[trashware] sul trashware che avrebbe fatto il suo tempo, era: qualcuno persevera...

Dott. Daniele Bergamini danieleber@gmail.com
Ven 8 Lug 2022 00:05:24 CEST


Il 04/07/2022 21:13, giomba@linux.it ha scritto:
> Il 04/07/22 18:30, Dott. Daniele Bergamini ha scritto:
>> A mio parere il trashware non dovrebbe limitarsi a giochicchiare con 
>> catorci di 30 anni fa, magari utilizzando il foglietto di calcolo 
>> clone del Lotus1-2-3 per tenere i 2 conti di casa (e tenendo accesa 
>> una macchina che scalda&consuma come una stufa per fare ciò): quello 
>> è puro esercizio di stile col medesimo senso di fare un solitario.
>
> Questo infatti non è trashware. Questo è retrocomputing. :-)

No è trashware, senza ombra di dubbio. Se usi un catorcio per cose di 
vita quotidiana è assolutamente trashware e nel senso più pieno (ma 
sulla definizione di trashware secondo me nel gruppo ci sono idee 
divergenti).

Io critico queste persone per la particolare modalità di trashware, che 
potrei definire "trashware solitario": non c'è utilità comune, perchè è 
talmente ritagliato su misura dell'utilizzatore, che nessun'altro a 
parte l'utilizzatore ne avrà bisogno.


>
> Nell'accezione che io (e il mio LUG) ha sempre avuto del trashware, 
> affinché si possa configurare come tale, c'è che il recupero di 
> computer debba avere una utilità sociale.
> I volontari "esperti" risistemano il computer, i beneficiari 
> "inesperti" lo utilizzano.
>
Personalmente trashware dovrebbe prescindere dalla comunità: se riesco 
ad usare una retrotecnologia per utilizzi attuali allora sto facendo 
trashware. Se questa attitudine è di aiuto alla comunità tanto meglio, 
ma non dovrebbe essere lo scopo. Lo scopo dovrebbe essere evitare di 
buttare via macchine in modo indiscriminato.


>
>> Trashware dovrebbe essere una disciplina che evolve con il tempo, 
>> ricomprendendo anche tutta la parte "divulgativa" della buona 
>> informatica per l'utilizzatore (quella si che è faticosa assai!), 
>> ossia usare una macchina alle sue massime possibilità, fin quando 
>> potrà sostenere le tecnologie del momento. 
>
> Sì, se vogliamo dargli questa definizione, mi trovi pienamente d'accordo.
> Questo però è un rapporto diverso da quello che esponevo, con dei 
> volontari "esperti" e degli utilizzatori inesperti.

E qua casca l'asino e personalmente mi arrabbio, come mi è sempre 
successo anche partecipando alle attività di alcuni LUG (e ho capito 
anche che la carriera politica non fa per me, dal momento che ho la 
tendenza a mandare a quel paese la gente quando sostiene certi concetti).

L'informatica dovrebbe essere qualcosa di inclusivo, ma non nel senso 
che chi sa fa e "dona" ai chi non sa che "utilizza". Che siamo, nel 
feudalesimo? I membri del LUG sono i Conti e quelli che ricevono il 
popolino? e magari anche ci aspettiamo pendano dalla nostra bocca come 
fossimo dei e ci ringrazino vita natural durante. Ho visto troppa gente 
in queste associazioni innamorate della propria voce e ancora di più 
della propria filosofia di informatica.

Il trashware DEVE essere un processo soprattutto e primariamente 
DIDATTICO E DIVULGATIVO.

E' un pò come il cibo per l'Africa: non bisognerebbe inviarglielo già 
bello e pronto ma "educare" la popolazione a produrlo.

DOBBIAMO FAR CAPIRE ALLA GENTE CHE SE UN PC VA LENTO NON DEVE ESSERE 
CAMBIATO/BUTTATO.

E PER FAR CAPIRE QUESTO VA FATTA DIVULGAZIONE: BISOGNA MUOVERE LE 
CHIAPPE E FARSI IL CULO IN GIRO, SAPER INTERPRETARE E PREVEDERE I 
BISOGNI DELLE PERSONE E DIVENTARE DEI COMMERCIALI DEL TRASHWARE.

Noi non siamo dei tecnici, dobbiamo primariamente essere commerciali 
figli di puttana, insinuarci nei discorsi, buttare la pulce 
nell'orecchio dell'utilizzatore, perchè no, fargli vedere un prodotto 
finito, insistere, rompergli il cazzo (scusate il termine, ma è quello 
che serve).

Serve fatica, ma i risultati arrivano: e una volta fatto comprendere a 
quell'utilizzatore che le macchine possono essere riutilizzate anche in 
altri modi, stai certo che ti ricontatterà e ti farà ricontattare da 
amici e via così.

E così si, trasformi il tuo beneficiario in un consumatore attivo.


>
> Non si configura più nemmeno la necessità di recupero né di un 
> magazzino, ma solo di strumenti di lavoro, visto che sarebbe il 
> diretto interessato a fornire la materia prima.

Questo lo dici tu. Trascuri tutta la parte della riparazione.

Che secondo te un pc è un blocco unico di roba? Sai quanta gente passa 
nel mio piccolo laboratorio per riparazioni? e usando anche singoli 
pezzi contribuiamo a fare trashware.

Ma ovviamente servono clienti affezionati (che devi affiliare).


>
>> Dal lato GNU/Linux, sto vivendo un moderno trashware fatto anche di 
>> declassamenti delle macchine a favore di utilizzo [...]
>> Ad esempio un buon NAS [...], una macchina per diffusione musica 
>> [...], > un centralino Voip [...], perchè no, anche un thin client [...]
>
> Ecco appunto: adesso faccio io l'avvocato del diavolo: quelli che 
> elenchi sono tutti usi molto specifici.
> Potrebbe non sembrare a te (o anche a me), ma il 99% delle persone non 
> sa nemmeno cos'è un NAS, figuriamoci se sa di averne bisogno.


E' il commericale trashwarista che deve vendere la macchina per Diana!

E' assolutamente logico aspettarsi che l'utente non sappia cosa sia un 
NAS: non è un problema, glielo spiego, gli spiego i vantaggi, gli dico 
che gli do la macchina gratis, gli dico che non se ne pentirà.

E finora è sempre stato così.

Qualora avesse necessità sistemistiche particolari potrà averle a 
pagamento se fuori dal mondo oppure se le può soddisfare in autonomia 
imparando in giro.

Questo è anche l'idea che aveva Stallman se non erro in merito alle 
economie legate al software libero (non lo scriveva nella Cattedrale e 
il Bazar?).


>
> Per fare queste cose c'è bisogno di conoscenze "sistemistiche": come 
> funziona una rete, come aggiornare gli applicativi, gestire i backup e 
> saperli ripristinare in caso di disastro, per non parlare di 
> attaccarlo poi alla rete e metterlo in sicurezza...

Questo lo dici tu. Ormai openmediavault è una distro tostapane, attacchi 
e va ad esempio. Può essere amministrato tutto da remoto e il problema 
di mettere in rete si pone a malapena dal momento che sono tutte 
macchine in rete locale.

Insomma di cosa stiamo parlando?



>
> Curiosità: centralini VoIP e Think Client, mi sembrano degli ottimi 
> esercizi di stile, ma nulla più: a cosa ti servono simili computer, in 
> casa? :-)

da privati poco, ma le associazioni di volontariato che si occupano di 
altri rami o le parrocchie non devono essere considerate?

Ho visto parrocchie con 1 pc bello (tipo workstation per intenderci) e 3 
catorci che a malapena facevano girare windows 7. Col risultato che il 
prete si teneva il pc bello e i volontari diventavano matti con gli 
altri 3 (e magari uno era buttato in un angolo, perchè era in più).

Non sarebbe una buona cosa creare una struttura server - client? Magari 
col server che centralizza i dati e quindi possiamo usare sui TC dei 
dischi SSD da 60 giga di recupero?

E anche qua va fatto scattare il trashwarista commericale figlio di 
puttana: io mi insinuo come un dito nel culo su queste cose.

Certo poi c'è da lavorarci su, ma l'utente poi ha una grande lezione di 
vita quando vede che tutto funziona e funziona bene: avrà capito che ci 
si deve pensare prima di buttare la roba (e spendere soldi per 
acquistarne di nuova).


>
>> Io al mio comune comunque volevo chiedere uno spazio per effettuare 
>> questa tipologia di "educazione hardware" degli utilizzatori e perchè 
>> no, introdurli anche gradatamente al concetto di trashware come "cosa 
>> utile" piuttosto che come "cosa da nerd". Se questo si concretizzasse 
>> avremo allora un buon substrato su cui contare nel futuro.
>
> Mi sembra una buona idea.
> Hai già trovato un gruppetto di amici per iniziare?

Per ora no, sono un lupo solitario e temo che ormai questa solitudine mi 
abbia anche reso piuttosto randagio e aggressivo, motivo per cui mi 
scuso per il tono di questo mio contributo.

Non è semplice trovare gente che abbia la tua stessa visione (già qua 
sono diverse...), che abbia costanza nel dedicare un poco di tempo a 
questa visione, ma soprattutto che sappia fare.

Io nelle mie frequentazioni informatiche di volontariato ho incontrato 
sempre tanta gente che parlava, parlava ma poi con una tastiera in mano 
non sapeva fare una minchia e creava problemi dappertutto. E' il 
problema di questi gruppi, dove gente (secondo me frustrata per motivi 
personali o lavorativi) ci entra per sentirsi importante, non per 
muovere il culo.

Ma ripeto questa è la mia esperienza, non rappresentativa della realtà.


-- 
Grazie mille e un caro saluto,
Bergamini Daniele, aka Topeka Smith.



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