuele Aina
faina.mail@tiscali.it
Mar 11 Maggio 2004 22:36:34 CEST
Paolo Andreoni trovò:
> In generale, quando ci si trova davanti a un verbo non
> traducibile (in qualsiasi modo esso sia coniugato), credo che sia
> corretto usare la duration form. Ad esempio su Pocket Linux ho
> trovato la frase:
>
> ... ported by GNU project --> di cui il progetto GNU fece il porting
>
> Personalmente mi andrebbe bene anche "fece il port", ma lo trovo un
> po' bruttino (questione di gusti e lune traverse!).
La regola italiana sarebbe quella di lasciare i termini stranieri nelle
loro forme pure, per cui sarebbe meglio usare "port", tanto più che non
fa così tanto schifo... ;)
> Per quanto riguarda le forme citate:
>
> *ing --> il *ing / il *
>
> Alla fin fine, penso sia giusto lasciare al traduttore la scelta
> della forma del verbo (tra quelle citate sopra); non mi sembra
> sia come utilizzare una parola straniera declinata, anzi in pratica
> ne usa un'altra (e' una forma nominale del verbo che gli stessi
> inglesi usano in mancanza di un sostantivo) che ha lo stesso
> significato.
Non saprei se considerare le forme sostantive come derivati del verbo o
meno: nel primo caso varrebbe la regola sopra citata, nel secondo
sarebbe quantomeno discutibile.
> Spero di essere stato chiaro e di non aver detto c....te, ma vorrei
> precisare che io non sono un traduttore, anzi e' la prima volta che
> mi butto in un'impresa del genere [:)], e l'inglese l'ho "imparato"
> a scuola tra una giustificazione e l'altra; quindi se dopo anni di
> consulti, studi, pubblicazioni, corsi di aggiornamento, esperienze
> lavorative, etc., etc. ed etc., il comune accordo e il buon senso
> dicono di utilizzare la forma "pura", chiedo umilmente scusa per
> tutto sto trambusto.
Ohibò, non ti preoccupare.
L'importante è discutere con buon senso, rimanendo aperti ai punti di
vista altrui e mi sembra che tu sia partito col piede giusto... :)
--
Buongiorno.
Complimenti per l'ottima scelta.
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